Alessandra Ferri, Herman Cornejo e Bruce Levingston in “Trio Concertdance”

Cremona, Teatro Ponchielli, La Danza 2015
“TRIO CONCERTDANCE”
Coreografie Russell Maliphant, Angelin Preljocaj, Fang-Yi Sheu, Demis Volpi
Musiche Wolfgang Amadeus Mozart, Philip Glass, Gyorgy Ligeti, Johann Sebastian Bach, Fryderyk Chopin, Domenico Scarlatti, Erik Satie
Interpreti Alessandra Ferri, Herman Cornejo
Pianoforte Bruce Levingston
Cremona, 11 aprile 2015

Un flusso di movimento animato dal potere della musica, l’intreccio di due corpi, il cercarsi di due sguardi, una mirabile unione di tecnica e passione. Questo è Trio ConcertDance, serata di rara eleganza con protagonista l’étoile Alessandra Ferri, tornata sulle scene italiane assieme al Principal dell’American Ballet Theatre Herman Cornejo e al pianista Bruce Levingston, celebrato come straordinario interprete del repertorio contemporaneo. Il progetto alla base dello spettacolo muove dalla volontà dei tre artisti di vivere una nuova esperienza estetica, che trova spiegazione in un aforisma di George Balanchine: See the music, hear the dance. Attraverso il movimento, la musica si materializza e prende corpo, viaggiando sola o accompagnata dalla danza.
Ed è proprio il potere emozionale della musica a fare da fil rouge ad un programma che esplora il lavoro di diversi compositori con nuove produzioni, create ad hoc per la coppia Ferri – Cornejo dai coreografi Russel Maliphant, Demis Volpi e Fang – Yi Sheu, e con Le Parc di Angelin Preljocaj, classico del repertorio. Sulla scena nulla, solo il pianoforte. See the music. Oltre alla melodia, solo il rumore dei passi sul palcoscenico. Hear the dance.
Si parte con Musica Ricercata n.1 di György Ligeti, che introduce il primo pezzo di danza sulla Musica Ricercata n.2Flair di Demis Volpi, coreografo argentino residente allo Stuttgart Ballet. Un lavoro in punta, dinamico ed incisivo che parla attraverso il puro movimento dei corpi, in continua tensione tra salti e prese. Levingston fa sognare ad occhi aperti con gli Études n.2 di Philip Glass e la Sonata in La minore K.54 di Domenico Scarlatti. Si procede poi con le melodie di Bach, sottofondo al duo Run In To e all’a solo femminile Senza Tempo, coreografie di Fang – Yi Sheu, per molti anni ballerina della Marta Graham Dance Company. Ferri incanta: la sua presenza riempie la scena con l’intensità di una danza che abbandona la pura tecnica e abbraccia la pienezza della musica in un trionfo di eleganza. È ora il turno di Cornejo con l’a solo Dentro, sulle note della Gnosienne n.4 di Erik Satie, un brano di profonda sensibilità. E di nuovo Levingston con gli Études n.5 e n. 6 di Philip Glass, che introducono la nuova creazione di Russel Maliphant, Entwine. Ferri e Cornejo si muovono nell’ombra, in un gioco di energia dove danza, musica e coreografia si fondono in una dinamica di travolgente intimità. Il Notturno in Si bemolle minore di Chopin conduce al gran finale di una serata di pura eleganza, Le Parc di Angelin Prejocaj che, oltre a Levingston, impegna nelle note di Mozart anche alcuni solisti dell’Opera Italiana.
Dopo l’addio alle scene nel 2007 e il ritorno al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2013 (come consulente per la programmazione di danza e di nuovo in scena, con The piano upstairs firmato da John Weidman), Alessandra Ferri si reinventa ancora una volta. Tra i prossimi progetti in progress, a maggio debutterà al Covent Garden di Londra con un lavoro di Wayne Mc Gregor ispirato a Virginia Woolf, e il prossimo dicembre interpreterà ad Amburgo un brano di John Neumeier ispirato a Eleonora Duse. Insomma, un ritorno in grande stile! Foto Roberto Ricci