Teatro del Giglio di Lucca. Festival: i giorni di Puccini”
“José Carreras in concerto”
Tenore José Carreras
Pianoforte Lorenzo Bavaj
Musiche di Alessandro Scarlatti, Giuseppe S. Mercadante, Mario P. Costa, Ruggero Leoncavallo, Francesco P. Tosti, Giacomo Puccini, Carlos Gardel, Carlos Guastavino, Edvard Grieg, Astor Piazzolla, Alexandre Derevitsky, Salvador D’Esposito, Giuseppe Cioffi, Nicola Valente, Furio Rendine.
Lucca, 10 gennaio 2016
Il Festival “Lucca – I giorni di Puccini” 2015/16, inauguratosi a novembre con un allestimento di Madama Butterfly, si è concluso con un recital di José Carreras, evento che ha registrato il tutto esaurito in poche ore non appena il botteghino ha messo in vendita i biglietti alcuni mesi fa, tanto che il Teatro del Giglio ha installato un maxischermo nella chiesa di San Francesco per accontentare almeno in parte coloro che non erano riusciti ad entrare in teatro. Questo basta a dare un’idea di quanto il tenore catalano sia da tempo entrato nel mito: scoperto e lanciato dalla concittadina Montserrat Caballé, Carreras (che era apparso al Teatro del Giglio soltanto in occasione di una Bohéme con Katia Ricciarelli sotto la bacchetta di Bartoletti nel 1974) divenne sin dal debutto a soli ventiquattro nel 1970 anni uno dei tenori più acclamati e richiesti fino al momento in cui nel 1987 la leucemia lo costrinse ad abbandonare le scene, per ritornare prepotentemente alla ribalta nel 1990 con il “concerto dei tre tenori”, che lo rese enormemente popolare anche fra coloro che non avevano mai messo piede in un teatro d’opera. In casi del genere, quando ad apparire sul palcoscenico è un mito e non un cantante, sarebbe superfluo indugiare in una recensione dettagliata della prestazione del tenore, ed è più saggio limitarsi ad una descrizione dell’evento. Esordirò comunque sottolineando che, al contrario di molti altri ex-grandi che si ostinano a cantare le opere che li hanno resi famosi ed in alcuni casi ad aggiungere ruoli improbabili, Carreras è ben consapevole dei propri limiti, come dimostra il programma completamente incentrato sulla romanza da salotto, con particolare enfasi su quella napoletana, genere che pochi altri cantanti hanno esplorato con la stessa profondità. Lo strumento ha ormai perso quasi completamente corpo, smalto, volume, per non parlare dell’estensione, che lo ha portato ad abbassare di un tono o più quasi ogni aria del programma; è doveroso comunque osservare che l’ottava o poco più che gli rimane a disposizione non presenta segno alcuno di oscillazione. Intatta è anche una delle sue qualità maggiori, quella partecipazione emotiva e espressività che ai tempi d’oro gli conquistarono legioni di ammiratori (e soprattutto ammiratrici). La temperatura emotiva in sala è cresciuta durante lo svolgimento del concerto; la prima parte prevedeva arie di Scarlatti, Mercadante, Costa, Tosti e ovviamente Puccini, ma è stata la seconda metà, con canzoni spagnole e napoletane a mandare in visibilio il pubblico che ha inoltre richiesto e ottenuto ben quattro bis. Lo accompagnava al pianoforte Lorenzo Bavaj, suo collaboratore da decenni, che ha anche ottimamente eseguito il Valse Coquette di Leoncavallo, il Piccolo Valzer di Puccini, Milonga del Angel e Muerte del Angel di Piazzola. Un inaspettato siparietto si è avuto durante l’intervallo allorché un altro celeberrimo tenore, Andrea Bocelli, accorso ad applaudire Carreras, ha sorpreso e deliziato il pubblico accompagnandosi in un’aria al pianoforte nel ridotto del teatro. Foto Alcide / Lorenzo Breschi