Milano, Teatro alla Scala: “Giselle” (cast alternativo)

Milano, Teatro alla Scala, Stagione di Balletto 2014 – 2015
“GISELLE”
Balletto in due atti di Jules-Henry Vernoy de Saint-Georges da Théophile Gautier
Musica Adolphe Adam
Coreografia Jean Coralli – Jules Perrot
Ripresa coreografica Yvette Chauviré
Giselle MARIA EICHWALD
Il Principe Albrecht CLAUDIO COVIELLO
Il Duca di Courland GIUSEPPE CONTE
La Principessa Bathilde RAFFAELLA BENAGLIA
La madre di Giselle ADELINE SOULETIE
Hilarion MASSIMO GARON
Wilfried RICCARDO MASSIMI
Il Gran Cacciatore MATTHEW ENDICOTT
Passo a due contadini GAIA ANDREANO’, MATTIA SEMPERBONI
Sei amiche di Giselle MARTA GERANI, DANIELA CAVALLERI, SERENA SARNATARO, STEFANIA BALLONE, DENISE GAZZO, LUSYMAY DI STEFANO
Myrtha, Regina delle Willi ALESSANDRA VASSALLO
Due Willi ANTONINA CHAPKINA, VITTORIA VALERIO
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Patrick Fournillier
Scene e costumi Aleksandr Benois
Rielaborati da Angelo Sala e Cinzia Rosselli
Milano, 12 aprile 2015

Chiunque si sentirà chiesto «Che cos’è Giselle?», risponderà «Un classico»; ma che cosa è un ‘classico’ e che cosa vuol dire mettere in scena oggi un balletto di oltre 160 anni fa? Domenica 12 aprile 2015 è andata in scena presso il Teatro alla Scala di Milano il secondo cast ospiti in Giselle, con Maria Eichwald (étoile internazionale dello Stuttgarter Ballett) e Claudio Coviello (primo ballerino scaligero) nei ruoli principali insieme a tutto il corpo di ballo del Teatro alla Scala.
Il soggetto è squisitamente romantico. (Atto I) In un villaggio sul Reno nel periodo della vendemmia il principe Albrecht sotto mentite spoglie decide di corteggiare una fanciulla dalla decantata bellezza, l’ingenua Giselle, che lo ricambia. Il guardiacaccia Hilarion, che è innamorato di Giselle anche se non ricambiato, è geloso dell’intesa della ragazza con il forestiero e vuole vendicarsi. Al villaggio arriva un corteo di nobili di riposo nella caccia, tra i quali si trova Bathilde, promessa sposa di Albrecht. Hilarion trova una spada nascosta e riconosce lo stesso simbolo sul corno del corteo nobiliare, per questo davanti a tutti smaschera Albrecht. Giselle tradita perde del tutto la ragione e muore dal dolore. (Atto II) L’ammonimento della madre di Giselle di non danzare prima delle nozze, perché qualora morisse sarebbe diventata una Willi del bosco si avvera. In una radura presso la tomba di Giselle si recano separatamente Hilarion e Albrecht a portare il proprio omaggio floreale, ma la inflessibile regina delle Willi, Myrtha, costringe i due uomini a danzare fino alla morte: Hilarion morirà, mentre a intercedere per Albrecht interviene lo spirito di Giselle, che al rifiuto di Myrtha decide di esporsi ai colpi delle Willi e sostenere l’innamorato pentito fino all’alba, quando il potere delle Willi svanisce e Albrecht si ritrova da solo nella radura, salvato dal suo vero amore.
Claudio Coviello con il principe Albrecht ha esordito come primo ballerino nel 2013 sul palco scaligero e da allora ha spesso interpretato il ruolo, studiato, approfondito e rielaborato: infatti, è stato un Albrecht convincente nel passaggio da principe viziato a innamorato pentito. Maria Eichwald è stata una Giselle deliziosa con le sue sospensioni leggere, il sorriso sincero dell’ingenuità innamorata e il viso sofferente ma deciso di chi è costretto alla dura condizione di Willi sono stati la grande forza dello spettacolo. Eichwald è riusciuta nel suo pathos a coinvolgere tutti i danzatori, da Massimo Garon (Hilarion), che ha espresso il massimo nella scena della morte, a Marta Gerani e le amiche, precise di tecnica e partecipate nella diegesi, come anche alcuni partner maschili dei vendemmiatori, tra tutti Walter Madau e Christian Fagetti. Splendida anche la Myrtha di Alessandra Vassallo che ha saputo gestire con costanza la fissità interpretativa del personaggio con l’agilità e difficoltà tecnica del ruolo nelle variazioni. Molto musicali i giovanissimi del corpo di ballo, Gaia Andreanò e Mattia Semperboni, che per la prima volta in questa stagione si sono cimentati nel ruolo da primi ballerini del difficile pas de deux dei contadini.
Che cosa ha reso la serata così speciale? Di certo la grande bravura e lo studio dei danzatori, ma un grande merito va alla profondità del sentimento del balletto Giselle. Chi non resta incantato dalla profondità del sentimento di Giselle, che tradita, muore e viene condannata alla triste condizione di spirito dei boschi; eppure, ama anche dopo la morte Albrecht, al punto da andare contro la sua regina e le compagne pur di salvarlo?
Nell’ottica di oggi sembra impensabile se non addirittura ridicolo il comportamento di Giselle, ma non nell’ottica del romanticismo ottocentesco: e questo cattura il pubblico (e probabilmente gli stessi interpreti). Questo è un classico, questo è Giselle, cioè una voce che fuori dal tempo parla ai cuori di oggi come di 160 anni fa, sempre. Foto Brescia – Amisano © Teatro alla Scala