Festival Internazionale di Villa Adriana, VI Edizione
Nederlandas Dans Theater 2
“I Knew Then”
Prima Italiana
Coreografia Johan Inger
Assistente coreografo Urtzi Aranburu
Musiche Van Morrison
Luci Tom Visser
Scene Johan Inger
Costumi Bregje van Balen
“Shutters Shut”
A short study of the poem written and read
by Gertrude Stein: “If I told him:
A completed portrait of Picasso” (1923)
Coreografia Sol León e Paul Lightfoot
Luci Tom Bevoort
“Subject to Change”
Coreografia Sol León e Paul Lightfoot
Staged da Hedda Twiehaus
Musica Franz Schubert
Scene e costumi Sol León e Paul Lightfoot
Luci Tom Bevoort
“Cacti”
Prima italiana
Coreografia Alexander Ekman
Assistente coreografo Urtzi Aranburu
Musiche Hayden, Beetoven, Schubert
Luci Tom Visser
Scene e costumi Alexander Ekman
Testi Spenser Theberge
Area archeologica di Villa Adriana, Tivoli, 10 luglio 2014
Location unica, impregnata di storia e bellezza, inserita non a caso nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, Villa Adriana – Tivoli – offre già da sei anni, al pubblico romano e non, un festival di grande fascino per la varietà delle forme artistiche proposte, ma soprattutto grazie agli importanti artisti provenienti da ogni parte del mondo che animano l’area delle Grandi Terme con esibizioni di danza, teatro, musica e circo. Uno degli ospiti di questa edizione è stato il Nederlands Dans Theater 2, compagnia costituita da 17 giovani tra i 17 e 22 anni, tutti con ottime scuole classiche alle spalle e pronti ad intraprendere un percorso professionistico. Fondata nel 1978 come “supporto” alla compagnia principale – l’NDT –, in oltre trent’anni di attività la grande qualità degli esecutori e del repertorio da essi affrontato, le hanno permesso di raggiungere fama a livello internazionale.
Molto ricco il programma proposto a Villa Adriana: quattro pezzi di grande spessore che hanno saputo mettere in risalto sicuramente le capacità dei danzatori, ma in particolar modo il talento dei coreografi.
Si parte con “I Knew Then”, pezzo di Johan Inger che pone gli interpreti, cinque uomini e quattro donne, davanti alla sfida di saper trovare la propria personalità all’interno di un lavoro di gruppo. Il coreografo invita i ragazzi a spogliarsi delle azioni superflue, delle rigidità imposte dalla tecnica della danza, per ritrovare attraverso il movimento, l’autenticità del gesto. L’identità di ognuno viene fuori prepotentemente, grazie a una danza molto libera, ampia, fluida, nella quale ciascuno è chiamato a mostrare il proprio linguaggio e fonderlo con quello degli altri. La coreografia risulta leggera, a tratti divertente come nella parte in cui uno dei danzatori si muove sulla propria voce, strillando e cambiando tonalità come un folle.
“Shutters Shut” è invece un breve passo a due di quattro minuti costruito nel 2003 in cui, un uomo ed una donna in costumi bianchi e neri, interpretano con il corpo il poema “If I told him” recitato dalla voce registrata di Gertrude Stein. Particolarissimo l’uso che i coreografi in residenza Sol León e Paul Lightfoot fanno delle parole: le utilizzano come fossero note, prendono la musicalità del poema e la riportano nella coreografia composta da gesti semplici, ma molto incisivi. Il risultato è un pezzo dinamico, ironico, di grande effetto nonostante la linearità dei gesti. Geniale.
Completamente diversa l’atmosfera che si respira invece in “Subject to Change” sempre del 2003 e sempre di León e Lightfoot. Cinque uomini, una donna e un tappeto rosso. La bellissima musica di Schubert estratta da “La Morte e la fanciulla” regala alla coreografia una forte drammaticità che i danzatori colgono in modo eccellente e riportano nei loro movimenti. Sicuramente il pezzo tecnicamente più importante sia per le evoluzioni virtusistiche degli uomini, che per il complicato ma bellissimo passo a due con l’unica donna in scena. Il tappeto non viene utilizzato come semplice scenografia, ma diventa parte integrante della coreografia: i danzatori lo prendono, lo spostano, ci si arrotolano dentro, lo fanno diventare un muro o una passerella, è quasi come se danzasse anch’esso.
“Shutters Shut” e “Subject to Change” hanno vinto entrambi nel 2003 lo Zaan Award come miglior produzione di danza.
Chiude la serata “Cacti”, creato nel 2008 e nominato nel 2010 al premio olandese Swan come miglior produzione di danza. Questo pezzo che vede l’intera compagnia in scena, è il prodotto di una eccezzionale combinazione tra musica classica, ritmo, luci, scenografia e ironia. Originale e interessante come Alexander Ekman sia riuscito ad amalgamare i ritmi che i danzatori eseguono sul proprio corpo o sulle piattaforme usate per scenografia, con il nuovo arrangiamento di “Der Tod und das Mädchen” di Schubert, che il coreografo ha elaborato con la Holland Symphonia. Moltissimi i momenti corali che i ragazzi eseguono in perfetta sincronia; ingegnoso l’uso delle luci e delle scenografie all’apparenza molto semplici, ma che si rivelano particolarmente versatili, in grado di modificare completamente lo spazio scenico con pochi piccoli spostamenti. Molto bello il passo a due che chiude la coreografia, musicale e divertente. Una bellissima serata, danza di grande qualità immersa in un luogo veramente magico!