“Einerlei”, op.69 no.3;”Säusle, liebe Myrte”, op.6 no.3; “Der Stern”, op.69 no,1; “Schlechtes Wetter”, op.69 no.5; “Ich wollt’ ein Sträusslein binden” op.68 no.2; “Als mir dein lied erklang”, op.68 no.4; “Freundliche vision”, op.48 no.1; “Schlagende herzen”, op.29 no.2; “Heimkehr”, op.15 no.5; “Befreit”, op.39 no,4; “Die nacht”, op.10 no.3; “Wie sollten wir geheim sie halten”, op.19 no.4. Scene da “Arabella”, “Der Rosenkavalier. Hilde Gueden (soprano); Lisa Della Casa (soprano in “Arabella”); Régine Crespin (soprano in “Der Rosenkavalier”); Elisabeth Söderström (soprano in “Der Rosenkavalier”);Heinz Holecek (basso in “Der Rosenkavalier); Friedrich Gulda (pianoforte); Orchestra Wiener Philarmoniker, Rudolf Moralt (direttore “Arabella”); Silvio Varviso (direttore “Der Rosenkavalier”). Registrazioni: gennaio 1953 (“Arabella”), settembre 1956 (Lieder) e settembre 1964 (“Der Rosenkavalier”). T.Time:65.48 1 CD Decca Serie Most Wanted Recitals 0289 480 8156 1 /2014
11 giugno 2014: nel giorno in cui cade il 150° anniversario della nascita del compositore tedesco Richard Strauss, nato appunto l’11 giugno del 1864 a Monaco di Baviera, oltre a un nuovo appuntamento con la rubrica a lui dedicata, curata da Riccardo Viagrande, presentiamo la ristampa di un album straussiano interpretato da Hilde Gueden.
Pura meraviglia è la sensazione che trasmette questo CD Decca dedicato al soprano viennese Hilde Güden, fra le massime interpreti della tradizione mittel-europea del soprano coloratura ed autentica incarnazione di un certo spirito viennese.
Come spesso accade in queste riproposizioni di recital storici l’insieme dei brani proposto e abbastanza confuso e spesso poco coerente sul piano della cronologia d’incisione ma almeno in questo caso si è optato per musiche di un unico compositore – Richard Strauss – evitando contrasti troppo stridenti. Il disco si divide in due parti nettamente distinte, una cameristica con selezione di tredici lieder incisi nel 1956 con l’accompagnamento pianistico di Friedrich Gulda ed una operistica con estratti da altri album attualmente non disponibili sul mercato come le scene da ’”Arabella” incise nel 1953 sotto la direzione di Rudolf Moralt e il successivo “Der Rosenkavalier” diretto da Silvio Varviso nel 1964 entrambi alla guida dei Wiener Philarmoniker.
I brani liederisti – forse i meno noti al grande pubblico soprattutto italiano – sono come un viaggio o un sogno nelle atmosfere dell’ultima Vienna imperiale. Accompagnata dal tocco leggero e ma nel contempo prillante di Gulda, anch’egli perfetto conoscitore di questo repertorio e di questo stile la Güden sfrutta al meglio le proprie caratteristiche vocali, quelle di un soprano leggero di timbro bellissimo e brillante, forse meno funambolica di altre ma capace come nessuna di piegare il proprio mezzo vocale alle ragioni espressive dei singoli brani e a rifar vivere con la più assoluta naturalezza quel mondo perduto di estatici languori e di spumeggianti giri di walzer sempre intessuti con un sericeo filo di malinconia e di rimpianto di un mondo al crepuscolo.
I brani mostrano un ventaglio di tutte le possibilità espressive della liederistica straussiana sviscerandone tutto il gioco di contrasti e sfumature e passando quindi dalle atmosfere dense di arcano mistero di “Befreit” n. 4 op. 39 al brio leggero e spumeggiante di “Der Stern” n. 3 op. 68 prossimo a certe atmosfere dell’operetta contemporanea al sublime lirismo di “Freundliche Vision” n. 1 op. 48 autentico visione di sogno fatta musica sulla cui melodia la voce della Güden si svolge con l’impalpabile leggerezza di un velo di seta accarezzato dal vento mentre sul piano vocale non si può tacere di “Als mir dein Lied erklang” n. 4 op. 68 che la Güden chiude con una prodigiosa smorzatura da lasciare senza fiato l’ascoltatore nella capacità di unire alla prodezza vocale la perfezione di un suono purissimo e immacolato.
La parte operistica si apre con un brano da “Arabella”, per l’esattezza la scena fra le due sorelle del I atto “Er irt der Richtige nicht für mich!” tratta da una registrazione del 1953 attualmente non disponibile in commercio. L’occasione permette di apprezzare la direzione di Rudolf Moralt, personalità troppo spesso dimenticata ma di altissimo profilo musicale e diretta espressione di quel mondo musicale: nipote di Strauss e allievo di Bruno Walter e Knappertsbuch. Pur nella brevità si nota una direzione di grande luminosità con la preferenza per colori chiari e sonorità morbide e avvolgenti che fa rimpiangere l’impossibilità di ascoltare l’edizione completa. Le due protagoniste sono poi l’assoluta perfezione in quest’opera. Lisa della Casa già quattro anni prima della storica integrale con Solti e un’Arabella splendida e mostra di possedere già pienamente una parte che con lei si è totalmente identificata ed ugualmente è impossibile immaginare una Zdenka vocalmente più luminosa ma al contempo così espressivamente vera di quella della Güden.
Completano il CD due lunghi estratti da “Der Rosenkavalier”, per l’esattezza la scena della presentazione della rosa “Mir ist die widerfahren Ehre” ed il terzetto finale “Mein Gott, es war nicht mehr als eine Farce” in cui la Güden interpreta il ruolo di Sophie. Rispetto alla precedente appare un’incisione più di routine seppur di un livello più che apprezzabile. Il maestro svizzero dirige con grande mestiere ed ottima conoscenza dello stile ma si nota la mancanza di quell’impalpabile atmosfera di nostalgia che alcuni grandi direttori sapevano rendere così palpabile in quest’opera. La Güden è una splendida Sophie, di purezza strumentale assoluta e di raro fascino timbrico cui si può solo rimproverare forse una leggere freddezza espressiva. Al suo fianco Elisabeth Söderström è un Octavian di timbro non sopraffino ma di notevole personalità e il suo canto a tratti un po’ spigoloso crea un contrasto efficace con l’immacolata purezza del canto della Güden mentre Régine Crespin con la sua voce pastosa e languidamente femminile mostra già di possedere pienamente quelle caratteristiche che troveranno pieno compimento nella successiva incisione con Solti posteriore di quattro anni. Completa il cast il Barone Ochs di Heinz Holecek il cui breve intervento fuori scena impedisce però di dare un giudizio compiuto sulla prestazione del cantante.