Lavanderia a Vapore di Collegno – Stagione di danza 2014-2015
Balletto Teatro di Torino
“CONCERTO DI DANZE”
Musica Claude Debussy, Igor Stravinsky, Steve Martland
Coreografia Marco De Alteriis
Pianoforti Emanuele Arciuli, Andrea Rebaudengo
Danzatori Marco De Alteriis, Kristin Furnes, Daniel Flores Pardo, Manolo Perazzi, Silvia Sisto, Viola Scaglione
Coproduzione Rivoli Musica – Lavanderia a Vapore
Collegno (Torino), 31 gennaio 2015
Narrare una storia con il corpo è un arduo compito: il pubblico non sempre è tecnicamente esperto, e quindi il coreografo deve creare un linguaggio di volta in volta adatto a comunicare i suoi pensieri, le sue idee; persino le opere astratte che sembrano senza contenuto specifico partono da un’immagine, una musica, una sensazione, dietro la quale lasciarsi andare. In Italia poi c’è un fatto in più, perché il pubblico (e anche gli artisti) ama molto la bellezza, mentre quello francese, danese o di altri paesi europei, nella ricerca sperimentale di linguaggi nuovi, non sempre segue i canoni estetici più prevedibili. In Italia, in altre parole, contenuto e forma hanno ancora quasi la stessa importanza. Nel percorso di ricerca di un tale equilibro, si può certamente dire che qualsiasi opera d’arte accompagnata con musica dal vivo sia già un lavoro riuscito, e gli spettacoli di balletto dovrebbero essere tutti strutturati così, perché musica e danza sono state sempre collegate, e si completano reciprocamente. Quindi l’idea di puntare su un programma ambizioso dal punto di vista dell’esecuzione musicale – ossia con strumentisti di primo piano a livello internazionale – configura di nuovo ottimamente la stagione 2014-2015 del meraviglioso centro di eccellenza per la danza che è la Lavanderia a Vapore di Collegno.
La prima Parte dello spettacolo è occupata da En Noir et Blanc, la suite di tre brani che Debussy dedicò rispettivamente a Sergej Koussevitzky (Avec emportement), al colore scuro proprio dei Capricci di Goya, a Igor Stravinsky (Scherzando in due quarti). Due pianoforti da gran concerto sul palcoscenico, sotto le luci, insieme a un ballerino; niente altro. Sulla classicità della musica il BTT innesta un monologo in diretta, del corpo e con il corpo: un continuo comporre-scomporre usando tutto il palco e appoggiandosi con eccellente tecnica; ogni tanto il danzatore guarda direttamente negli occhi del pubblico, stringendo ancora di più l’intimità che un teatro così raccolto già di per sé determina. Un’intimità che non è turbata da nulla: nelle discese dei salti non si sente alcun rumore, sembra che appena cada una piuma, ed è così realizzata la migliore prerogativa di un ballerino di danza contemporanea, in cui tutto deve essere leggerezza. A ogni movimento l’artista pare accarezzare il pavimento ed essere sostenuto dall’aria; l’unica percezione sensibile è quella del suo respiro. Claude Debussy è perfetto per accompagnare questo bellissimo monologo corporeo.
L’apice artistico della prima Parte è certamente l’esecuzione del Concerto per due pianoforti di Igor Stravinsky. Emanuele Arciuli e Andrea Rebaudengo ne eseguono il II movimento, e decidono di improntare il brano sulla chiarezza, sulla bellezza delle arcate armoniche, addirittura sulla luminosità e sulla dolcezza, quando si sa benissimo che il Concerto sia solitamente eseguito con tinte fosche, anche lugubri. E a fronte di tale coraggio interpretativo il pubblico risponde in modo straordinario, con un’attenzione e una concentrazione crescenti nel corso dell’esecuzione, e quindi con una partecipazione emotiva che si percepisce concretamente.
Nella seconda Parte della serata, in prima esecuzione italiana, viene eseguito Dance Works di Steve Martland, il compositore inglese scomparso nel 2013. Gli spettatori apprezzano ora l’intera compagnia impegnata a scrivere un codice, cioè a codificare un linguaggio con movimenti che nascono dal nulla e spontaneamente; una volta che l’alfabeto è completo, oltre a risultare bellissimo, è subito utilizzato per comunicare e confrontarsi. Ed è appunto il confronto tra gli artisti a immettere in una scena successiva, nella quale si fruga all’interno della vita di una coppia: sguardi, lotta, equilibrio, sostegno, fissazioni, persecuzioni manie; fra uomo e donna c’è un’intesa, ma i due sono alla ricerca di un punto di forza e di unione più stretta, mentre il resto della compagnia interviene di lontano, come da una periferia, prima di riavvicinarsi gradatamente. Alla fine tutti diventano di nuovo un solo corpo e un solo respiro. Molto apprezzabile il lavoro d’improvvisazione, imperniato sulle stesse dinamiche, mentre la musica di Steve Martland insiste su di un gioco di note che si ripete per toni diversi, come per manifestare una ripetuta indecisione. Tutta la compagnia è da seguire attentamente, e il giovanissimo coreografo, Marco De Alteriis, avrà ancora tanto da sperimentare e da proporre, per spettacoli così coerenti e riusciti come Concerto di danze.
Foto Roberto Poli