Matthäuspassion (Passione secondo Matteo) per soli, coro e orchestra BWV 244
Eseguita per la prima volta il Venerdì Santo del 1729, la Passione secondo Matteo è un’opera monumentale composta in un arco di tempo non certo breve, ma del quale non si conosce la data di inizio; appare certo, tuttavia, che Bach stesse componendo questo lavoro sublime prima del 19 novembre, giorno in cui morì il Principe di Anhalt-Köthen, suo amico diletto. Bach, al quale fu chiesto di comporre ed eseguire la musica funebre per una cerimonia commemorativa, chiese a Picander, autore del libretto della Passione secondo Matteo, di adattare le parole di nove pezzi proprio di quest’opera per la nuova cantata funebre, Klagt, Kinder (Piangete, o figli), che fu eseguita a Köthen il 24 marzo 1729. Ripresa un secolo dopo il 12 marzo 1829 alla Singakademie di Berlino sotto la direzione di Mendelssohn, la Passione diede l’avvio alla cosiddetta Bach Renaissance che, dopo cento anni di oblio, riportò alla luce la musica del grande compositore di Eisenach. Autentico capolavoro, la Passione secondo Matteo, la cui partitura, copiata nel 1740, fu curata in ogni minimo dettaglio da Bach che la scrisse con riga e compasso facendo risaltare il testo della Scrittura con l’inchiostro rosso, si distingue per le notevoli dimensioni e per l’imponente organico di esecutori formato da due cori misti, due orchestre e un terzo gruppo di ragazzi cantori per il cantus firmus del primo coro. In questo lavoro Bach realizzò una perfetta sintesi tra umano e divino, con il Cristo che si accosta al genere umano e l’uomo che soffre con lui, grazie a una scrittura di grande forza drammatica che si esprime attraverso una sperimentazione di forme musicali. Il martirio di Cristo è, in questa Passione, al centro della rappresentazione, in quanto è preparato da una serie di episodi e di antefatti tra i quali assumono una certa importanza l’unzione dell’olio a Bethania, l’annuncio del tradimento di Giuda, l’Ultima Cena, la preghiera nell’orto del Getsemani. In questa Passione, nella quale intervengono molti più personaggi rispetto all’altra Passione, il testo evangelico fu ampliato da Bach e dal librettista Picander che introdussero degli episodi lirici con arie e ariosi aggiungendo ulteriori spunti di riflessione e domande ai posteri presenti nel Vangelo di Matteo rappresentato fedelmente dalla musica. Ciò è evidente nei recitativi dell’Evangelista e nell’episodio del pianto di Pietro, caratterizzato da un melisma pieno di passione. Molto belli sono anche gli Ariosi, tra i quali spicca Am Abend, da es kühle war (A sera, siccome era fresco) dominato da un sentimento romantico in cui la quiete della sera è accostata alla pace raggiunta, mentre nelle arie il cantante duetta con uno strumento. Un’evidente simbologia caratterizza l’Aria n. 26 per tenore solo e coro, nella quale Pietro, il tenore solista, canta Ich will bei meinem Jesus wachen (Io veglierò accanto al mio Gesù); il coro, che rappresenta gli altri 10 apostoli che soccombono al sonno, canta So schlafen unsre Sünde (Così vanno a dormire le nostre colpe). Una grande importanza nella struttura della Passione è rivestita dai corali, collocati nei punti chiave del racconto evangelico, tra i quali si distingue certamente O Haupt, voll Blut und Wunden (O capo pieno di sangue e ferite) che rappresenta efficacemente uno dei momenti più drammatici, quando Gesù Cristo incomincia la sua salita sul Calvario. Questa melodia di Hassler, armonizzata a quattro parti nella forma del corale semplice, ritorna altre quattro volte nel corso dell’opera con evidente significato simbolico. Il coro riveste una funzione fondamentale in tutta la Passione nella quale Bach sfruttò tutte le potenzialità dell’imponente organico della chiesa di San Tommaso a Lipsia utilizzando il doppio coro ora nella forma del coro battente o spezzato ora in una scrittura polifonica densa. In altri passi il coro dialoga con i solisti, interrompendo questi ultimi con invocazioni apocalittiche in un momento altamente drammatico come quello della cattura del Cristo.