Milano, Teatro alla Scala: “Lo Schiaccianoci”

Milano, Teatro alla Scala, Stagione di Balletto 2014 – 2015
“LO SCHIACCIANOCI”
Libretto di Marius Petipa, dal racconto Der Nussknacker und der Mäusekönig di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, rivisto da Nacho Duato
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Coreografia Nacho Duato
Clara MARIA EICHWALD / NICOLETTA MANNI / VITTORIA VALERIO
Lo Schiaccianoci/Il Principe ROBERTO BOLLE / CLAUDIO COVIELLO / ANGELO GRECO
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni
Direttore Vladimir Fedoseyev
Scene e costumi Jérôme Kaplan
Luci Brad Fields
Nuova produzione Teatro alla Scala
Milano, 28 dicembre 2014, 4 e 10 gennaio 2015

«Definirei il mio Schiaccianoci neoclassico, anche se per certi versi è classico: qui la cosa più importante, tuttavia, non è il virtuosismo, ma qualcosa di più che proviene direttamente dal cuore.» (Nacho Duato) Inaugura la stagione di Balletto 2014 – 2015 del Teatro alla Scala di Milano un classico delle Feste natalizie, Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Lontano dalle scene scaligere dal 2006 – una pausa decisamente troppo lunga per uno dei balletti più noti al mondo – è oggi riproposto nella nuova versione firmata dal coreografo spagnolo Nacho Duato, che sostituisce quella di Rudolf Nureyev di tradizione al Piermarini da oltre 40 anni. Una scelta non casuale. Il 2015, infatti, commemora i 175 anni dalla nascita del compositore russo, cui il Teatro alla Scala rende omaggio con questo Schiaccianoci e con La Bella Addormentata di Alexei Ratmanski. Trascrizione coreutica della fiaba di E.T.A. Hoffmann “Schiaccianoci e il re dei topi”, il balletto è oggi considerato il classico di Natale, un titolo che emoziona grandi e piccini grazie a una partitura magica e a una danza armoniosa, che tuttavia dietro all’incanto della fiaba cela intensi risvolti psicologici.
Nuova stagione, nuova produzione. Con Lo Schiaccianoci, il Teatro alla Scala acquisisce per la prima volta un titolo di Duato, coreografo spagnolo oggi direttore dello Staatsballet di Berlino, inaugurando una stagione che affianca a tante conferme numerose novità. Ambientato nel 1918, anno successivo alla Rivoluzione di Ottobre e alla fine della Prima Guerra Mondiale, Lo Schiaccianoci di Duato è semplice e immediato fin dall’incipit, dove Drosselmeyer introduce dei burattini parlando direttamente al pubblico. Una scelta molto azzardata quella di infrangere la barriera tra scena e platea, che se da un lato rende la vicenda più comprensibile, senza dubbio rompe l’incantesimo tra pubblico e spettatore che solo il silenzio del teatro riesce a creare. Pur mantenendo la partitura e il libretto originali, la coreografia è del tutto nuova. Creata originariamente per Balletto Mikhailovskij di San Pietroburgo, è definita dallo stesso Duato “neoclassica”: la tecnica accademica è veicolo di movimenti nuovi, diretti, liberi dal puro accademismo pur non potendone prescindere. Il lavoro coreografico predilige la velocità narrativa, trasformando la profonda ambiguità del racconto di Hoffmann nella magia di una fiaba danzata sulle note di una bellissima musica, in cui le paure che costellano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza vengono sconfitte dalla potenza del sogno.
La volontà di una maggiore immediatezza comunicativa si riflette non solo sul contenuto ma anche sul contenitore. La scenografia e i costumi, creati in collaborazione con Jérôme Kaplan, sono calibrati al movimento e ne risaltano l’essenza. Nonostante il complesso coreografico ben si sposi con l’armonia della partitura, il risultato in alcuni passaggi è eccessivamente minimale. Il fascino dell’atmosfera natalizia soffre la mancanza di una maggiore ricchezza scenografica, soprattutto nelle danze di carattere e nel Valzer dei fiocchi di neve, dove l’abbondante nevicata – un must del classico čajkovskiano – compare solo alla fine del brano, lasciando spazio a un solo cielo stellato. L’ampiezza dei classici tutù bianchi è sostituita dalla modernità di gonnelline lucide, la suggestione del riflesso della neve da uno scenario buio, illuminato da singole luci.
L’esecuzione scaligera, accompagnata dalla bacchetta di Vladimir Fedoseyev e dall’incanto del Coro Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, conferma l’alto livello del Corpo di Ballo di Makhar Vaziev.
Aprono le danze le étoile Roberto Bolle e Maria Eichwald. Bolle incanta con la sua perfezione, Eichwald stupisce con la sua leggerezza. Già insieme al Piemarini con Onegin di John Cranko, riconfermano una partnership di pura meraviglia. A Bolle – Eichwald si alternano Claudio Coviello e Nicoletta Manni, che regalano un’interpretazione dal sincero sapore d’infanzia. Incantevole Nicoletta Manni, una Clara gioiosa e piena di luce. Si è  sempre più colpiti dalle doti eccezionali di una giovane artista, che in punta di piedi sta collezionando un successo dopo l’altro. Non da ultimo, a cavallo con Lo Schiaccianoci, quello a fianco dei “Friends” di Roberto Bolle, al Regio di Torino per concludere il tour invernale e salutare il 2014. Grandi applausi anche per Angelo Greco e Vittoria Valerio, segnalati tra i “danzatori emergenti” del Premio Danza&Danza 2014. Del Principe – Schiaccianoci di Greco si ammira il salto sicuro, la partnership elegante e il sentimento da primo ballerino. Grande feeling nella coppia, con Vittoria Valerio in buona forma tecnica, delicata e naturale nell’interpretazione.
Il Corpo di Ballo trova il suo momento di gloria nel Valzer dei fiori del secondo atto, regalando un quadro scenograficamente molto efficace e tecnicamente ben eseguito, interamente giocato sulle tinte del rosa. Uno Schiaccianoci ordinato e complessivamente più essenziale, accolto con favore dal pubblico milanese, che ha riempito il Teatro per la maggior parte delle recite. Un titolo che dà inoltre il via a ScalAperta, nuova iniziativa del sovrintendente Alexander Pereira che prevede riduzioni fino al 50% per alcuni dei titoli del cartellone scaligero. Per il balletto, si comincia con Lo Schiaccianoci del 18 gennaio. Foto Brescia e Amisano © Teatro alla Scala