Il corpo di Ballo del Teatro di San Carlo è in dichiarata “rinascenza” e, dopo venticinque anni di benemerita Direzione “Razzi”, sta per avvenire l’epocale passaggio di testimone alla guida della più antica Istituzione scolastica coreica in un ente lirico (e ci riserviamo di approfondire l’argomento prossimamente). Non possiamo, pertanto, non interessarci a due talenti partenopei giovanissimi e volati all’estero. Uno al femminile e uno al maschile. Lei è Francesca Faella, già dotatissima allieva della Scuola di Ballo del Massimo napoletano, che ora prosegue i suoi studi in uno dei templi della danza mondiale, l’Accademia Vaganova di San Pietroburgo. Lui è Luigi Crispino, neodiplomato con tutte le carte in regola per sfidare tutti: ha spiccato il volo per i lidi di New York – ABT Summer School. Due perle nostrane da scoprire e incoraggiare, anche se le idee chiare già ce le hanno. Iniziamo da Francesca, classe 1998, napoletana doc. Le rivolgiamo alcune domande mirate.
Come hai avuto l’opportunità di andare a studiare all’Accademia Vaganova? Chi ti ha scelta e in quale occasione.
Ho cominciato a studiare danza all’età di tre anni e mezzo; a undici anni ho fatto l’audizione per la Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo, dove sono stata ammessa al 1° corso. L’Accademia Vaganova è considerata il tempio della danza classica e andare a studiare lì è sempre stato il mio sogno: ho inviato delle foto e un video e sono stata visionata da una delle insegnanti, dopodiché mi hanno accettata e ora sono una dei circa 40 stranieri che frequentano i corsi.
Che tipo di lavoro svolgi lì? Quante ore di lezione al giorno, le materie di studio e qual è la principale differenza con la scuola napoletana.
Studiamo ogni giorno per circa due ore la tecnica classica secondo il metodo Vaganova (qui un breve video che la ritrae durante una lezione), che viene tramandato dalle insegnanti più anziane alle giovani per conservare questo prezioso patrimonio. Inoltre ci sono le lezioni di Passo a due, Repertorio, Danze di Carattere, Danza Contemporanea e Mimo, a cui si aggiunge il corso di lingua russa, solo per noi stranieri. Insomma, ogni giorno siamo impegnati nelle lezioni per circa 6 ore e 45 minuti. Quando mi chiedono le differenze tra la scuola russa e quella napoletana rispondo sempre che si tratta di un paragone non semplice in quanto il governo russo, a differenza di quello italiano, considera la danza una delle principali forme di arte (solo al Teatro Mariinsky va in scena almeno un balletto di repertorio a sera) e investe molto nella formazione dei ballerini. Di conseguenza il livello tecnico-artistico è molto elevato. L’Accademia conta 300 allievi, 75 insegnanti di danza, 30 sale e un teatrino interno. L’Ente lirico napoletano, invece, combatte purtroppo con i bilanci e la mancanza di fondi, e questo sicuramente condiziona la qualità della preparazione.
Sei da sola o sei stata seguita da qualcuno della tua famiglia? Quanto è difficile andare via ma cosa ti fa resistere.
Mi sono trasferita da sola e vivo nel convitto dell’Accademia, anche se mia madre viene a trovarmi quando le è possibile. Andare via da casa è stato molto difficile perché mi manca tanto la famiglia, ma anche per il clima rigido e la necessità di imparare una lingua nuova e così diversa dalla nostra. Cerco di superare le notevoli difficoltà grazie alla mia forte passione per la danza e alla consapevolezza che mi trovo in una delle scuole più prestigiose del mondo, ma i momenti di sconforto e di tristezza sono comunque tanti.
Noti molta differenza nell’ambiente rispetto a Napoli?
C’è molta differenza tra i due ambienti perché lì la nostra vita è completamente incentrata sulla danza, che occupa tutta la giornata senza lasciare spazio ad altro. Siamo tutte fortemente motivate ma, nonostante ciò, c’è una competizione non cattiva. Io ammiro chi è migliore di me e cerco di imparare.
Che tipo di scuola dell’obbligo frequenti là e quante volte riesci a rientrare in Italia?
