Venezia, Palazzetto Bru Zane: “Le Ventre de Paris”

Centre de musique romantique française (Palazzetto Bru Zane), Scuola Grande San Giovanni Evangelista, Stagione 2014-2015
“LE VENTRE DE PARIS”
Commedia musicale filosofico-burlesca in un atto sulla gastronomia francese
Soprano Camille Poul
Mezzosoprano Caroline Meng
Tenore David Ghilardi
Baritono Arnaud Marzorati
Flagioletto e fagotto Mélanie Flahaut
Violoncello Isabelle Saint-Yves
Pianoforte Daniel Isoir
Concezione e direzione artistica Arnaud Marzorati
Drammaturgia e regia Florent Siaud
Venezia, 10 febbraio 2015

 Un menu davvero ghiotto (in tutti i sensi) quello proposto, con il patrocinio di Expo 2015 di Milano (dove il concerto sarà replicato) e in partenariato con Carnevale di Venezia 2015, dal Centre de musique romantique française, che ha sede nella città lagunare. Nella sontuosa sala capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, brani da operette si alternavano a canzoni popolari, con brevi intermezzi costituiti da eccentriche trascrizioni di pagine strumentali, tratte prevalentemente dal repertorio del grand-opéra, a svolgere un itinerario, tra il serio e il faceto, attraverso temi legati al sesto peccato capitale: la gola. Protagonisti dell’intrigante soirée – nella concezione del direttore artistico Arnaud Marzorati –, il guru di una setta segreta e tre dei suoi più fedeli adepti, che celebravano, eccezionalmente di fronte al pubblico, i più smodati piaceri della tavola, insieme – ahimè! – agli immancabili disturbi da essi talora provocati, nonché i grandi cuochi che, da Carême a Brillat Savarin, hanno fatto la storia dell’arte culinaria. Il tutto era inframezzato da enfatiche citazioni tratte da un opuscolo ottocentesco sul tema: Gastromania. Di raffinati liquori, antipasti, piatti di carne, dolci e digestivi erano ricolme le arie operettistiche e le canzoni in programma: generi minori, che nel Secondo Impero appagavano le esigenze del grande pubblico, sempre in cerca del motivetto facile da canticchiare. Questa singolare Liturgie de la gourmandise si articolava attraverso cinque nuclei tematici, attorno ai quali erano raggruppate le varie pagine musicali. L’arrivo degli Iniziati era una sorta di inno alla buona cucina, motore dell’Universo, passando in rassegna i suoi numi tutelari: i grandi cuochi già nominati e altri, non ultimi il divino Rossini e lo scrittore Alexandre Dumas. Orgiastiche incitazioni alla convivialità, pur evocando i fastidi del singhiozzo, oltre che l’apologia dell’aperitivo, risuonavano nel successivo A tavola. Elogio del porco e poi del toro (nonché per contrasto delle tenere carni del vitello), ma anche dell’acqua, nutrimento della vite, ne La battaglia della carni, che si concludeva amaramente con il lamento per le nausee prodotte dall’abuso di cibi troppo speziati. Spiritosa ed inquietante la Chanson du ver solitaire nella parte dedicata alla Strana digestione, che aveva come epilogo un sinistro elenco di vari parassiti intestinali. Apoteosi finale in Guarigione e lieto fine sullo stomaco che governa il mondo, contenente un appassionato inneggiare all’organo della digestione.
A tanta opulenza di cibi e bevande faceva visivamente da contrasto un quartetto di cantanti, caratterizzati – al pari, peraltro, degli strumentisti – da una perfetta silhouette: dagli iniziati – il soprano Camille Poul, in un festoso abito rosso fuoco, il mezzosoprano Caroline Meng in un elegante abito blu e il tenore David Ghilardi in abito nero – al Guru, il baritono Arnaud Marzorati, anch’egli vestito di nero. Analogamente il sobrio ensemble strumentale – Mélanie Flahaut al fagotto e al flagioletto (un particolare flauto a becco), Isabelle Saint-Yves al violoncello e Daniel Isoir al pianoforte – prestava le sue raffinate sonorità ad accompagnare parole in molti casi crasse ed enfatiche, producendo un suggestivo effetto straniante o parodistico, che si è andato potenziando a misura che gli strumentisti erano coinvolti nell’azione e nei simposi degli iniziati. Sobrio anche l’allestimento costituito da una semplice tavola imbandita sul proscenio.
Irresistibili per vivacità, presenza scenica e intelligenza nell’uso dei mezzi vocali i cantanti. Arnaud Mazorati ha sfoggiato una voce stentorea di baritono dal puro metallo nelle parti recitate come in quelle intonate, vero mattatore della serata, seducendo il pubblico con la sua arte istrionica, pur senza mai perdere il bon ton sia nella gestualità che nel fraseggio, giustamente caricati come in Vive l’Eau da “La muse au cabaret” di Raoul Ponchon. David Ghilardi, dotato di una bella voce di tenore di grazia, chiara ma non per questo priva di mordente, è apparso insuperabile nelle situazioni semiserie come nei Couplets du vin da “Estelle et Némorin” di Hervé. Analogamente corposa ed omogenea la vocalità di Caroline Meng, rivelatasi estremamente efficace nella parodia, in particolare in quella dell’Air du Toréador da “Carmen”, a decantare “Le Taureau”. Di purezza cristallina il canto del soprano Camille Poul, che ha affrontato con verve e spigliatezza i Couplets de la serveuse da “La Roussotte” di Hervé. Travolgenti i pezzi d’insieme, in cui gli effetti caricaturali andavano di pari passo con la precisione e la sensibilità musicale: ricordiamo À table da “Les Bavards” di Offenbach oppure Le Hoquet (il singhiozzo) di Octave Pradels o, ancora, i Couplets de l’apéritif da “Sainte Freya” di Edmond Audran.
Sempre raffinato e intelligente l’accompagnamento dell’ensemble strumentale, che come si è poc’anzi osservato ha saputo, tra l’altro, interagire “sulla scena” con i cantanti, creando divertenti situazioni di straniamento, brillando di luce propria nell’esecuzione delle parodistiche trascrizioni di brani dal grand-opéra, come quella di un tema da Le prophète ad opera di Antoine-François Marmontel, o della trascrizione della chanson traditionnelle “Plus on est de fous, plus on rit à table” di Charles-François Panard, un accattivante motivetto, che è stato poi riproposto come bis – in una versione cantata – esigendo l’attiva partecipazione del pubblico, nella migliore tradizione di certi Show televisivi. Successo pieno e caloroso per questo riuscitissimo spettacolo, cui ha fatto seguito uno squisito cocktail con specialità della gastronomia francese, innaffiate da ottimo prosecco, in collaborazione con l’Istituto Alberghiero Andrea Barbarigo di Venezia.