Teatro Real de Madrid – Temporada 2015-2016
“LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO”
Balletto in tre atti su libretto di Nacho Duato, basato sull’originale di Iván Vsevolozhski
Musica Piotr I. Chaikovski
Coreografia Nacho Duato
Re Florestan MICHAEL BANZHAF
Regina BEATRICE KNOP
Principessa Aurora IANA SALENKO
Principe Désiré MARIAN WALTER
Catalabutte ARSHAK GHALUMYAN
Tata MARTINA BÖCKMANN
Paggi ELVIS ABAZI, TY GURFEIN
Candide ANASTASIA KURKOVA, DOMINIC HODAL
Fleur de farine WERONIKA FRODYMA, ALEXEJ ORLENCO
Miettes qui tombent ILENIA MONTAGNOLI, KÉVIN POUZOU
Canari qui chante MARINA KANNO, FEDERICO SPALLITTA
Violante ELENA PRIS, OLAF KOLLMANNSPERGER
Fée de Lilas SARAH MESTROVIC, NIKOLAY KORIPAY
Carabosse RISHAT YULBARISOV, ALEXANDER ABDUKARIMOV, TARAS BILENKO, ARTUR LILL, VLADISLAV MARINOV, LUCIO VIDAL, WEI WANG
Quattro principi NIKOLAV KORYPAEV, KÉVIN POUZOU, ALEXEJ ORLENCO, OLAF KOLLMANNSPERGER
Duchessa SEBNEM GÜLSEKER
Trio MARINA KANNO, ALEXANDER SHPAK, ULIAN TOPOR
Zaffiro ANASTASIA KURKOVA
Ametista WERONIKA FRODYMA
Oro ELENA PRIS, KÉVIN POUZOU
Gatti PATRICIA ZHOU, ALEXANDER SHPAK
Uccello azzurro e Principessa Florine MARINA KANNO, NIKOLAY KORYPAEV
Cappuccetto rosso e il Lupo MARIA GIAMBONA, GIACOMO BEVILACQUA
Il re rana e la principessa LISA BREUKER, WEI WANG
Cenerentola e il principe AOI SUYAMA, TY GURFEIN
La bella e la bestia XENIA WIEST, TARAS BILENKO
Cortigiani, contadini, cacciatori, ninfe CORPO DI BALLO STAATSBALLET BERLIN
Scene e costumi Angelina Atlagić
Luci Brad Fields
Orquesta del Teatro Real de Madrid
Direttore Pedro Alcalde
Madrid, 6 settembre 2015
Il Teatro Real di Madrid apre la stagione 2015-2016 con il balletto. E ha scelto una delle compagnie più all’avanguardia che esista per una degna inaugurazione: lo Staatsballett Berlin, che rappresenta l’amore per le arti gestito con intelligenza e competenza, con un cast incredibilmente internazionale sotto la direzione di un maestro dall’esperienza intramontabile come Nacho Duato (lo spagnolo unico straniero a dirigere il teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo, che l’istituzione di Berlino ha poi chiamato non solo per arricchire il proprio repertorio ma anche per orientare al moderno-contemporaneo il proprio stile). La nuova gestione della compagnia ha un’attenzione capillare per ogni aspetto pratico: economicamente in buona salute, opera in tre istituzioni teatrali come lo Staatsoper im Schiller Theater, la Deutsche e la Komische Oper Berlin, senza tralasciare nessun canale comunicativo; basti dire che il sito ufficiale dello Staatsballet Berlin ha vinto un premio internazionale della grafica quale miglior sito di danza al mondo.
Nella tournée madrilena lo Staastballet Berlin presenta una versione nuova della Bella addormentata nel bosco (accompagnata dall’orchestra titolare del Teatro Real) e un trittico di coreografie moderne, due di Nacho Duato e una di Marco Goecke. La risposta del pubblico al primo titolo è stata immediata, con il teatro esaurito in tutte le rappresentazioni; ed è stata realizzata in modo grandioso una delle favole rese celebri dalla musica di Chaikovski: variazioni con elementi più moderni e dinamici rispetto alle solite versioni del Novecento (come quella di Nureyev), linee decisamente trasformate, con tutto modernizzato ma senza rinunciare al romanticismo e allo stile originario dell’opera. Nella modernizzazione rientra anche il taglio di quasi tutte le danze di carattere, che in pratica ha risparmiato soltanto una brevissima mazurka nel II atto. Costumi e scenografia sono molto ricchi e moderni, tanto dinamici da sembrare creati per il cinema, i cappelli mignon con una estetica nuova e creativa. Nella conferenza stampa che ha preceduto lo spettacolo abbiamo sentito parlare gli autori che lavorano dietro le quinte per realizzare tutto l’allestimento: la pluripremiata disegnatrice di costumi Angelica Atlagić, originaria della Macedonia; l’architetto iracheno Jaafar Chalabi, che nella scenografia ha abbondato in pennellate (e non solo pennellate) in stile rococò; il maestro Nacho Duato introduceva e dialogava con tutto il suo staff con grande ammirazione professionale.
