Teatro Carlo Felice di Genova, Stagione Lirica 2013/2014
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Sebastiano Rolli
Soprano Mariella Devia
Maestro del Coro Pablo Assante
Gioachino Rossini: Sinfonia da Tancredi; Giuseppe Verdi: “Mercè dilette amiche” (I vespri siciliani), “Qual prodigio!… Non fu sogno”, “O Signor che dal tetto natio” (I lombardi alla prima crociata); Vincenzo Bellini: “Col sorriso d’innocenza…Oh, sole! Ti vela di tenebre oscure” (Il Pirata); Sinfonia e “Casta diva…Ah! Bello a me ritorna” (Norma); Gaetano Donizetti: “Deh! Tu d’un umile preghiera il suono” (Maria Stuarda).
Genova, 27 giugno 2014
Il Carlo Felice chiude la stagione con un Gala di grande spessore: la regina del belcanto, Mariella Devia sale sul palcoscenico accolta da un pubblico poco numeroso ma molto caloroso. Sul podio Sebastiano Rolli, direttore col quale la Devia lavora da diverso tempo, e che l’ha diretta quest’anno anche in Maria Stuarda a Verona. Il “perdurare di uno stato influenzale” non influisce minimamente sulle qualità vocali della Devia che ha anche scelto di non eseguire “Lucia di Lammermoor”, ruolo che le era valso il soprannome di “Devia di Lammermoor”. La decisione di orientarsi su un repertorio un po’ più pesante non stupisce: col passare degli anni la sua voce è diventata più scura e robusta senza, ben inteso, perdere un grammo di quello smalto che l’ha sempre caratterizzata in tanti anni di attività. Fuori quindi Gilda e Lucia e via con Elena da I vespri siciliani (Mercè dilette amiche), Giselda (Qual prodigio.. non fu sogno) da I lombardi alla prima crociata, Imogene (Col sorriso d’innocenza… Oh, sole! Ti vela di tenebre oscure) da Il Pirata e Maria Stuarda (Deh, tu d’un umile preghiera). Ma è la presenza di Norma (Casta Diva… Ah! Bello a me ritorna) che sorprende, perché scritta per un drammatico di agilità, ruolo quindi meno adatto ad un soprano come lei,che l’ha debuttato solo un anno fa a Bologna. Al di là del peso vocale la Devia da grande prova di consapevolezza tecnica sia in Norma che nell’intera serata: grande musicalità, perfetta dizione unite ad un curatissimo fraseggio, ai filati morbidi ed agli ampi salti eseguiti con grande eleganza. L’agilità è sempre stata il suo punto forte e la esegue con semplicità e pulizia, come se fosse la cosa più facile del mondo. Non si scambi però questa facilità d’esecuzione per una pura esibizione tecnica, perché è finalizzata a rendere l’espressività del personaggio. Si è confusa spesso la sua eleganza ed abilità tecnica per freddezza, ma non è così: i personaggi sono invece regali e ben resi. La Devia non si è risparmiata ma ha deciso di non concedere il bis, probabilmente per lo stato di salute. L’ esecuzione dell’aria da Maria Stuarda, pezzo finale del concerto, lascia tutti senza fiato. Complice anche il perfetto equilibrio tra orchestra, soprano e coro. L’orchestra del Carlo Felice è ben preparata, e trova nel gesto chiaro e pulito di Sebastiano Rolli una guida sicura. Rolli dimostra di conoscere molto bene la prassi esecutiva di Verdi, Bellini e Rossini e restituisce un’esecuzione precisa, ben studiata e con grande varietà di sfumature. La Sinfonia dalla Norma, in particolare, risulta brillante, maestosa ma senza eccessi e lascia il pubblico col fiato sospeso in attesa del “Casta Diva” che verrà magistralmente eseguito dopo. Preparato da Pablo Assante, il coro ha dato una buona prova. In “O Signore dal tetto natio”, sarebbe stato apprezzabile un po’ più di cura nel piano, per quanto sia effettivamente difficile ottenerlo con un organico così numeroso. Un appunto: quell’alzarsi e sedersi ad esecuzione iniziata è antiestetico, rumoroso e distrae soprattutto ne “Il Pirata”. Foto Marcello Orselli