Parma, Teatro Regio, Festival Verdi 2015
“IL CORSARO”
Melodramma tragico in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, dal poemetto The Corsair di George Byron
Musica Giuseppe Verdi
Corrado BRUNO RIBEIRO
Medora JESSICA NUCCIO
Seid IVAN INVERARDI
Gulnara SILVIA DALLA BENETTA
Selimo MATTEO MEZZARO
Giovanni LUCIANO LEONI
Un eunuco SEUNG HWA PAEK
Uno schiavo SEUNG HWA PAEK
Filarmonica Arturo Toscanini
Coro del Teatro Regio di Parma
Maestro concertatore e direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del coro Martino Faggiani
Altro Maestro del coro Fabrizio Cassi
Regia Lamberto Puggelli
ripresa da Grazia Pulvirenti Puggelli
Scene Marco Capuana
Costumi Vera Marzot
Luci Andrea Borelli
Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
Allestimento del Teatro Regio di Parma
originariamente coprodotto con Teatro Carlo Felice di Genova
Parma, 20 ottobre 2015
Produzione nata sotto una stella davvero infausta quella de Il corsaro in scena in questi giorni al Festival Verdi come terzo e ultimo titolo operistico. Moltissimi cambiamenti all’interno del cast e una programmazione non propriamente avveduta (impossibile per chi viene da fuori Parma assistere a giorni ravvicinati a tutte e tre le opere in cartellone) non hanno offerto il giusto trattamento a questo Verdi ‘minore’. A conti fatti, sul versante musicale gli ultimi arrivati sono stati i migliori della compagnia pur con evidenti limiti. Il tenore portoghese Bruno Ribeiro, alla recita del giorno 20 è subentrato a Diego Torre, annunciato indisposto e contestato alla prima. Già interprete del ruolo a Busseto nel 2008 e a Bilbao nel 2010, ha mostrato una voce che si è fatta più piena, di discreto volume, non sempre squillante a causa dell’emissione che talora si fa ‘inscatolata’; può contare su una discreta verve scenica e sulla bella presenza. Tanto basti per un “last minute” e comprensibilissime risultano alcune lacune musicali e testuali. Ritroviamo anche Silvia Dalla Benetta tra gli interpreti della produzione bussetana e di Bilbao: giunge ora alla prova generale per sostituire Paoletta Marrocu che a sua volta sostituiva Virginia Tola. Tende a privilegiare il lato eroico di Gulnara riuscendo nel complesso convincente: un po’ retorica e incline al portamento (in particolare nel finale) ha esibito una vocalità più ampia e matura rispetto al passato benché appesantita nel timbro. Non convince la Medora di Jessica Nuccio, voce fragile, priva di qualsivoglia malia, talvolta a disagio nel dosaggio del fiato. Ivan Inverardi è un Seid monolitico ma funzionale, impostato su un’unica dinamica (il forte) e di emissione arruffata. Completavano il cast Matteo Mezzaro (Selimo), Luciano Leoni (Giovanni) e Seung Hwa Paek (Eunuco e Schivo). Occorre infine rilevare come il timone di questo Corsaro fosse particolarmente mal retto. Francesco Ivan Ciampa (subentrato ad Alain Guingal) ha diretto in modo sbrigativo e spesso superficiale: tutte le pagine di questo sintetico “fumettone”, dai personaggi sì unidimensionali ma affossati ancor di più dal magma incontrollato della direzione, sono sembrate davvero sfuggirgli di mano. Sottotono anche le prove della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio, colto in una serata oltremodo fiacca. Resta da dire del bellissimo spettacolo di Lamberto Puggelli, qui ripreso dalla moglie Grazia Pulvirenti Puggelli, che invece ha colto lo spirito dell’opera e non mostra affatto i segni tempo. Insieme ai costumi di Vera Marzot, alle luci di Andrea Borelli e alle scene di Marco Capuana, tutto concorre a dipingere in modo perfetto questo romanticismo di maniera fatto di odalische, battaglie e duelli (il Maestro d’armi è Renzo Musumeci Greco), fanciulle che come fantasmi nella notte compaiono recando una lanterna in mano. La tempesta delle contestazioni non si è scagliata sulla seconda recita che è passata indenne, accolta da applausi cortesi e piuttosto svogliati. Foto Roberto Ricci – Teatro Regio di Parma