Opéra-comique in tre atti su libretto di Michel-Jean Sedaine. Edizione Opera Lafayette. Thomas Michael Allen (Le roi); William Sharp (Richard, le fermier); Dominique Labelle (Jenny); Thomas Doilié (Rustaut); Jeffrey Thompson (Lurewel); Delores Ziegler (La Mère); Yulia Van Doren (Betsy); David Newman (Charlot); Tony Boutté (La Courtisan). Opera Lafayette, Ryan Brown (Direttore). Registrazione: Dekelboum Hall, Clarice Smith Performing Arts Center, University of Maryland, USA, gennaio 2012. T.Time: 72.12. 1 cd Naxos 8.660322
Pierre-Alexandre Monsigny (1729-1817) è nome praticamente ignoto non solo al grande pubblico ma anche alla gran parte degli appassionati di lirica eppure ha svolto un ruolo non secondario nella storia della musica essendo uno dei padri fondatori dell’opéra cominque, genere nato in Francia come conseguenza della querelle de bouffons e destinato ad avere un’influenza considerevole sulla musica non solo francese ancora per tutto il XIX secolo. La casa discografica Naxos propone in CD una recente registrazione di una delle opere a suo tempo più apprezzate di Monsigny “Le roi et le fermier” (Il re e il fattore) composto nel 1762 e oggetto di una certa fortuna almeno fino alla Rivoluzione. L’originale libretto di Michel-Jean Sedaine ci porta in un’Inghilterra di fantasia dove intorno ad un contadino di buon cuore – Richard – si intrecciano le vicende di numerosi personaggi fra cui lo stesso re d’Inghilterra persosi in una foresta durante una battuta di caccia e ospitato proprio da Richard. Un testo estremamente vivace e ricco di colpi di scena che la musica di Monsigny segue in modo piacevole ed elegante anche se non con particolare originalità rifacendosi in modo evidente ai grandi modelli di riferimento dell’epoca – Rameau da un lato e gli echi dell’opera italiana dall’altro. Sul piano della ripartizione vocale va segnalata la scelta di affidare i personaggi popolari con il loro pratico buonsenso – Richard e i guardiacaccia Rustaut e Charlot) a voci baritonali mentre per il fatuo mondo della corte sono previste voci tenorili. La scelta della casa discografica è stata quella di incidere le sole parti musicali eliminando in toto i dialoghi di collegamento, se questo è comprensibile sia per l’ascolto che per una questione meramente editoriale (1 cd non sarebbe di certo bastato) sarebbe stato comunque più interessante lasciarne almeno una parte in modo da rendere evidente il rapporto che intercorre fra canto e recitazione essenziale in questo genere teatrale.
L’esecuzione musicale è stata affidata all’Opera Lafayette sotto la guida del suo direttore stabile Ryan Brown. Si tratta di un complesso statunitense – sede a Washington – specializzato nella riscoperta e nell’esecuzione di musiche del Settecento francese. Pur senza raggiungere la qualità di più prestigiosi complessi europei, l’orchestra e il direttore mostrano un’innegabile esperienza e una profonda conoscenza di questo repertorio uniti ad un passo decisamente teatrale anche se forse si sarebbe desiderata una maggior brillantezza sonora. La compagnia di canto – formata dai membri stabili della compagnia – riproduce le stesse dinamiche. Nessun elemento emerge per qualità particolari ma tutto funziona ottimamente in un insieme perfettamente affiatato e che sarebbe risultato forse ancor più efficace in presenza anche della parte scenica – l’incisione nasce da una produzione teatrale andata in scena a Washington e ripresa in seguito nel teatro di corte di Versailles. William Sharp è un ottimo protagonista capace con la sua buona voce di baritono lirico di rendere l’energia popolaresca del contadino Richard. Cantante di buoni mezzi vocali e perfettamente in linea con la dimensione stilistica di questo lavoro, sfoggia un’ottima linea di canto sostenuta da buone doti di legato e una notevole personalità interpretativa tanto nella scena di gelosia del I atto “Je ne sais à quoi me résoudre” tanto nella leggera canzone della felicità del III. Notevole temperamento sfoggia anche il soprano Yulia Van Doren nei panni di Betsy, la sorella minore del protagonista, perfetta nel rendere l’esuberante personalità del personaggio anche a costo di qualche imprecisione – per altro venale – sul piano vocale. Più incentrato sul canto l’altro ruolo sopranile, quello della fidanzata Jenny affidato Dominique Labelle che risolve con buona sicurezza le richieste vocali del ruolo e fa valere un bel timbro luminoso e cristallino. Il tenore Thomas Michael Allen affronta il ruolo del Re con buona eleganza e musicalità ma, mentre la voce sale con sicurezza nel settore acuto, risulta spesso sorda e poco sonora in quello grave. Nel ruolo della vecchia madre di Richard e Betsy troviamo l’unico nome noto al pubblico italiano, quello del mezzosoprano Delores Ziegler che negli anni 80-90 calcò con frequenza i palcoscenici europei specie nel repertorio mozartiano; essa si dimostra ancora in possesso di buoni mezzi vocali e costruisce un personaggio di buon impatto nonostante la brevità della parte. Gli interpreti dei numerosi personaggi di contorno contribuiscono alla buona riuscita complessiva di una produzione sicuramente godibile anche se capace di trasmettere – a parere dello scrivente – solo una versione parziale dell’opera soprattutto a seguito delle scelte editoriali fatte.