Milano, Teatro alla Scala: “La bella addormentata nel bosco”

Milano, Teatro alla Scala, Stagione di Balletto 2014 – 2015
“LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO”
Balletto in un prologo e tre atti
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografia Marius Petipa
Messa in scena e integrazioni coreografiche Alexei Ratmansky
Assistente coreografo Tatiana Ratmansky
La principessa Aurora SVETLANA ZAKHAROVA
Il principe Désiré JACOPO TISSI
Carabosse MASSIMO MURRU
La Fata dei Lillà NICOLETTA MANNI
L’Uccello Blu ANGELO GRECO
La principessa Fiorina VITTORIA VALERIO
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
Direttore Vladimir Fedoseyev
Scene e Costumi Richard Hudson ispirati al lavoro di Léon Bakst
Luci James F. Ingalls
Nuova produzione Teatro alla Scala
In coproduzione con American Ballet Theatre
Milano, 6 ottobre 2015

“Rassicuratevi, re e regina: è vero ch’io non ho tanto potere da disfare quel che ha fatto la mia anziana. La principessa avrà la mano bucata da un fuso; ma invece di morirne, cadrà solo in un sonno profondo, che durerà cento anni, in capo ai quali il figlio di un re verrà a svegliarla”. La Bella Addormentata si risveglia al Teatro alla Scala dopo un sonno durato 8 anni e in una veste tutta nuova, a firma Alexei Ratmansky. Per riproporre il capolavoro di Petipa – Čajkovskij, il coreografo americano rivive due momenti della storia del balletto: la nascita, nel 1890 al Marinskij di Pietroburgo, e il primo “risveglio” ad opera dei Ballets Russes di Diaghilev, datato Londra 1921. Se del debutto Ratmansky riprende lo stile, tramandato nei quaderni della notazione di Stepanov custoditi ad Harvard, della rinascita ciò che ritorna è lo sfarzo delle scene e dei costumi di Léon Bakts, perfezionati da Richard Hudson per una produzione che risulta vincente da ogni punto di vista. Coreograficamente, il ritorno allo stile imperiale russo fa emergere un modo di ballare di gran lunga differente rispetto ai canoni attuali, che piace e che la compagine scaligera interpreta in modo eccellente. Niente linee troppo estese o gambe troppo elevate, nessuno sfoggio di atletismo ma solo compostezza ed armonia. Visivamente, lo sfarzo dei costumi ci riporta alla corte francese di Luigi XIV e ci regala quadri di grande suggestione, soprattutto nel primo atto in cui si alternano momenti di colore e vivacità – quali il valzer delle ghirlande, a scene di regalità e perfezione nella candida corte imperiale. Il risultato è una Bella meravigliosa, già apprezzata all’American Ballet Theatre di New York (coproduttore dello spettacolo) e già vincitrice del Premio FEDORA – Van Cleef & Arpels Prize for Ballet.
La recita del 6 ottobre è un trionfo. Stupenda Svetlana Zakharova nel ruolo della Principessa Aurora. Lontana dalle celebri iperestensioni cui siamo abituati, la sua performance è pura delicatezza, con movimenti filigranati ed eseguiti con l’eleganza di un ricamo. Esemplare l’Adagio della Rosa, in cui nonostante qualche incertezza negli equilibri, Zakharova esplode nella bellezza della gioventù in fiore. Il Principe Désiré è Jacopo Tissi, ventenne diplomato nel 2014 alla Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala. Dopo i forfait di David Hallberg e Sergei Polunin, entrambi infortunati, il Direttore Makhar Vaziev punta su un giovanissimo talento, appena arrivato tra le fila scaligere dal Wiener Staatsballet. Sicuro nella partnership, eccellente nelle batterie, Tissi tiene la scena senza paura e con charme da vero professionista. Nicoletta Manni non sbaglia un ruolo. Anche nella veste di Fata dei Lillà conferma un talento duttile e poliedrico, regalando variazioni tecnicamente impeccabili come la tradizione Petipa vuole, arricchite da un’interpretazione pantomimica estremamente regale come il ruolo richiede. Applauditissimo Massimo Murru, che ricalca le scene scaligere dopo una lunga assenza con un magnetico ed energico Carabosse. Note di merito per Vittoria Valerio e Angelo Greco, protagonisti del pas de deux dell’Uccellino Azzurro, e per l’intero Corpo di Ballo, dai più grandi ai più piccoli allievi della Scuola di Ballo. La Bella di Ratmansky si è rivelata senza dubbio una produzione di grandissimo valore, allestita con cura ed eccellenza fin nei più piccoli dettagli. Ciliegina sulla torta, la bacchetta vigorosa di Vladimir Fedosoyev, che ha dato corpo e sostanza alla magia rinchiusa nella partitura. Foto Brescia – Amisano © Teatro alla Scala di Milano