Gioia dall’Ucraina: “Don Quixote” agli Arcimboldi di Milano

Milano, Teatro degli Arcimboldi, I Pomeriggi Musicali, Stagione 2013-2014
“DON QUIXOTE”
Balletto in tre atti
Musica di Leon Minkus
Coreografia Egor Scepaciov
Maestri ripetitori Egor Scepaciov, Nadejda Scepaciova, Violeta Kotyrlo, Elena Tarikova, Oksana Belyaeva
Kitri ALEKSANDRA TIMOFEEVA
Basilio MIKHAIL MARTYNYUK
Don Quixote GIUSEPPE FERAZZINO
Sancho Panza FRANCESCO SMANIOTTO
Gamache PIETRO ZUCCONELLI
Lorenzo DANIELE PULICINI
Le amiche IRENE CRISCINO, VALERIE FERAZZINO
Espada VALERIO TORELLI
Mercedes CARLOTTA CACCAMO
Corpo di ballo dell’Accademia Ucraina di Balletto, Milano
“INCONTRI”
Coreografie Caterina Calvino Prina, Ariel Romero Koch
Solisti Irene CrISCINO, VALERIE FERAZZINO, RICCARDO RAFFALDI, ANDREA TRUZZI
“LA MORTE DEL CIGNO”
Solista LARISKA BUMBCHENKO (al secolo RAFFAELE MORRA, della Compagnia Ballets Trockadero de Montecarlo)
Milano, 11 maggio 2014

La danza è gioia, estasi, è fra le poche professioni in cui non basta studiare. Si deve nascere per praticarla, ma non sei soltanto tu a scegliere la danza: deve essere una scelta mutua, anch’essa deve scegliere te, come per un dono, quasi un superpotere. Ed essere artista significa appunto avere un superpotere, che si manifesta con la passione, la forza, la capacità di essere sublime.
Don Chisciotte - Arcimboldi, 2014 1Il lavoro dell’Accademia Ucraina di Balletto di Milano richiude in sé tutto il significato della parola “arte”: gli allievi sono stati in grado di trasmettere tutto con risultato eccellente: merito di un grandissimo lavoro dei Maestri, perché le esperienze professionali, per essere trasmesse, devono prima essere vissute. Si parla sempre dell’artista e mai del Maestro; ma egli è in realtà il primo artista a lavorare sodo, alla pari dei ballerini. Sul palcoscenico degli Arcimboldi si sono visti ballerini veri; non semplici esecutori, perché il livello era altissimo, tanto artistico quanto tecnico. La versione presentata del Don Quixote non era per niente semplice, in quanto si trattava di una vera produzione, curatissima nell’utilizzo dello scenario, nel disegno coreografico del corpo di ballo, nello stile complessivo, nella scelta dei ruoli assegnati ai danzatori; tutto denotava una vera preparazione professionale. Don Chisciotte - Arcimboldi, 2014 3La prima a dimostrarlo è stata Dulcinea: la ballerina che l’ha interpretata, in una scena tra le iniziali nel I atto, è quella che ho preferito fra tutte, per la dolcezza richiesta dalla parte, per il personaggio etereo, per la tecnica perfetta, nelle linee, negli arabesques, nelle braccia dalla postura impeccabile (che si capisce dall’equilibrio e dal controllo: quando un ballerino capisce l’importanza del torso, ha capito tutto), nell’elasticità. Un’allieva ormai matura, armoniosa, bella da vedere: l’intera scena con le driadi era solo sua. Quest’allieva – di cui la locandina e il programma non offrivano il nome – promette tanto, è una prossima étoile, da seguire con molte aspettative e passione. Dopo Dulcinea sulla scena appare Kitri (Aleksandra Timofeeva, bellissima, dolcissima, dotata, ma non adatta al personaggio). Kitri è una ragazza piena di vita, semplice, spensierata; la Timofeeva è più adatta a un Lago dei Cigni, alla Silfide, a Coppelia. Ci sono ruoli che possono essere interpretati bene non tanto con la tecnica, ma con l’esperienza, anche di vita; la danzatrice nel ruolo di Kitri era tecnicamente all’altezza, ma difettava un po’ nell’interpretazione. Anche su un piano più tecnico, nell’ultima coda la paura della Timofeeva nell’affrontare i fouettés è emersa visibilmente.