Esiste un liceo interno, ma è frequentato solo da chi è di madrelingua russa. Io frequento da privatista il liceo scientifico e qui in Italia dovrò sostenere l’esame per passare al 4° anno. Posso rientrare in Italia solo a gennaio per le vacanze natalizie russe e in estate per le vacanze estive.
Luigi Crispino è invece il nuovo principe della schiera di professionisti formatisi sotto la direzione Razzi. Proveniente da Frattamaggiore, in provincia di Napoli, ha da poco compiuto diciotto anni. Ha interpretato il ruolo di Oberon nello spettacolo di fine anno della Scuola ed è immediatamente volato oltreoceano per una importante occasione di studio all’ABT.
Come hai iniziato il tuo percorso nel mondo della danza?
Fin da bambino sono sempre stato attratto dalla musica, mi piaceva muovermi perché lo trovavo divertente, così i miei genitori decisero di iscrivermi in una scuola di danza vicino casa dove un giorno la mia insegnate, Kelly Grassia, mi propose di partecipare all’audizione per la Scuola di ballo del Teatro di San Carlo. Ero troppo piccolo e non avevo consapevolezza di ciò che facevo o di quello che avrebbe potuto riservarmi il futuro, tuttavia ballare mi faceva stare bene. Così, a soli otto anni, iniziò il mio percorso di formazione alla scuola di ballo del Teatro di San Carlo. Una magnifica avventura durata dieci anni indimenticabili, che resteranno sempre nella mia mente e nel mio cuore. Inizialmente non è stato facile per me, perché ero ancora troppo debole, ma la passione che iniziavo a nutrire per la danza, insieme alla mia caparbietà, mi dava la forza di migliorare. E questo grazie alla mia direttrice, Anna Razzi, e agli insegnati che mi hanno formato nella scuola, come Martha Iris Fernandez Aguero e Antonina Randazzo, che mi hanno insegnato a controllare il mio corpo. Nella scuola ho avuto molte opportunità: lo scorso inverno, ad esempio, nonostante tutti i problemi burocratici causati dalla mia età – visto che ero minorenne – la mia Direttrice decise di portarmi ad ogni costo, insieme ad altri alunni, in viaggio a Mosca in occasione del conferimento del Premio Roma Jia Ruskaja, un viaggio organizzato da Larissa Anisimova su invito della Bolshoi Ballet Academy. In quell’occasione ho potuto danzare al
Bolshoi Ballet Academy Theatre di Mosca e al Teatro dell’Opera di Astrakhan insieme ad allievi delle più rinomate Accademie del mondo: The School of the Hamburg Ballet, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, la Bolshoi Ballet Academy e la Jaqueline Kennedy Onassis School at ABT diretta da Franco De Vita.
Chi ti ha dato la possibilità di studiare a New York?
Proprio quest’ultimo mi notò e mi offrì di partecipare ai corsi della Summer Intensive all’ABT decidendo di assegnarmi una borsa di studio.
Che tipo di lezioni stai facendo e com’è il nuovo lavoro di tecnica.
Alla Summer Intensive dell’ABT facciamo cinque classi diverse al giorno tra tecnica, lezioni maschili, passo a due, repertorio, moderno, jazz, yoga, pilates, carattere. Le giornate sono davvero intense, ma avere l’opportunità di lavorare in questo modo è davvero entusiasmante.
Resteresti a NY?
Se resterei a New York? Perché no! Sono uno spirito libero, adoro viaggiare, scoprire, fare esperienze diverse. E poi come tante altre città New York ha il suo tocco magico… In poche parole incantevole, sembra di essere in un film!
Idee chiare sul futuro?
Non so cosa potrebbe riservarmi il futuro, quali potrebbero essere le mie scelte, o in quale città mi piacerebbe cercare lavoro; cerco di sfruttare semplicemente le opportunità che il destino mi presenta. Una cosa è sicura, farò di tutto per inseguire il mio sogno: ballare !
Qual è il tuo modello artistico?
Il mio modello artistico? Roberto Bolle.
E che nuovo Bolle sia. Auguriamo a questi ragazzi, che con ostinazione e sacrificio inseguono il proprio sogno, di portare alto il nome della danza italiana nel mondo come già hanno fatto importanti predecessori. Perché il nostro Paese ricordi che potrebbe vivere di Arte (foto Alessio Buccafusca, Federica Capo).