Torino, Teatro Carignano, Torinodanza Festival 2014
“INCONTRI / AY!”
Théâtre National de Chaillot
Ballet Flamenco
– Incontri: di e con Carolyn Carlson, Eva Yerbabuena
Musica Paco Jarana (chitarra), Josè Valencia (canto)
Assistente alla coreografia Henri Mayet
Costumi Chrystel Zingiro
– Ay!: Coreografia e direzione artistica Eva Yerbabuena, con Eva Yerbabuena
Musica e arrangiamento Paco Jarana (chitarra), Enrique el extremeno (canto), Josè Valencia (canto), Vladimir Dimitrenco (violino), Antonio Conorel (percussioni)
Costumi López de Santos
Luci Fernando Martin
Suono e direzione tecnica Manu Menaca
Torino, 13 settembre 2014
In Incontri, si apre il sipario e subito la coreografia inizia con due stelle della danza in contrapposizione, una di fronte al pubblico (Eva Yerbabuena) ma lontana, l’altra invece (Carolyn Carlson) di schiena, molto vicine tra loro, ognuna con una gestualità propria, a volte simile a volte molto diversa, anche in velocità. Quindi ho iniziato a chiedermi dove fosse l’incontro del titolo. Ho aperto la mia mente proprio come ha suggerito la Carlson nell’incontro delle due artiste dopo la rappresentazione, e ho capito che quest’opera va intesa come un ritratto di loro due, intente a rappresentarsi così come sono; la Carlson un po’ buffa, fedele alla danza nordica, caratterizzata da humour interiore ma difficile da capire, con un modo di muoversi sul palco che sembrava fluttuare; Eva Yerbabuena invece passionale, esplosiva, istintiva. Dunque è stato molto bello averle nello stesso palco contemporaneamente, e capire quanto fossero diverse e simili, come potessero completarsi a vicenda, anche grazie alla musica composta appositamente per loro (minimalista, con accordi di chitarra, lunghi silenzi intermedi, e poi con la voce esasperata del bravissimo Josè Valencia).
In Ay!, Eva Yerbabuena stessa ha raccontato il perché di questo titolo: “Ay!” in lingua spagnola è un’esclamazione che può avere due significati, uno di dolore, e uno di sorpresa. Ma l’artista ha percorso un’altra strada, più intima, perché è diventata mamma due anni fa, e la prima parola che la sua bimba ha pronunciato mentre la madre l’abbracciava è stata “Ay!”. Suo marito Paco, musicista e membro della compagnia, ha proposto di prendere questa espressione come titolo del loro successivo spettacolo. Devo dire che questa donna ha una forza incredibile e una tecnica ancora più forte: precisa nelle pose, intensa, elegante, contemporanea grazie a una capacità di alternare ritmi, angolazioni differenti mentre sviluppava il suo brillante pezzo. Il flamenco è fra le poche danze di carattere in costante evoluzione, e per questo non è rimasto parte del folklore, ma anzi è diventato oggetto di pratica delle accademie di danza, e assai richiesto a livello mondiale. Gli attributi necessari per trascendere in questo genere sono una sensibilità forte e una individualità spiccata: la Yerbabuena ha eseguito zapateados di incredibile bravura, con mantellina in mano e teatralità giusta; luci, scena, interazione con i musicisti erano tutte geniali; e poi l’intero pezzo è stato creato e interpretato in maniera straordinaria dall’artista da sola. Il pubblico del Torinodanza Festival era senza fiato (a differenza di Eva), ipnotizzato e stregato dalla danzatrice. Lunghissimi applausi al termine, e buona partecipazione all’incontro-dialogo con le due danzatrici che è seguito subito dopo lo spettacolo.