Venezia, Palazzetto Bru Zane: Lidija e Sanja Bizjak

Palazzetto Bru Zane, Festival “George Onslow, un altro Beethoven?”(11 aprile -21 maggio 2015)
A QUATTRO MANI”
Pianoforte a quattro mani Lidija e Sanja Bizjak
George Onslow: Sonate pour piano à quatre mains n° 1 en mi mineur op. 7; Six Pièces pour piano; Toccata pour piano; Sonate pour piano à quatre mains n° 2 en fa mineur op. 22
Venezia, 21 maggio 2015        
Ultimo esaltante appuntamento relativo al festival dedicato dal Centre de musique romantique française, presso il Palazzetto Bru Zane, a George Onslow, che si è confermato nel corso della rassegna un musicista davvero ragguardevole, mostrando affinità rispetto a Beethoven e Schubert e, per certi versi, precorrendo la grande stagione di Schumann, Mendelssohn, Listz e Chopin. Tanto che il direttore scientifico del Centre Alexandre Dratwicki, nella consueta presentazione del concerto, ha prospettato l’idea di un’ulteriore festival da dedicare in futuro al musicista francese. Ma a suscitare l’entusiasmo del pubblico ha contribuito non poco la superba performance offerta dalle sorelle Bizjak, Lidija e Sanja – già apprezzate in altre occasioni dal pubblico del Palazzetto Bru Zane –, originarie di Belgrado, dove si sono formate musicalmente, prima di essere ammesse al Conservatoire supérieur di Parigi, una tra le più prestigiose istituzioni francesi nel campo musicale, che vanta tra i suoi allievi personaggi che sarebbero divenuti poi assolute celebrità.
Il concerto era incentrato su un genere molto in voga nell’Ottocento – il pianoforte a quattro mani –, che all’epoca rappresentò un mezzo fondamentale di diffusione della musica, dal repertorio più salottiero a quello più serio, come le opere di Wagner, opportunamente trascritte, o le raffinate composizioni di Onslow, per citare solo due nomi.
Di Onslow, appunto, è stata proposta, in apertura, la Sonate pour piano à quatre mains n° 1 en mi mineur op. 7 – dedicata all’amico Camille Pleyel, il celebre fabbricante di pianoforti –, composta nel 1811, nello stesso periodo in cui anche Schubert si dedicava a questo genere musicale: una delle opere del compositore di Clermond-Ferrant più eseguite – in particolare da Liszt e Chopin –, il cui successo fu dovuto soprattutto a una scrittura pianistica estremamente equilibrata tra le due parti, oltre che a un discorso armonico di notevole interesse. Di questa composizione le sorelle Bizjak hanno offerto un’interpretazione vigorosa, ma nello stesso tempo attenta ad ogni sfumatura, sfoggiando altresì grande perfezione tecnica: dall’Allegro espressivo, caratterizzato da un pathos romantico che anticipa Schumann, fondato su due temi, il primo tragico, l’altro più sereno, alla successiva Romance, una gradevole melodia cantabile dolcemente settecentesca e insieme schubertiana con una sezione centrale contrastante più animata, all’indiavolato Finale, in forma di sonata bitematica, in cui si coglie il contrasto tra una toccata, costituita da accordi da sottolineare con energia, e un secondo tema, per il quale l’indicazione esecutiva è “Leggieramente”.
Dopo questo primo pezzo, nei due successivi le due soliste si sono esibite singolarmente. Lidija si è cimentata nelle Six Pièces pour piano, composte nel corso degli anni Trenta-Quaranta dell’Ottocento: una serie di sobrie miniature, che costituiscono un ciclo unitario, seppure ognuna di esse riveli anche un suo carattere specifico. A questo proposito, l’interprete ha saputo aderire con sapienza di tocco e spiccata musicalità alle diverse peculiarità dei brani contenuti in questa raccolta: il primo, in forma di contrappunto a quattro voci, concentrato nel registro medio del pianoforte e percorso da numerosi cromatismi; il secondo e il terzo caratterizzati da melodie molto semplici alla mano destra, accompagnate da ondate di semicrome alla mano sinistra; il quarto, che si riallaccia alla struttura contrappuntistica del primo, spingendosi peraltro fino al registro grave; il quinto, che ripropone il carattere della melodia accompagnata, richiamando, per la sua ricca ornamentazione, il genere romantico del notturno; il sesto, impregnato di una forte carica espressiva, dove domina ancora il registro grave.
Con la Toccata pour piano è stata la volta di Sanja, che non è stata assolutamente da meno della sorella, sfoggiando un tocco leggero e un procedere spigliato in questo pezzo – composto nel 1810 con dedica a Mademoiselle Bonne d’Alpy –, appartenente ad un genere tipico dell’epoca barocca (si pensi a Girolamo Frescobaldi), non frequentato da alcun compositore contemporaneo di Onslow, con l’eccezione della Toccata di Schumann, che forse si ispirò proprio all’analoga composizione di Onslow. In questa, caratterizzata – com’è tipico del suo genere – dalla libertà formale e dal virtuosismo, l’interprete ha eseguito con grande padronanza tecnica i movimenti quasi ininterrotti di semicrome affidati alle due mani con notevole equità, com’è peraltro consuetudine dell’autore nel trattamento delle parti.
Di nuovo insieme le due formidabili interpreti nella Sonate pour piano à quatre mains n° 2 en fa mineur op. 22 (dedicata a Monsieur Jacques Herz, pianista e fratello di Henri Herz), seconda prova da parte di Onslow in questo genere pianistico, che all’epoca (1824) riscosse un autentico successo, forse maggiore di quello riportato dall’op. 7, motivato anche dal fatto che qui l’autore si spinge ancora più in là sul piano espressivo. Anche in questo caso si sono pienamente confermate le doti migliori di questo giovane, ma musicalmente maturo, duo pianistico: dall’ampio e focoso Allegro, le cui iniziali ondate di semicrome cromatiche preannunciano Listz, al Minuetto di schubertiana grazia, ma stilisticamente tributario del barocco, al Largo di carattere beethoveniano, caratterizzato da modulazioni di sorprendente audacia, all’inquieto Finale: Allegro espressivo, analogamente interessante dal punto di vista armonico, che richiede un’alta scuola della velocità soprattutto nella concitata coda. Qui come altrove Lidija e Sanja Bizjak hanno sfoggiato un modo di suonare sciolto, pulito, di presa irresistibile sul pubblico, che le ha festeggiate sonoramente a lungo. Pregevole bis: Les entretiens de la Belle et de la Bête da Ma mère l’Oye di Maurice Ravel.