Verona, Teatro Filarmonico, Il Settembre dell’Accademia 2015, XXIV Edizione
Baltic Sea Youth Philharmonic Orchestra
Direttore Kristjan Järvi
Marimba Heigo Rosin
Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov: Capriccio Spagnolo Op. 34
Erkki-Sven Tüür: “Ardor” – Concerto per marimba e orchestra
Jean Sibelius: Sinfonia n. 3 in Do maggiore Op. 52
Verona, 15 Settembre 2015
Squadra che vince non si cambia. Così deve aver pensato la direzione dell’Accademia Filarmonica di Verona dopo lo strepitoso successo della Baltic Sea Youth Philharmonic nell’edizione 2014 de “Il Settembre dell’Accademia”. La Baltic Youth Philharmonic Orchestra si ripresenta dunque a Verona, guidata ancora una volta dal suo direttore-fondatore-trascinatore Kristjan Järvi, e sebbene (come avviene di norma per le orchestre giovanili) l’organico si trovi di anno in anno completamente rinnovato lo spirito dirompente della compagine sembra non risentirne. Il programma proposto in quest’occasione prevedeva in apertura il Capriccio Spagnolo Op. 34 di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, piacevole immersione nelle suggestioni culturali, letterarie e musicali spagnole. La composizione, per quanto non solistica nella sua versione definitiva, lascia tuttavia molto spazio al virtuosismo delle singole prime parti a cominciare dal violino (cui originariamente doveva essere dedicata) fino alle prime parti dei legni. La resa da parte dei giovani baltici è brillante sia negli episodi solistici che per compattezza orchestrale, e ben introduce il pubblico all’atmosfera festosa che contraddistingue le esibizioni della BSYP.
Segue l’interessante “Ardor” per marimba e orchestra, una delle opere più conosciute ed eseguite del contemporaneo estone Erkki-Sven Tüür. Apprezzatissima dal pubblico veronese, l’opera sfrutta a pieno le possibilità dinamiche e di suggestione della marimba anche attraverso un’orchestrazione sapientemente dosata nell’intreccio delle sonorità tra le sezioni e lo strumento solista. Particolarmente interessante l’effetto di pedale sonoro ottenuto attraverso la rapidissima percussione con bacchette molto morbide dei medesimi tasti, a creare una eco avvolgente ed eterea entro cui spesso andavano a mescolarsi i singoli colori degli strumenti orchestrali. La parte solistica era affidata a Heigo Rosin, percussionista-karateka che ha fatto delle sue passioni un’unica arte, associando la sua (frenetica) professione di musicista ad una ricerca dell’armonia dei movimenti da vero cultore delle arti marziali, riuscendo ad arricchire le sue performance di un aspetto visivo spettacolare e coinvolgente. Grande successo per Rosin al termine di una performance brillante sotto ogni punto di vista, premiato con ben tre fuori programma. A conclusione del concerto non poteva mancare una composizione di Jean Sibelius, tra le più grandi personalità musicali nella storia della cultura baltica.
Ecco quindi la Sinfonia n. 3 in Do maggiore Op. 52, lavoro datato 1907 ma stilisticamente piuttosto lontano dalle due sinfonie precedenti. Qui lo spirito tardo romantico lascia spazio ad una scrittura meno fitta, e ad un ideale compositivo che sembra rivolgersi indietro verso le strutture classiche, rivelando (finalmente) una certa attenzione di Sibelius delle tendenze musicali imperversanti in Europa.
Come era stato per l’iniziale pagina di Rimskij-Korsakov, anche quest’opera riserva molto spazio all’apporto solistico delle singole prime parti che si sono mostrate sempre all’altezza del ruolo, sotto l’attenta mano di Jäärvi che con grandissimo carisma trascina i suoi ragazzi in un’esibizione di ottimo livello. Risalta particolarmente una maniacale attenzione all’insieme tra le sezioni, mai neppure minimamente scollate nell’arco dell’intera esecuzione della sinfonia. Ciò che maggiormente colpisce della Baltic Sea Youth Philharmonic resta anche in questa seconda occasione quello spirito giocoso, trascinante e noncurante con cui i giovanissimi componenti dell’orchestra si accostano ad un’attività professionale fatta di sacrifici, fatica e studio senza fine. Divertirsi per divertire e arrivare così all’attenzione del pubblico, aggirando le polverose regole della sala da concerto seppur senza stravolgerle. In quest’ottica neppure le movenze da rockstar di Jäärvi sembrano fuori luogo, ma al contrario paiono diventare ulteriore passo in avanti verso gli ascoltatori e il loro coinvolgimento (come ben insegna il marimbista-karateka) anche visivo. Il pubblico, attentissimo e partecipe fino alla fine del concerto, ha tributato nuovamente un pieno consenso e grande entusiasmo a Jäärvi e alla BSYP, premiato da tre ulteriori fuori programma. Foto Brenzoni