Settimane Musicali al Teatro Olimpico – XXIV edizione
“DON GIOVANNI”
Dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni LUCA DALL’AMICO
Donna Anna ANNA VIOLA
Don Ottavio MATTEO MACCHIONI
Donna Elvira ARIANNA VENDITTELLI
Zerlina MINNI DIODATI
Leporello GIOVANNI FURLANETTO
Il Commendatore / Masetto ABRAMO ROSALEN
Coro Iris
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore Giovanni Battista Rigon
Maestro del Coro Marina Malavasi
Maestro al cembalo Pietro Semenzato
Regia Lorenzo Regazzo
Vicenza, 12 giugno 2015.
Dispiace sempre quando il potenziale di giovani e meritevoli artisti non ha la possibilità di esprimersi a fronte di una regia inutilmente ingombrante. È questo il caso della rappresentazione cui ha assistito il folto pubblico del meraviglioso Teatro Olimpico lo scorso venerdì sera, in occasione delle Settimane musicali vicentine. Una cornice inestimabile per un quadro di tutt’altro pregio. Peccato. Lorenzo Regazzo questa volta non ha né osato né esagerato: ha solo combinato un pasticcio. Una regia diventa veramente audace se riesce al contempo ad essere intelligente e a suo modo filologica, rispettando le atmosfere e le sensazioni pensate per quella musica e quei testi. Non è questo il caso. In scena pochi elementi, di difficile collocazione: su una pedana rivestita di una carta con stampe floreali, albergano una sedia girevole, un televisore, un poggiapiedi a forma di nano da giardino. Sulla sinistra, un’altra pedana coperta ai lati con dell’erba finta. Ma non ci lasciamo scoraggiare, almeno finché non entra in scena Luca Dall’Amico. Qui è davvero difficile, per chi scrive, cercare di stabilire dove abbiano termine le responsabilità del regista e inizino quelle del cantante. Don Giovanni è presentato come una sorta di rapper/tronista da salotto televisivo. Anche volendo dar per buona l’idea – ma anche questo è argomento opinabile – sarebbe stato quanto meno più elegante provare a costruire il personaggio con coerenza: il risultato è invece una caricatura di rara approssimazione. Il povero Dall’Amico si deve muovere in scena saltellando e molleggiando, sparando corna qua è là mentre in sottofondo passa l’artista più massacrato della serata, Mozart. Un peccato, perché il giovane artista ha un indiscutibile talento vocale, caratterizzato da una perfetta pronuncia e da una buona intonazione nel centro. Particolarmente riuscito il momento della serenata Deh vieni alla finestra, in cui Dall’Amico sfoggia un timbro del tutto consono al registro vocale previsto per il ruolo. Ma del Don Giovanni sadico e seduttivo nemmeno l’ombra: ci auguriamo di poter rivedere il giovane interprete in questo ruolo con una regia che renda giustizia alle sue ottime caratteristiche vocali.
Comprendiamo lo sforzo di critica sociale, ma va ammesso che esso sia stato gestito in modo da generare al massimo i risolini di chi nel pubblico i programmi spazzatura li frequenta già. Reality show, orge, droga in scena sono mezzi inflazionati di denuncia a un tipo di spettacolo che forse sarebbe d’uopo combattere opponendovi una reale raffinatezza di scelte registiche. A questo si aggiunge il fatto che la regia non si sia accontentata di suggerire con garbo il proprio punto di vista, ma abbia distorto la fabula: Donna Anna è abusata dal padre che viene ucciso da Don Giovanni, vendicato per la sua vita dissoluta dalla stessa Donna Anna che ne pianifica l’assassinio per mano di Leporello. Alziamo le braccia. Giovanni Furlanetto, in livrea da cameriere, è un Leporello ancora piuttosto spento: la pronuncia non risulta sempre comprensibile e la voce manca di squillo; il registro grave è in ordine, meno buono il centro, dove le agilità risultano stentate. L’attore è veramente interessante, peccato le sue doti non siano supportate da una regia adeguata: il suo Madamina è accompagnato dall’opinabile scelta di proiettare in loop al televisore una decina di immagini di modelle in déshabillé. Donna Elvira, Arianna Vendittelli, fa il suo ingresso dalle gradinate presentandosi con un cartellino col nome appuntato sul petto e il ritratto di Don Giovanni in mano. Vocalmente in ordine, realizza complessivamente una buona performance, nonostante tenda a rendere il personaggio con una tale isteria da compromettere in diversi momenti anche l’equilibrio vocale. Minni Diodati è una Zerlina che vuol essere accattivante ma risulta ancora piuttosto insipida. Insieme al Masetto di Abramo Rosalen è probabilmente il personaggio meglio caratterizzato dalla regia, che ne vuole accentuare gli aspetti più libertini e civettuoli. Vocalmente ancora acerba, la Diodati tende a gonfiare i suoni e a perdere la linea del fraseggio; l’intenzione è certamente buona, il Batti batti risulta a suo modo simpatico. Matteo Macchioni, sebbene in scena rimanga pressoché inerte, realizza una prova complessivamente discreta. Nel Dalla sua pace l’intonazione non cede quasi mai e la voce è ben proiettata; qualcosa in più può essere realizzato dal punto di vista dinamico e la voce teme a tratti i livelli orchestrali. Il ruolo di Donna Anna era affidato al giovane soprano Anna Viola, che pronuncia bene e segue un fraseggio filologico. Talvolta la zona acuta tende talvolta a perdere smalto e la caratterizzazione del personaggio – come inteso dalla regia – risulta decisamente straniante. Abramo Rosalen, nella duplice veste di Commendatore e Masetto è l’artista che si batte meglio dal punto di vista attoriale. A questo si accostano buone doti vocali, che lo vedono sicuro in tutti i registri e ne evidenziano la sicurezza tecnica. Anche lui bastonato dalla regia, è presentato come un buzzurro mentalmente limitato, interessato più al gameboy che alla virtù della giovane sposina. Rivedibile la performance del Coro Iris, preparato da Marina Malavasi (ma a giudicare dall’età dimostrata dai coristi ci sono ancora ampi margini di miglioramento). L’orchestra era diretta da Giovanni Battista Rigon, vero e proprio ideatore delle settimane musicali dell’Olimpico, che sceglie dei tempi comodi per i cantanti riconfermandosi interprete di spicco del repertorio mozartiano; da evidenziare la performance eccellente del maestro al cembalo. Foto Luigi De Frenza