Giuseppe Verdi:”Celeste Aida”, “Ritorna vincitor”, “La fatal pietra” (Aida); “D’amor sull’ali rosee…Miserere…Tu vedrai…(Il Trovatore); Giacomo Puccini: “Recondita armonia”, “Vissi d’arte”, “E lucevan le stelle”, “Mario…Mario” (Tosca); Pëtr Ilič Čajkovškji: “Krasavitsa! Boginya! Angel!”, “Uzh polnoch blizitsya”, “A yesli mne v otvet chasy probyut”(Pikovaja dama). Dinara Alieva (soprano), Aleksandrs Antonenko (tenore). Kaunas City Symphony Orchestra, Costantine Orbelian (direttore). T.Time: 75’ca. 1 CD DELOS- DE3477 / 2015
Nuovo CD Delos dedicato a due figure emergenti del panorama lirico dei territori dell’ex Unione Sovietica, il tenore lettone Aleksandrs Antonenko classe 1975 già abbastanza noto al pubblico italiano e il soprano azero Dinara Alieva ancora meno presente sui nostri palcoscenici.
Nuovo CD Delos dedicato a due figure emergenti del panorama lirico dei territori dell’ex Unione Sovietica, il tenore lettone Aleksandrs Antonenko classe 1975 già abbastanza noto al pubblico italiano e il soprano azero Dinara Alieva ancora meno presente sui nostri palcoscenici.
Come in molti altri prodotti della casa discografica troviamo la parte orchestrale affidata alla Kaunas City Symphony Orchestra diretta da Costantine Orbelian che confermano le buone impressioni di solidità e professionalità già apprezzate in altre registrazioni.
Antonenko è sicuramente il più noto dei due interpreti ed è stato recentemente Calaf nella produzione scaligera chiamata ad aprire EXPO 2015. Rispetto all’esibizione milanese il cantante appare decisamente in maggior forma, il “Celeste Aida” posto in apertura mostra una voce imponente e musicalmente più centrata che in altre occasioni anche se l’acuto finale – fin troppo tenuto – lascia più di un dubbio su qualche aiuto in sede di registrazione mentre resta un certo senso di eccessiva laboriosità al momento dell’attacco così come il fraseggio non brilla per varietà. I brani da “Tosca” – “Recondita armonia” e “Vissi d’arte” – confermano le stesse impressioni e se la tessitura più centrale lo favorisce sul piano strettamente vocale la mancanza di naturalezza nell’emissione e la lingua italiana lo fanno risultare ancor più alieno almeno ad un orecchio italiano per il quale il canto di conversazione pucciniano è naturalmente percepito.
Vocalmente la Alieva è più interessante. La voce calda e morbida è perfetta tanto per Aida quanto per Tosca e la tecnica è più corretta così che entrambi i brani proposti risultano apprezzabili pur con un fraseggio un po’ datato – specie in Verdi – nella sua fin troppo diretta estroversione di derivazione “verista”. In un brano stilisticamente diverso come la grande scena di Leonora de “Il Trovatore” scandisce con decisione le frasi del recitativo e non ha particolari problemi nelle colorature – peraltro non complesse – della cabaletta.
Sono inoltre presenti due duetti – tratti anch’essi da “Aida” e “Tosca” – in quello verdiano Antonenko trova buoni accenti nella tensione drammatica del momento e la notevole cavata da giusto rilievo a frasi come “le mie forti braccia” ed anche se tutto suona “retrò” non manca una certa emozione mentre nel duetto del I atto di “Tosca” l’insieme suona alquanto manierato – soprattutto da parte di Antonenko – per essere veramente coinvolgente mentre sul piano puramente vocale soprattutto la Alieva canta con sensibilità e resta l’idea che una maggior presenza in Italia la aiuterebbe a limare i difetti che limitano una voce molto interessante.
A chiusura del cd tre brani dalla “Pikovaja dama” di Čajkovškji e per entrambi si tratta naturalmente di un repertorio più idiomatico. Il grande monologo di Hermann “Krasavitsa! Boginya!” risulta particolarmente congeniale ad Antonenko tanto sul piano espressivo quanto su quello vocale. Nell’aria di Liža la Alieva con il suo timbro scuro appare fin troppo matronale per il personaggio rientrando però in una certa tradizione russa che ha sempre amato per il ruolo voci potenzialmente più spinte chiamate ad emergere nei momenti più intensi cosa che accade anche qui nell’arioso che precede il duetto con Hermann la cui atmosfera tesa e drammatica più si confà molto meglio al colore timbrico della cantante; di contro il duetto vero e proprio soffre per le difficoltà d’emissione di Antonenko faticoso sugli acuti nonché eccessivamente iper-drammatico. Un album godibile ma che poco aggiunge a quanto già disponibile sul mercato discografico.