Verona, Teatro Ristori, Società Amici della Musica. 104a Stagione Concertistica
Pianoforte, Angela Hewitt
Johann Sebastian Bach: Die Kunst der Fuge BWV 1080 (L’Arte della Fuga)
Verona, 5 Aprile 2014
Sembra definitivamente mettere a tacere gli ultimi critici delle esecuzioni bachiane al pianoforte, Angela Hewitt, con la sua interpretazione di quel vero tour de force compositivo che è Die Kunst der Fuge BWV 1080.“L’arte della fuga”, uno degli assoluti vertici della polifonia contrappuntistica di sempre, è attualmente protagonista di una lunga tournee con cui l’artista canadese sta attraversando tutto il mondo. La città di Verona ha avuto la fortuna di ospitare una delle tappe di questo tour, il 5 Aprile presso il Teatro Ristori, sotto l’egida dell’associazione Amici della Musica.
Accolta da un teatro al completo, che religiosamente ha seguito l’artista nell’estremo viaggio musicale di Bach, la Hewitt ha eseguito d’un fiato le quattro parti che compongono la raccolta lasciando il pubblico letteralmente col fiato sospeso per oltre ottanta minuti. Dodici note, su cui Bach declina la più grande varietà di esercizi di stile di architettura musicale partendo dalle fughe più “semplici” per movimento diretto o inverso per giungere a quelle in forma di stretto, a due e tre temi, alle fughe invertibili in maniera speculare, a quelle a quattro temi, fino alla celebre fuga incompleta che si interrompe emblematicamente sulle note B A C H (si bemolle, la, do, si naturale) di un nuovo soggetto.
Angela Hewitt mostra di conoscere ogni dettaglio architettonico della complessa partitura, riuscendo a conferire ad essa un grande senso organico nonostante la grande frammentarietà dell’opera, costruita per altro su un nucleo tematico come già detto estremamente esiguo. Oltre alla mirabile resa polifonica di una composizione nata senza un’indicazione precisa in fatto di strumentazione e forse massimamente adatta ad un quartetto d’archi, è impressionante il maniacale controllo di ogni singola sfumatura di suono, attraverso il quale la cinquantaseienne artista di Hottawa riesce a rendere intellegibile e sempre fresca l’intenzione musicale di qualsivoglia ordito tematico nel corso dei numerosi contrapuncta.
L’emozione del pubblico è palpabile al momento della brusca interruzione dell’ultima fuga, dovuta ad una situazione di pessima salute che di lì a breve avrebbe condotto Bach alla morte, in un silenzio ineffabile al confine tra l’inarrivabile perfezione strutturale dell’arte compositiva bachiana e il mortale limite insito nella condizione umana.
Il viaggio di Angela Hewitt, di Bach e del pubblico del Teatro Ristori termina sulle note del corale Von deinen Thron tret’ich BWV 668, dettato al figlio Carl Philipp Emanuel sul letto di morte, con cui il maestro si congeda dalla vita affidandosi definitivamente nella mani di dio (“Mi avvicino al tuo trono, o Dio”) logica conclusione ad un’opera che sempre di più sembra delinearsi come un testamento spirituale. Dopo un impagabile momento di silenzio, applausi vivi e sentiti per Angela Hewitt. Foto Bremzoni