Fano, Teatro della Fortuna: “Madama Butterfly”

Teatro della Fortuna – Stagione Lirica 2015/2016
“MADAMA BUTTERFLY” 
Tragedia giapponese in due atti su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio San DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI
Suzuki  RAFFAELLA LUPINACCI
Kate Pinkerton  ALIONA STARICOVA
B.F. Pinkerton  VINCENZO COSTANZO
Sharpless  DAMIANO SALERNO
Goro  GREGORY BONFATTI
Il principe Yamadori/Yakusidé  ANDREA PORTA
Lo zio Bonzo  ALESSIO DE VECCHIS
Il commissario imperiale DAVIDE FILIPPONI
La madre  MARGARITA GUGLIELMI
Ufficiale del registro GIANFRANCO GRICINELLA
La cugina  SERENA ALLEVI
Dolore  CARLO CITTADINI
Orchestra Sinfonica Gioacchino Rossini
Coro Ventidio Basso
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del coro Giovanni Farina
Regia, scene, costumi e luci Pierluigi Pizzi
Coordinamento di produzione Associazione Arena Sferisterio-Teatro di Tradizione
Produzione rete lirica delle Marche (Teatro Ventidio Basso di Ascoli, Teatro della Fortuna di Fano, Teatro dell’Aquila di Fermo)
Fano, 28 novembre 2015
Apre la stagione lirica del Teatro della Fortuna di Fano (ma non quella della Rete Lirica delle Marche) la Madama Butterfly di G. Puccini per la regia, scene e costumi del maestro Pier Luigi Pizzi. Questo adattamento di una produzione nata nel 2009 per gli ampi spazi dello Sferisterio di Macerata, nulla ha tolto alla bellezza ed all’eleganza scenica del progetto originario, anzi, nei più piccoli spazi dei tre teatri storici di Ascoli Piceno, Fermo ed appunto Fano, sono andati ad accentuarsi il carattere delicato ed intimo dell’opera evidenziandosi così ancor meglio la psicologia dei personaggi. Come dichiarato dallo stesso Maestro Pizzi: “Non rinnego lo spettacolo che si è visto allo Sferisterio, che anzi fu accolto con commosso consenso, ma qui in spazi più raccolti niente va perduto”. L’impianto scenografico è piuttosto tradizionale: la casa di Butterfly al centro, staccionate lungo i fianchi della dimora che vanno a chiudere le scene ed una piattaforma di legno frontale dove via via si susseguono le vicende dei personaggi. Nonostante tutto possa sembrare all’apparenza immobile, in questo allestimento non c’è mai alcuna fissità: le bellissime luci, i movimenti coreografici e corali e, non da ultimo quello dei protagonisti, rendono lo spettacolo dinamico e mai scontato; anzi, viene spesso arricchito di momenti di grande poesia ed intimità come nel balletto tra l’alter ego di Butterfly e Pinkerton prima della tragedia annunciata. Pier Luigi Pizzi, anche nei costumi come nelle scene e nella regia, punta sulla sobria eleganza delle linee e nelle forme di tradizione, ma sempre con garbo e senza eccessi, togliendo quanto non sia strettamente necessario e puntando sempre e solo all’essenziale. Il direttore Francesco Ivan Ciampa ha saputo trovare la giusta chiave per dipanare la straordinaria partitura di Puccini, tutta percorsa com’è da atmosfere sempre diverse ed intriganti. Buona la prova dell’Orchestra Sinfonica Rossini che ha saputo assecondare la bacchetta del maestro con grande professionalità e partecipazione. Da un punto di vista vocale, veramente rimarchevole è stata la prestazione del soprano Donata d’Annunzio Lombardi (Madama Butterfly). Nonostante un inizio un poco sottotono, la cantante ha saputo via via emergere grazie ad una solida linea di canto, sicura nell’affrontare le folate drammatiche che Puccini riserva alla sua protagonista, assumendo una personalità delicata ma non flebile. La sua vocalità ben timbrata è ben servita all’espressione della fede di Madama Butterfly nel vagheggiato ritorno di Pinkerton, fino alla tragicità di “Tu, tu piccolo Iddio”, tutto risolto senza ridondanze o patetismi. Il tenore Vincenzo Costanzo non è stato da meno per temperamento e per vigore. Anche lui ha avuto un inizio trattenuto, ma è immediatamente migliorato, emergendo per la bellezza di un colore privilegiato, lo squillo del registro acuto e l’estroversa passionalità di un canto sorretto da una buona tecnica e da un fraseggio forse alle volte un po’ eccessivo, ma in verità sempre credibile e piacevole. Giovanissimo, ma molto promettente. Della prestazione di Damiano Salerno (Sharpless) ciò che emerge non è solo lo strumento vocale importante, ma l’espressività sia focosa sia patetica che sottolinea l’intimità del personaggio. Attenta e precisa Raffaella Lupinacci (Suzuki) che si distingue per la voce ben emessa ma anche per l’interpretazione scenica molto accorata e partecipe. Completano il cast il bravo Gragory Bonfatti (Goro), Andrea Porta (Principe Yamadori), il tonante Alessio De Vecchis (Zio Bonzo) ed una pallida Aliona Staricova (Kate Pinkerton). Sottotono il Coro Ventidio Basso che nell’attesissimo intervento a bocca chiusa risultava pressoché impercettibile. Compatta e calorosa l’accoglienza degli spettatori, equamente distribuita a tutti gli artefici dello spettacolo. Foto Luigi Angelucci