Versione originale de “L’Africaine”. Grand-Opéra in cinque atti su libretto di Eugène Scribe. Bernhard Berchtold (Vasco de Gama), Claudia Sorokina (Sélika), Pierre-Yves Pruvot (Nélusko), Guibee Yang (Inès), Tiina Penttinen (Anna), Kouta Räsänen (Don Pedro), André Riemer (Don Alvaro), Martin Gäbler (Don Diego), Rolf Broman (Il Grande Inquisitore / Il Grande Sacerdote di Brahma), Tommaso Randazzo (Un pescatore/Un sacerdote), Matthias Repovs (Un mozzo). Coro dell’Opera di Chemnitz, Robert Schumann Philharmonie. Frank Beermann (direttore). Registrazione: Opernhaus Chemnitz, 4-7 febbraio 2013. T.Time: 255’20 4 CD CPO 777 828-2
Vasco de Gama è il titolo con il quale Meyerbeer avrebbe voluto chiamare l’opera che a noi è giunta invece come L’Africaine. Il lavoro, nato in collaborazione con il lirettista Eugène Scribe (già autore dei testi di due dei maggiori successi del compositore, il Robert le diable e Les Huguenots), si trascina tra vicessitudini di vario tipo per ben 25 anni, arrivando al 1861 con la morte del librettista e l’intervento letterario dell’attrice e scrittrice Charlotte Birch-Pfeiffer che, seguendo le direttive di Meyerbeer, cerca di dare un maggior senso storico alla vicenda che, nella stesura originale, si basava sulle fragili avventure di un anonimo navigatore. Un lavoro che si protrae fino al 1863 in previsione di portare in scena l’opera l’anno successivo. Sfortunatamente, il 2 maggio 1864 muore Meyerbeer e questa sua ultima fatica musicale passa nelle mani del musicologo belga François-Joseph Fétis, incaricato di mettere insieme il materiale musicale per arrivare alla messa in scena avvenuta giusto 150 anni fa, all’Opéra di Parigi, il 28 aprile 1865. Fétis riprende il titolo del libretto originale (L’Africaine) e interviene, però, pesantemente falcidiando testo e musica. Si deve arrivare alle rappresentazioni del 2013 all’Opera di Chemnitz, qui riproposte in cd, nelle quali, grazie al lavoro di ricostruzione del musicologo Jürgen Schädler, si ascolta per la prima volta l’opera in una versione che si avvicina a quella voluta da Meyerbeer (già a partire dal titolo). Un’operazione sicuramente importante e imponente nelle dimensioni (oltre 4 ore di musica!) che trova nella direzione di Frank Beerman un interprete elegante e sempre in grado di tenere vivo l’incedere drammaturgico che potrebbe cadere facilmente in un noioso trascinarsi di situazioni (ad esempio negli inevitabili balletti, cari al gusto francese). Il cast, pur con qualche disuguaglianza, è complessivamente valido. Nel ruolo del protagonista troviamo il tenore austriaco Bernhard Berchtold, cantante che sfoggia una vocalità di indubbia eleganza e quindi più incline a dare al personaggio di De Gama un ritratto più lirico che eroico. Nel ruolo tutt’altro che agevole di Sélika, il soprano russo Claudia Sorokina non appare pienamente a proprio agio: il registro acuto mostra segni di tensione e il fraseggio è penalizzato da una pronuncia francese non impeccabile. Pronuncia oscura e vocalità con evidenti limiti tecnici quella del basso finlandese Kouta Räsänen (Don Pedro). Voce di tipico soprano leggero, quella della coreana Guibee Yang, non ideale per il ruolo di Inèz, ma comunque affrontato dalla cantante con cristallina precisione. Unico francese del cast, il baritono Pierre-Yves Pruvot (Nélusko) dal timbro incisivo e dalla solida vocalità. Buono il resto della compagnia. Ottima prova per la Robert Schumann Philharmonie e il Coro dell’Opera di Chemnitz diretto da Simon Zimmermamann. Un prodotto discografico di sicuro interesse editoriale.