Vicenza, Teatro Olimpico: “Il Signor Bruschino”

Settimane Musicali al Teatro Olimpico – XXIV edizione
“IL SIGNOR BRUSCHINO”
Farsa giocosa in un atto di Giuseppe Foppa.
Musica di Gioachino Rossini 
Gaudenzio PAOLO INGRASCIOTTA
Sofia   GIULIA BOLCATO/MEDEA DE ANNA
Bruschino padre  FRANCESCO TOSO
Bruschino figlio / Commissario di Poliza DIEGO ROSSETTO
Florville  FRANCESCO BRITO/ELVIS FANTON
Filiberto RUI MA
Marianna   ANA VICTORIA PITTS
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore Giovanni Battista Rigon
Maestro al cembalo  Pietro Semenzato   
Regia   Bepi Morassi 
Scene e costumi Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia
Scene  Erika Muraro
Costumi   Nathan Marin
Costruzioni   Marta Zen   
Allestimento del Teatro la Fenice di Venezia
Progetto OPERLAB, cast selezionato tra le migliori voci dei conservatori del Veneto.
Vicenza, doppia recita del 13 giugno 2015.   
Nell’ultimo fine settimana, dopo un mese ricco di appuntamenti musicali e non solo, il festival Settimane Musicali al Teatro Olimpico di Vicenza si è avviato alla sua conclusione. Nella splendida e suggestiva cornice dell’impareggiabile teatro palladiano, si è congedato con le rappresentazioni delle due opere in cartellone: sabato Il Signor Bruschino di Rossini e domenica Don Giovanni di Mozart. Considerata la brevità de Il signor Bruschino – una commedia degli equivoci leggera e divertente con tanto di colpi di scena e inevitabile lieto fine, composta da un atto unico di un’ora e mezzo appena – le due date in cartellone  si articolavano entrambe in una doppia recita, la prima alle ore 18 e la successiva alle ore 21.   La recita delle 18, in particolare, ha visto l’affluenza di un numeroso pubblico straniero.
Fra i tanti meriti di questo festival, c’è quello di esaltare questo gioiello del patrimonio culturale dell’UNESCO, facendolo vivere come teatro, con un repertorio appropriato e congeniale alla sua singolare identità. Ma si aggiunga pure il merito di valorizzare i nuovi talenti del territorio. Di fatto, l’allestimento de Il Signor Bruschino è frutto di un progetto in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia che a sua volta divide il progetto “Atelier della Fenice al Teatro Malibran” con gli allievi dell’Accademia delle Belle Arti. L’iniziativa della fondazione Teatro La Fenice, avvalendosi delle capacità organizzative e produttive del Teatro, ha offerto ai migliori allievi l’occasione di formarsi professionalmente attraverso l’ideazione e la realizzazione delle cinque farse giovanili di Rossini – al Teatro Malibran – sotto la guida dei loro tutor e sotto la supervisione del regista Beppe Morassi che peraltro cura la regia de Il Signor Bruschino.
La scena fissa del Teatro Olimpico e il limitato spazio del proscenio lasciavano poca possibilità di adoperare le scenografie dell’allestimento originale. I pochi arredi sparsi, nello stile del libro pop-up, accennavano un’idea minimalista del concetto, rimanendo però estranei al contesto della scena fissa.   I costumi erano semplici, eleganti e fantasiosi soprattutto nelle giacche a coda dei signori e nei vestiti di organza delle signore, il tutto portato con disinvoltura sopra abiti moderni. Le gag e gli effetti scenici – mezzi che necessitano grande pratica e esperienza mescolata a una fine intuizione per sapere azzeccare i tempi e la misura perfetta – non hanno sempre colto nel segno, anche se le dinamiche dell’interazione a base della farsa risultavano perfettamente incastrate e l’articolazione dei recitativi si evidenziava chiara ed energica.
La scelta della compagnia di canto rientrava nel progetto OPERLAB che seleziona i cantanti tra le migliori voci dei conservatori del Veneto. La protagonista della recita delle 18, Giulia Bolcato, si è rivelata un’artista di prim’ordine. Una voce limpida, dolce e suadente, con una completa padronanza del legato e dell’agilità, e d’altro canto impavida ed emozionante nei sovracuti. Musicale e precisa, ha ammaliato il pubblico galvanizzandone l’attenzione con il suo modo di porgere le parole, che risultavano ricche di colore, timbro e significato. La sua arte scenica complementava alla perfezione la resa vocale. Semplice, sincera e consapevole nei movimenti e nelle sue espressioni ed esternazioni, sia attive che passive; a lei gli onori di scroscianti applausi a scena aperta.
Anche il tenore alla prima recita, Francesco Brito si è fatto apprezzare per la voce morbida e calda e per l’eleganza della linea sostenuta e controllata del suo legato. Un’attenzione maggiore all’espressività avrebbe aggiunto uno spessore più interessante al suo personaggio. Paolo Ingrasciotta, dalla vocalità omogenea e fluida, ha interpretato il ruolo di Gaudenzio con il giusto equilibrio. Anche se ancora da perfezionare, il suo personaggio è stato delineato con brio ed energia e con un’attenzione evidente nell’accentare ogni parola. Benchè di gradevole qualità, la giovane voce di Francesco Toso mancava di esibire quel colore e quel timbro da “vecchio” per poter essere convincente come Bruschino padre. Particolarmente incisiva e convincente la presenza in scena di Diego Rossetto nella doppia veste del commissario e Bruschino figlio. Una figura allo stesso tempo distinta e istrionica, dotata di una voce squillante e comunicativa, capace di dare il massimo rilievo ai suoi personaggi nonostante le apparizioni brevi e concise. Oltre alla bella presenza scenica di Filiberto, Rui Ma ha dimostrato una solida vocalità. Ana Vitoria Pits, dotata di una voce generosa e estesa ma con un’emissione poco focalizzata, ha spesso sacrificato la chiarezza della parola nel ruolo della cameriera Marianna. Nei due cambiamenti di cast della seconda recita, Medea di Ana ha dato un eccellente prova vocale e scenica del ruolo di Sofia: unisce una rigorosa preparazione tecnica a una qualità di voce dolce e rotonda. Elvis Fanton, dalla voce esile, ha interpretato Florville con giovanile freschezza ed entusiasmo, al limite però di una caratterizzazione da tenore buffo. Da elogiare i due bravissimi mimi e le comparse: tutte prestazioni assolutamente perfette. Il concertatore Giovanni Battista Rigon ha guidato l’ensemble con maestria, curando ogni sfumatura. Il maestro al cembalo ha deliziato con le sue citazioni e improvvisazioni. L’orchestra di Padova e del Veneto ha contribuito in modo fondamentale al successo dello spettacolo con un suono pulito e cristallino, equilibrato, suonando con verve e leggerezza. La chicca della serata è stato l’assolo solitamente affidato al corno inglese, ma qui suonato dal fagotto, nell’aria del soprano “Ah donate il caro sposo”: una brillante esecuzione fatta di melodie e funambolesche agilità, arricchita dal timbro peculiare del fagotto. Uno dei grandi piaceri di cui si può godere negli spettacoli all’Olimpico è l’intimità del luogo: il pubblico è talmente vicino al palcoscenico da sentirsi parte integrante dello spettacolo. Foto Luigi De Frenza