Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2013/2014, Terme di Caracalla
“IL BARBIERE DI SIVIGLIA”
Melodramma buffo in due atti su libretto di Cesare Sterbini
Musica di Gioachino Rossini
Il Conte di Almaviva RENE’ BARBERA
Rosina ANNALISA STROPPA
Don Bartolo OMAR MONTANARI
Figaro VITO PRIANTE
Don Basilio MIKHAIL KOROBEINIKOV
Berta ELEONORA DE LA PENA
Fiorello GIANLUCA MARGHERI
Un Ufficiale DANIELE MASSIMI
Coro e Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Stefano Montanari
Maestro del CoroRoberto Gabbiani
Regia Lorenzo Mariani
Collaboratore alla regia Luciano Cannito
Scene William Orlandi
Costumi Silvia Aymonino
Luci Linus Fellbom
Nuovo allestimento
Roma, 30 luglio 2014
Spettacolo della stagione estiva alle Terme di Caracalla del Teatro dell’Opera di Roma questo Barbiere andato in scena in alternanza con recite di Bohème cancellate dagli scioperi e con evidente desiderio di riscatto. La parte musicale è stata affidata alle cure del maestro Stefano Montanari. Premettendo che non è possibile esprimere un giudizio sulla timbrica e sugli equilibri sonori vista la evidente presenza dell’amplificazione in questa occasione va riconosciuto quasi del tutto priva di effetti eco o di sfasature, la lettura del maestro è sembrata particolarmente riuscita soprattutto nella scelta dei tempi, nel gusto di porgere le frasi musicali, nella scelta delle variazioni e nella cura per i recitativi sempre condotti con ritmo sostenuto e brioso ma mai in modo che il testo divenisse poco comprensibile. Discreta la prova del coro impegnato anche dal punto di vista scenico. Stessa considerazione espressa per quanto riguarda l’amplificazione vale a maggior ragione per i cantanti, forse non tutti pienamente convincenti sul piano vocale ma tutti assolutamente in sintonia con l’impianto dello spettacolo basato evidentemente sulla parte visiva e con le intenzioni musicali del direttore. Il Conte di Almaviva è stato cantato da Renè Barbera con eleganza e gusto musicale, agilità nitide, gusto nelle variazioni quasi tutte di tradizione e un registro acuto sicuro, pur omettendo l’aria finale. Brava Annalisa Stroppa nel donare alle note di Rosina un bel colore omogeneo e sensuale unito ad una singolare pulizia e precisione nelle agilità. Bravo anche Omar Montanari nella parte di don Bartolo, forse un po’ troppo a senso unico anche vocalmente nel sottolineare l’aspetto arcigno del personaggio ma molto sicuro e a suo agio nei veloci scioglilingua della parte e soprattutto sempre espressivo. Meno convincente Vito Priante nella parte di Figaro, risolta in questo tipo di spettacolo anche in modo efficace per il pubblico con una singolare e piacevole disinvoltura scenica e un discreto gusto nei recitativi ma cantata con una voce apparentemente povera di colori, agilità imprecise e qualche preoccupazione di troppo nell’aria. Stessa considerazione per il don Basilio di Mikhail Korobeinikov sicuro scenicamente ma incolore e monocorde sotto il profilo vocale e musicale. Discreto Gianluca Margheri nella parte di Fiorello, funzionale l’ufficiale di Daniele Massimi e simpatica la Berta di Eleonora de la Pena, forse un po’ troppo giovincella ma cantata con appropriatezza. Il regista Lorenzo Mariani concepisce questa regia come una sorta di musical americano immergendo la narrazione fin dalla sinfonia in un continuo di richiami, rimandi, citazioni a quel mondo anche molto divertenti e di buon gusto ma un po’ slegati fra loro e costringendo gli interpreti ad un continuo agitarsi in balletti, saltelli e mossette anche con l’intento di sottolineare il contenuto del testo talvolta in modo eccessivo, almeno per un pubblico che si presume essere in maggioranza di madre lingua italiana. Lo spettacolo in ogni caso funziona, è scorrevole e a tratti anche divertente e la continua pantomima non è mai in contrasto con i tempi ed il respiro della musica. Apprezzabile il risultato del lavoro di insieme evidentemente svolto su tutta la compagnia ed il coro. Qualche piccola incongruenza con il testo c’è ma crediamo che al pubblico sia sfuggita nel vortice delle trovate, tipo le età di don Bartolo e Berta. Tuttavia, al di là di queste considerazioni, chi sono questi personaggi dei quali i cantanti hanno cercato, chi con più successo chi forse meno, di cantare le note e rifare i gesti o le gags anche le più risapute e divertenti? Difficile dare loro un volto definito, una individualità originale e soprattutto una collocazione sociale ai vari don Bartolo, Figaro, Rosina “and company”. Difficile immaginare la futura contessa di Almaviva nella gabbia di Titti ed alla fine ogni altra trovata per divertente che sia, sembra dare l’impressione di essere solo un pretesto per intrattenere, stupire o strappare una risata anche sincera ma momentanea. In sintesi, uno spettacolo indubbiamente gradevole in una serata estiva romana ma che sfiora appena in superficie il raffinato, ironico ed articolato mondo raccontato dalla musica di Rossini. Alla fine applausi per tutti. Foto Falsini © Opera di Roma