Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma Stagione 2015-16
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore Manfred Honeck
Maestro del Coro Ciro Visco
Soprano Krassimira Stoyanova
Mezzosoprano Luciana D’Intino
Tenore Stefano Secco
Basso Liang Li
Giuseppe Verdi: “Messa da Requiem” per soli, coro e orchestra
Roma, 10 novembre 2015
Appuntamento atteso dal pubblico questo requiem verdiano affidato alle cure del direttore Manfred Honeck e ad un quartetto di affidabili professionisti nella stagione dei concerti in corso presso l’Accademia di Santa Cecilia di Roma. La messa, scritta da Verdi in occasione della morte del da lui venerato Alessandro Manzoni, racchiude in se le perplessità dell’uomo verdiano di fronte al mistero della morte e ben rappresenta nella varietà degli stili scelti e delle emozioni che trasmette le contraddizioni, i dubbi e le confessioni di un uomo profondamente e dichiaratamente laico che giunse alla propria maturità nel pieno della crisi culturale che attraversò le coscienze dei cattolici dopo il 1870 con la fine del potere temporale del papato e l’unificazione dell’Italia sotto il dominio piemontese e massonico. A questo va aggiunto che anche lo stesso Manzoni ebbe un percorso di ricerca della fede indiscutibilmente fecondo ma tutt’altro che lineare. Chiarissima ed intensa la lettura di questa evidentemente amata partitura del direttore Manfred Honeck, abilissima nel trovare un giusto e sapiente equilibrio tra la dimensione terrena e spirituale del mistero della morte grazie ad una alternanza tra la violenta forza percussiva di alcuni episodi come il Dies Irae e l’ampio e rassicurante afflato melodico delle frasi del Kirie e dell’Offertorio, con un raro ed efficace rispetto del valore espressivo contenuto nelle pause che separano le frasi musicali ed i vari episodi, necessarie oasi di riflessione personale. Bravissimi l’orchestra ed il coro evidentemente coinvolti ed attenti nel seguire le indicazioni date dal direttore. Ottime le voci soliste femminili rispettivamente il soprano Krassimira Stoyanova e il mezzosoprano Luciana D’Intino. Meno buona la prova del tenore Stefano Secco intervenuto in sostituzione del collega scritturato, per peso vocale insufficiente e scarsa concentrazione esecutiva. Migliore e nel complesso convincente la prestazione offerta dal basso Liang Li che a dispetto di un’emissione in alcune frasi approssimativa è apparso intenso e partecipe nelle tante belle frasi della sua parte. Al termine, in un silenzio profondissimo ed assoluto che è parso durare un’eternità nella quale qualsiasi altra cosa sarebbe sembrata una profanazione, il direttore ha molto lentamente abbassato la bacchetta e la sala è finalmente esplosa un lungo, caloroso e liberatorio applauso.