Torino, Teatro Nuovo, XXXVI Stagione “Il gesto e l’anima” 2014-2015
“LUNAR”
Coreografia RAFFAELE IRACE
Musica di autori vari
Costumi (scultura) SONIA BIACCHI
Costumi LORELLA DANCE
Danzatori EMANUELA BOLDETTI, VITTORIA CARPEGNA, EDOARDO CINO, ORESTE GAUDIO, ALESSANDRA MAZZETTI, GIANLUCA MULTARI, FRANCESCA PORTA
Compagnia Raffaele Irace / The very secret dance society
CTR Centro Teatrale di Ricerca di Venezia, Sonia Biacchi
Torino, 4 dicembre 2014 – Prima assoluta
Lunar non soltanto è uno spettacolo nuovo, che addirittura va oltre la danza moderna; è prima di tutto un quadro articolato e sfaccettato di più idee coreografiche, che fanno capo a esperienze e scuole diverse; e dunque prima della “prima” è un pre-spettacolo, a cura di giovanissimi danzatori delle scuole di Torino; questo sottolinea uno specifico impegno della compagnia e dei suoi membri, volto alla formazione coreutica dei più giovani, attraverso una nuova opportunità di incontro, di confronto con il pubblico, finalizzata anche a rendere sempre più familiari ai futuri professionisti della danza il palcoscenico e il suo ambiente. Peccato però che, con un programma e un intendimento del genere, il Teatro Nuovo fosse pieno soltanto a metà, e che dunque uno spettacolo così moderno, entusiasmante, creato appositamente per coinvolgere i giovani, ne abbia avuto molto pochi tra il pubblico. Questo è dovuto alla mancanza di strategie di informazione; se si considera la densità di scuole superiori nei dintorni del Teatro, e soprattutto la modernità di stile dell’allestimento, avere una sala colma non dovrebbe risultare troppo difficile; ecco perché sarebbe stato opportuno coinvolgere di più gli adolescenti, con un biglietto a prezzo speciale, pur di non lasciare la platea in una desolante vuotezza. Per quel che riguarda infatti il resto del pubblico (quello “adulto” e già appassionato), Torino offre ogni sera spettacoli e concerti di grande interesse, e siccome i frequentatori della musica e dell’arte sono alla fine sempre gli stessi, le sere in cui sono possibili più opzioni (come appunto quella di Lunar) le varie platee restano semi-deserte.
Prima di Lunar si susseguono alcune coreografie proposte per il Teatro dalle scuole di danza: all’inizio la Danza e Arte propone Today (coreografia di Erica Maggio eseguita da ballerini dell’età di 11-13 anni), un brano giocato su tecnica altissima in proporzione all’età dei danzatori e alla consapevolezza del loro corpo; lo stile della coreografia, un po’ pop, era molto divertente, ed è stato geniale assemblare un’idea così moderna alla musica di Vivaldi (il famoso concerto L’estate), ricordando come i classici non passino mai di moda, e come soltanto una coreografia geniale potesse adattarsi a una musica non nata per essere danzata. Secondo numero, della Scuola Emozioni in Movimento, Ho visto loro nella mia follia: il lavoro coreografico di Ilaria Muia è molto serio, anche se il gruppo deve ancora amalgamarsi bene nei movimenti d’insieme. Nell’esecuzione, piccolissime imprecisioni, di poca importanza. Terzo pezzo: Legami, di nuovo della Scuola Danza e Arte, per la squisita coreografia di Giovanna Valerio; il migliore di tutti, come progetto coreutico, come interpretazione, per i costumi, per le scelte musicali. La coreografa non si ferma davanti a niente: approfondisce molto il lavoro con il suo gruppo femminile, facendogli eseguire prese ed esercizi di elevata difficoltà. Quarto e ultimo brano, eseguito da un ballerino del Liceo Coreutico “Germana Erba” del Teatro Nuovo, è Genesi, su coreografia del M° Antonio Della Monica; a breve potremo certamente chiamare étoile il giovane Viktor Bardascino, grazie alla perfezione tecnica, alla convinzione che è capace di esercitare, alla padronanza assoluta del palco; il pezzo, breve ma molto intenso, inizia con il ballerino in posizione di candela, e prosegue con un bellissimo e continuo gioco di forme e di ombre, in stile molto lirico.
Finalmente Lunar. Ultimamente il teatro di danza allestisce molte proposte moderne, e spesso le realizzazioni fanno riscontrare somiglianza, o influenza stilistica, coi Momix; all’inizio di ogni spettacolo sembrano dunque emergere imitazioni e derivazioni, come se giungessero messaggi di domanda – il modello sono proprio i Momix? anche se assomiglia c’è qualcosa di nuovo da proporre? -, ai quali segue sempre risposta positiva. Il pregevole lavoro di Raffaele Irace non è da intendere come imitazione, ma come adesione a un principio; poca scenografia, limitata a tre sculture in forma di fiore, mobili e contenenti i danzatori. Come primo segno di una metamorfosi, i danzatori fuoriescono dai fiori, al pari di farfalle che abbandonano la crisalide. Tecnicamente la compagnia è molto valida, poiché i sette ballerini padroneggiano tutta la scena; i passi a due erano bellissimi, sia nella componente maschile sia in quella femminile. Discutibili invece i costumi, nella solita finzione del corpo nudo; si sarebbe gradita una soluzione più originale (anche per significare la metamorfosi in atto). Nel complesso, si può definire il progetto di Lunar a metà tra Momix e Béjart, perché soprattutto nei già citati passi a due era presente molto neoclassicismo. Nel racconto coreografico c’è poi uno snodo importante, allorché il pubblico è abbagliato da una luce diretta e insopportabile, mentre i danzatori camminano verso la platea, fissando intensamente gli spettatori: introspezione che nasce dal gesto semplice e si evolve in danza. Sin dal primo numero, il pubblico presente ha molto apprezzato l’intero programma, e in particolare Genesi e Lunar, allestimenti che meritano di essere conosciuti, di svilupparsi, di confrontarsi con platee diverse.
Foto Teatro Nuovo