In merito alla collaborazione dei vari settori, va spesa subito una parola di grande elogio per la Orquesta Titular del Teatro Real diretta da Pedro Alcalde: la musica di Chaikovski è stata eseguita con grande raffinatezza, senza pesantezze o effetti scontati, ma anzi con pregevole cura dei dettagli coloristici e delle dinamiche dei vari numeri.
Il corpo di ballo è stato squisito: rispettava i disegni coreografici dalle linee pulite che rappresentano l’ambiente di corte. E le sue possibilità sono state sfruttate al massimo, perché i quadri erano completi a livello visivo e magici per la bellezza dei costumi. Il I atto era tutto nelle sfumature dell’oro, del beige, del rame, del bronzo, per disegnare insomma un regno molto fastoso; nel II atto tutto era fiorito sotto tante tonalità di verde che annuncia la primavera e di rosa in molteplici sfumature, a presentare una principessa che giunge all’età adolescenziale; il III atto era tutto in bianco e argento, colori simbolo di unione, purezza e trionfo del bene. Sono stati questi colori e il corpo di ballo – che costituiva una cornice assai movimentata – la principale fonte di scenografia, il tutto senza parrucche o eccesso di pizzi. Le fate sembravano ballare su polvere magica, in particolare Fée des Lilas (Sarah Mestrovic) e Violante (Elena Pris), tecnicamente molto pulite e precise, convincenti nell’interpretazione; tutto il quadro delle fate, del resto, è stato uno dei momenti in cui il coreografo ha modernizzato veramente le variazioni. Nel II atto poi Duato si è addirittura divertito, tanto nel riscrivere il libretto quanto nel creare l’immagine della strega Carabosse; la presenza maligna è interpretata da un ballerino di grandissime doti gestuali e di forza marcata (Rishat Yulbarisov), attorniato da sei seguaci dall’aspetto aracnide che eseguono continue acrobazie e contorsioni, quasi fossero le sei zampe di un enorme ragno nero; di contorno alla strega-uomo essi vivono di vita propria apposta per creare un quadro cupo e bizzarro. Il principe Désiré (Marian Walter) era bello e squisito nei modi; le sue variazioni erano nuove ed eseguite in modo molto pulito, con giri, salti, combinazioni perfette, con angolazioni diverse rispetto a quelle classiche a cui si è abituati; tecnicamente molto bravo, nell’interpretazione poteva sembrare un po’ freddo, anche se è vero che l’estetica dei grandi classici richiede una plasticità molto manierata. Forse mancava una teatralità un po’ più drammatica, soprattutto nel passo a due. Dell’étoile Iana Salenko, nelle vesti della principessa Aurora, si deve subito dire che è nata per questo tipo di ruoli: quando è apparsa in scena per la prima volta, la minuta fanciulla ucraina ha destato qualche perplessità, perché da tempo siamo abituati a silhouettes più slanciate. Ma Iana Salenko in mezzo minuto si è fatta valere, convincendo tutti con un’interpretazione molto dolce e un porgere estremamente pulito (che è poi la caratteristica numero uno della tecnica Vaganova), nell’en dehors, nei grand ronds de jambe giganteschi (sembravano più grandi di lei), in ogni adagio; aveva un controllo rigido ma godeva dell’attimo senza alcuna traccia di sforzo, con braccia fresche e morbide. Si è apprezzato un piccolo dettaglio nell’Adagio della Rosa, perché in quella parte tanto aspettata del balletto la Salenko è rimasta molto discreta, evitando qualsivoglia eccesso di virtuosismo.
Fra i ballerini solisti i due gatti del III atto sono stati i più bravi, decisamente divertenti per il modo in cui hanno interpretato il pezzo, che ha strappato un grandissimo applauso; Patricia Zhou, la partner femminile, è stata davvero bravissima, con una leggerezza felina nei passès e nel pas de chat altissimo, lanciata nei giri, e comunque sempre precisa; il partner, Alexander Shpak, era alla sua altezza. Molto apprezzati sono stati anche Cappuccetto rosso e il Lupo. Nel favolistico III atto ogni personaggio era caratterizzato da piccolissime sfumature, con un effetto d’insieme veramente molto bello. L’unico tocco di colore sgargiante è rimasto nell’Uccello azzurro, la cui parte è talmente conosciuta e attesa dal pubblico che il coreografo non ha voluto modificarla. E l’interpretazione è stata ottima. Nel finale i sudditi recano sulla scena un velo nuziale di pizzo lungo più di dieci metri per coronare l’unione dei due principi, che guardano gli spettatori mentre restano languidamente abbracciati, sugli accordi finali della partitura. Questa conclusione ha mandato il pubblico in visibilio, e ha fatto prorompere un applauso di interminabile entusiasmo per tutti gli interpreti.
Nella stagione 2015-2016 la compagnia mette in scena a Berlino quattordici produzioni, tra classici e novità; nella prossima tournée ad Hong Kong sarà riproposta La bella addormentata, che certamente incanterà gli spettatori dell’estremo oriente come ha saputo commuovere la capitale dell’Europa occidentale, Madrid. Foto Javier del Real – Teatro Real