Don Chisciotte - Arcimboldi, 2014 5Espada interpretato da Valerio Torelli emerge benissimo: molto bravo, a livello interpretativo, nei grandi salti, nella diagonale; unico e squisito, come Dulcinea anche Torelli è padrone del palco, con la forza giusta e la tecnica adeguata. L’unica osservazione a proposito della sua scena è che i drappi dei toreri erano di un tessuto troppo leggero, perché non tenevano il sostegno richiesto nei giri per questa danza di carattere, che è bellissima ma difficile da eseguire con precisione (bravo, in proposito, il corpo di ballo che l’accompagnava).
Mercedes era interpretata da Carlotta Caccamo: la ballerina convince per lo più, ma al personaggio mancavano un tratto di furbizia e di malizia, e anche un po’ di controllo. La variazione di Mercedes dal Don Quixote è fra le più presentate nei concorsi di balletto per la difficoltà tecnica e interpretativa, ma anche per l’opportunità che offre alla ballerina di esprimere in poche movenze le sue capacità. La Caccamo è molto dinamica nei salti e nei giri, così come in linea di massima sono apprezzabili le braccia e il lavoro della schiena (a volte più bello di quello della Timofeeva).
Don Chisciotte - Arcimboldi, 2014 2Le amiche di Kitri erano perfette tecnicamente; lievemente superiore Irene Criscino, ma tutte e due brave, sincronizzate in tutti i momenti. Ottimamente riusciti i personaggi di Don Quixote e di Sancho Panza. Lo scudiero in particolare riusciva simpatico, leggero, pulito, scaltro. Nel balletto è stato poi interpolato un numero con tre marinai, o meglio tre personaggi coreutici che si ritrovano nelle danze ucraine di carattere: molto bello, certamente un’opportunità in più per fare danzare tutti i ballerini allievi dell’Accademia. Va detto un’altra volta che questi ragazzi sono stelle nascenti, da riproporre in altre presentazioni e saggi, perché i ballerini finiscono di formarsi sul palcoscenico; il maestro insegna la tecnica a lezione, il resto lo realizza l’artista sul palco. Per questo motivo si deve tributare un immenso applauso allo staff del Teatro degli Arcimboldi di Milano, che collabora con le scuole d’arte, e in particolare con quell’arte, la danza, che è nata qui in Italia e che ora si sta perdendo…
Costumi e scenografie erano tutti di grandi produzioni, bellissimi nei colori, nei modelli, nelle combinazioni: tutto perfetto e, quel che più conta, di buon gusto.
Don Chisciotte - Arcimboldi, 2014 7Ho volutamente lasciato per ultimo Mikhail Martynyuk, primo ballerino del Kremlin Ballet e stella della serata: lui sì che azzarda, che rischia, che vola, mentre danza; è un partner incredibile, con tecnica sciolta e sicura; mentre ne fa uso mantiene le linee pulite, morbide di un’eleganza naturale, senza nessuna difficoltà. Se si riflette che all’inizio della storia della danza l’unico ruolo del ballerino era di accompagnare la dama e fare in tutti i modi perché apparisse bella e perfetta, Martynyuk ha fatto proprio così. Ma poi l’artista ha regalato attimi deliziosi: diagonale di pas de sissonne altissima, con apertura fino alla spaccata, perfetta, cabriole impressionanti con batteria e inclinamento giusto, pirouettes alla seconda dinamiche, altezza mantenuta costante, chiusura con quattro-cinque pirouettes, e pirouettes di tutti tipi, anche sette-otto di seguito con chiusura perfettamente controllata. Già nel passo a due si intravedevano il suo virtuosismo, la sicurezza e la tecnica notevole, ma arrivato al suo momento ha veramente fornito una performance di altissimo livello.
Il secondo balletto, Incontri, di gusto neoclassico, è stato delizioso; occorre riflettere sul tipo di interpretazione che devono assumere gli allievi, perché più che di incontri il balletto parla di maturità nel pensare alle scelte della vita, fra la passione e l’amore, fra l’avventura sentimentale e la tenera illusione.
Simpatica la parodia di Raffaele Morra (artista della Compagnia Ballets Trockadero de Montecarlo), in onore e nel nome della “grandissima” Lariska Bumbchenko, breve ma spiritosa; il suo lavoro nella Morte del cigno non è affatto semplice. Le braccia erano bellissime, e permettevano di apprezzare come, all’interno della parodia, il lavoro della schiena e i saluti finali fossero studiatissimi. Ottimo programma, dunque, concluso con una nota di fine auto-ironia sul balletto classico e sulla danza stessa.