I neo-diplomati scaligeri al Ravello Festival

Ravello, Belvedere di Villa Rufolo – Ravello Festival 2014
“SCUOLA DI BALLO DELL’ACCADEMIA DEL TEATRO ALLA SCALA
Direttore Frédéric Olivieri
“Serenade”
Musica Pëtr Il’iĉ Ĉajkovskji
Coreografia George Balanchine
“Gymnopédie”
Musica Eric Satie
Coreografia Roland Petit
“Napoli”
Musica Edward Helstes, Holger S. Paulli, Niels W. Gade
Coreografia August Bournonville
Ravello, 3 luglio 2014

Non poteva trovare cornice migliore l’ultimo spettacolo d’insieme dei neo-diplomati della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala: il Belvedere di Villa Rufolo, con l’atmosfera ineguagliabile del Ravello Festival, che ogni anno ospita la grande danza internazionale. Belli, forti, leggeri, puliti e impeccabili: un’annata straordinaria per quantità (ben ventotto!) e qualità dei risultati.
La Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala, con i suoi duecento anni di storia, è il fiore all’occhiello nel panorama della formazione tersicorea italiana. Guidata fa Frédéric Olivieri, già Direttore artistico del Corpo di Ballo del Teatro scaligero dal 2002 al 2007, oggi conta più di duecento allievi che, ogni anno, oltre a partecipare regolarmente agli spettacoli del Massimo milanese, vengono invitati a far parte delle più apprezzate compagnie italiane e straniere. Olivieri, nato a Nizza, ha fatto parte del Corpo di Ballo della Opéra di Parigi, ha fondato i “”Ballets de Monte-Carlo” e ha danzato all’ “Hamburg Ballet” di John Neumeier come étoile. È stato maître de ballet della compagnia “MaggioDanza”, del Balletto dell’Opera di Zurigo diretto da Heinz Spoerli e del Balletto del Teatro alla Scala.
La serata si è aperta con la splendida Serenade, su musica di P. I Ĉajkosvkij e coreografia di George Balanchine, ripresa da Patricia Neary, solista del New York City Ballet cresciuta sotto la guida del grande coreografo. Qui gli oramai ex allievi hanno dimostrato subito il proprio valore negli insiemi precisi e perfettamente sincronizzati, nell’esecuzione delle difficoltà tecniche più ardue con la disinvoltura di professionisti consumati. Le ragazze – splendide – hanno mostrato padronanza scenica e sicurezza, leggerezza e fluidità nei passaggi sulle punte, pirouettes precise, energia e ballon notevoli nei grandi salti. Tutto il balletto è stato eseguito alla perfezione: non sembrava di assistere a uno spettacolo di neo-diplomati, ma all’esecuzione di un vero e proprio corpo di ballo. C’è inoltre da dire che il palcoscenico del Ravello Festival non è dei più facili da calcare, data la visuale apertissima, ma i giovani scaligeri non hanno fatto una piega.
Il secondo brano proposto è stato il Passo a Due Gymnopédie, su musica di Eric Satie e coreografia di Roland Petit. I due interpreti, Elena Bottaro e Jacopo Tissi, hanno eseguito alla perfezione l’impegnativo duetto, perfetti in tecnica e, sia pure giovanissimi, convincenti nello stile. Due veri professionisti da tenere d’occhio.
La terza parte è stata un omaggio al Sud con Napoli di August Bournonville, pietra miliare del repertorio ottocentesco su musiche di E. Helstes. H. S. Paulli, N. W. Gade. E qui le difficoltà dello stile bournonvilliano vengono fuori tutte, ma i giovani dell’Accademia scaligera hanno dato comunque bella prova di sé eseguendo le terribili variazioni e le piccole e cesellate batterie con pulizia, grazia e musicalità. L’inserzione – come spessissimo accade – del Passo a due di Infiorata a Genzano nel quadro di Napoli ha completato il “dipinto” di grazia festosa che si esprime attraverso le veloci sequenze coreografiche (un tempo cavallo di battaglia dei grandi danzatori italiani del XIX secolo) del prezioso stile Bournonville.
I loro nomi vanno menzionati tutti: Gaia Andreanò, Elena Bottaro, Alice Canu, Marta Cerioli, Adele Fiocchi, Emilie Gallerani Tassinari, Sveva Gaudenzi, Giulia Lunardi, Marianna Monteleone,  Giorgia Monzardo,  Martina Pasinotti, Francesca Raule, Giorgia Sacher, Annamaria Voltolini, Stella Walasik, Oliviero Bifulco, Riccardo Cortese, Pierpaolo D’Amico, Federico Ginetti, Angelo Greco, Sho Kamiko, Dongbo Li, Ariel Merkuri, Cristiano Principato, Mattia Semperboni, Jacopo Tissi, Filippo Valmorbida e Yoshiki Watabe.
Un vero successo e applausi meritatissimi per questi giovani che sono il presente e il futuro della migliore danza italiana. Basti dire che su ventotto diplomati ben venticinque sono stati già ingaggiati dalle principali compagnie di balletto internazionali, a dimostrazione che il valore della formazione coreutica italiana e dello stile dei nostri danzatori, che, se ben coltivati in una Scuola di altissimo livello quale quella dell’Accademia del Teatro alla Scala, confermano la validità di una tradizione che nulla ha da invidiare alle altre branche dell’Arte italiana. Foto Pino Izzo