Venezia, Scuola Grande San Giovanni Evangelista, Stagione 2015-2016 del Palazzetto Bru Zane
“C’ERA UNA VOLTA…”
Soprano Jodie Devos
Mezzosoprano Caroline Meng
Quatuor Giardin
Violino Pierre Fouchenneret
Viola Dagmar Ondracek
Violoncello Nicolas Saint-Yves
Pianoforte David Violi
Musiche di Fernand de La Tombelle, Charles Silver, Jacques Offenbach, Laurent de Rillé, Nicolas Isouard, Ernest Chausson, Jules Massenet, Pauline Viardot, Frédéric Toulmouche, Marie-Joseph-Alexandre Déodat de Séverac, Florent Schmitt.
Venezia, giovedì 4 febbraio 2016
Un’altra intrigante soirée musicale – come da qualche anno ci ha abituato il veneziano Cenrtre de Musique romantique française – si è svolta presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, suscitando il divertimento e l’interesse del pubblico. Dopo Le Ventre de Paris, che quasi esattamente un anno fa ha deliziato gli spettatori con una ricca rassegna di brani musicali e vocali sulla tematica del “cibo”, il programma del concerto di cui ci occupiamo aveva come argomento portante “la fiaba”, declinata in alcuni dei suoi tipici aspetti psicologici, quali la spensieratezza, la malinconia, la gioia. Le voci erano quelle di Jodie Devos (soprano) e di Caroline Meng (mezzosoprano, fattasi apprezzare anche nel ricordato concerto dedicato alla gourmandise in musica), mentre l’accompagnamento era affidato ad una formazione analogamente già nota al pubblico del Palazzetto Bru Zane, vale a dire il Quatuor Giardini, protagonista di altre serate di successo, che ha brillato di luce propria, in particolar modo, nei brani solo strumentali, trovando di volta in volta il giusto accento. Giovani le cantanti, giovani gli strumentisti, eppure tutti perfettamente in grado di affrontare con sensibilità e padronanza tecnica un repertorio piuttosto vario nei caratteri, che spesso – pensiamo agli spumeggianti couplets offenbachiani – può sembrare “facile”, e invece richiede più di altri preparazione e doti interpretative. Forse, anche nel teatro musicale far ridere è più difficile che far piangere … Determinante per il successo della serata anche l’apporto di Alexandre Dratwicki – il direttore scientifico del Palazzetto Bru Zane –, che ha curato, con perizia ed eleganza, le trascrizioni per quartetto con pianoforte dei pezzi in programma, tranne quelli di La Tombelle, Chausson e Schmitt. Elementare la scenografia: qualche pila di libri antichi – verosimilmente di fiabe – buttati alla rinfusa su due sedie; essenziali i movimenti scenici. Eppure tutto questo ha sortito il suo effetto, al pari degli abiti, indossati dalle due giovani artiste: tra i quali non poteva mancare quello da fata, sfoggiato da Jodie Devos, interpretando, per l’appunto, l’Air de la fée da Cendrillon di Pauline Viardot, con tanto di bacchetta magica. Grazie alle loro voci fresche, dal timbro puro, di cui hanno già un sicuro controllo, le cantanti hanno saputo conquistare il pubblico, facendogli vivere momenti piacevoli ed emozionanti, nei quali le eventuali difficoltà tecniche sparivano di fronte all’efficacia interpretativa: languida Jodie Devos nell’Air d’Aurore, da La Belle au bois dormant di Charles Silver, tra l’altro affrontando con smagliante sicurezza l’acuto finale in piano; piena di verve Caroline Meng nei Couplets de la Reine da Barbe-bleue di Jacques Offenbach; irresistibili entrambe – tra energia e languore – nel successivo duetto da Le Petit Poucet di Laurent de Rillé dal travolgente finale, così come perfette nelle colorature nel duetto da Cendrillon di Nicolas Isouard, introdotto con immancabile effetto di comicità dal pianoforte che ha intonato una nota suoneria da cellulare, a suggerire un colloquio telefonico. Ricche di pathos l’Aria del Principe da Cendrillon di Jules Massenet, offerta dal Mezzosoprano, l’Air de la fée dal’omonima opera di Pauline Viardott, dove non mancano i cromatismi, affidata al soprano, e i Couplets du flirt, da La Saint-Valentin di Frédéric Toulmouche, dove Caroline Meng si è destreggiata tra rimpianto e brio. Ancora elettrizzanti ventate di brio nella terza sezione, Réjouissance, con il duetto, in tempo di Valzer, da Cendrillon di Massenet, e i brani da Le Voyage dans la lune di Offenbach – l’Air de la Princesse Fantasia (del soprano) e il celebre Duo de la Pomme, dove le interpreti hanno anche brillato nelle colorature – con l’intermezzo dell’Air de la Duchesse da la Fille du Tambour-Major, ancora di Offenbach, offerta da una Caroline Meng giustamente enfatica. Grande successo. Foto Rocco Grandese