Jon Vickers, nome d’arte di Jonathan Stewart Vickers (Prince Albert, 29 ottobre 1926 – 11 luglio 2015), tenore canadese.
Da un punto di vista specificatamente vocale, Vickers possedeva un timbro di indubbio fascino anche se non particolarmente bello, una notevole ampiezza del registro centrale e una ragguardevole estensione, anche se gli acuti non apparivano squillantissimi. Era inoltre fornito di una musicalità istintiva che gli permise di curare un perfetto legato e, superando la natura della sua voce piuttosto robusta, un’emissione leggera e sempre “sul fiato”. Vickers è stato certamente uno dei più grandi tenori drammatici del Novecento, ma di una sensibilità e intelligenza moderne, che gli permisero di abbracciare ruoli tra loro lontanissimi per interpretazione e vocalità. Si mostrò “heldentenor” wagneriano, dotato di forza, robustezza di registro centrale ma anche accurata attenzione all’accento e alla dizione, così come, nelle opere italiane e francesi piegò la sua voce a raffinatezze espressive, a mezzevoci ricche di pathos seguite da impennate drammatiche, che dimostravano un perfetto coordinamento e dominio del mezzo vocale. Fu così Florestan, Siegmund, Siegfried, Tristan…ma anchè Don José, Canio, Radames e quell’Otello verdiano rivissuto vocalmente e drammaticamente con accurata attenzione al complesso gioco dei sentimenti che portano alla tragedia finale. Vickers seppe dare al Moro tutta la dignità dell’uomo, che molte altre interpretazioni avevano talvolta relegato in secondo piano in favore di un certo esibizionismo vocale.