Verona, Teatro Filarmonico – Stagione Opera e Balletto 2013/2014
“BAROCCO REMIX: CASANOVA”
Balletto su musiche barocche
Coreografia, scene, costumi e luci Mauro de Candia
Premier danseur ospite Alessio Carbone
Interpreti principali Alessia Gelmetti,Teresa Strisciulli, Amaya Ugarteche, Evgueni Kourtsev, Antonio Russo
Musiche di Heinrich Ignaz Franz von Biber, Henry Purcell, Georg Friedrich Händel, Jacques Cordier, Antonio Vivaldi, Arcangelo Corelli, Arvo Pärt, Johann Sebastian Bach, Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro Scarlatti, Alessandro Marcello
Direttore Stefano Montanari
Orchestra, Corpo di ballo e tecnici dell’Arena di Verona
Verona, 18 marzo 2013
Barocco Remix: Casanova è il secondo spettacolo di balletto per la corrente Stagione della Fondazione Arena. Mauro de Candia ne cura coreografie, scene, costumi e luci. Quindi una novità (o una rarità, visti i tempi): un coreografo giovane («interessante» e «da scoprire», come lo definisce Renato Zanella, direttore del Balletto areniano) e di carriera internazionale viene chiamato a creare per un corpo di ballo afferente ad un ente lirico. Càpita proprio nei giorni in cui in Italia – come ogni tanto accade ma con risultati che tutti conosciamo – si torna a discutere delle funzioni e delle normative che dovrebbero regolare i nostri corpi di ballo. Il chiodo su cui si vuole (inutilmente) battere è sempre lo stesso: quale repertorio proporre? Ma soprattutto, a chi farlo ballare? Il lago dei cigni di Petitpa-Ivanov “vale tanto” quello di Matthew Bourne? Il secondo è un classico? O “quasi”? E quale tradizione dovrebbero salvaguardare i corpi di ballo italiani? Manzotti vale un Petipa? Insomma, le solite domande che non trovano una risposta fattiva. Al momento, si sa, ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino. Fa piacere che un nome giovane venga chiamato in Italia, quando la propria carriera procede per la maggior parte all’estero. Fa piacere, soprattutto oggi, quando i giovani danzatori sono chiamati alla fase compositiva parallelamente alla propria formazione di danzatori. Quello di de Candia è un nome legato a nomi prestigiosi, sia per quanto riguarda formazione e carriera: dall’Accademia Grace di Montecarlo e il Balletto di Hannover, fino a Berlino sua attuale città di residenza. Non sono mancate fondazioni di realtà indipendenti (Arte&BallettO, Pneuma Dance Theater e Giovane Balletto Mediterraneo) così come creazioni in Italia (MaggioDanza e Biennale della Danza di Venezia).
Per l’attuale lavoro scaligero, il coreografo pugliese pensa ad un balletto di stampo postclassico a serata intera, un atto unico diviso in cinque parti, per la durata di una settantina di minuti circa. Il retroterra culturale è chiaramente ravvisabile: si va dal costume rosso con gonne vistose (come per Kylian e il suo arcinoto Bella Figura), al gesto ricercato come arma di seduzione (come per Le Parc di Preljocaj), fino a quadri interi giocati nel mettere in risalto la sola silhouette dei danzatori con luci che vanno a digradare ad una tonalità seppia – richiamando alla memoria una pennellata forse più mediterranea, come quella che Virgilio Sieni ha impresso a tanti suoi bellissimi lavori. Viene favorita la formula del duetto mentre i momenti d’insieme sono quasi sempre costruiti su una fisicità molto plastica, evitando così all’organico problemi di sincronia e simmetria. Oltretutto, pur all’interno di un linguaggio che tende a destrutturare la danza accademica con un grande utilizzo di linee allongé, non viene mai privilegiata la velocità ma il gesto arioso, iterato e sempre in primo piano. La scena è praticamente spoglia, costituita da pannelli bianchi. Una grande gabbia nera posta alla sinistra della scena sembrerebbe simboleggiare la solitudine di cui è artefice e vittima Casanova, così come la scena finale e il solo conclusivo che vedono Casanova inquadrato da un solo fascio di luce. A interpretare il leggendario libertino è stato chiamato un artista raffinato come Alessio Carbone, premier danseur in forze all’Opéra di Parigi, che ha saputo coniugare fascino tecnico e interpretativo al proprio personaggio. Al suo fianco ha figurato benissimo Alessia Gelmetti. Da segnalare le belle prove di Andrea Morelli, Simone Pergola e Ivan Piccioli sempre con Morelli ai rispettivi duetti. Alla partitura coreografia è corrisposta quella musicale composta da brani di Albinoni, Purcell, Corelli, Händel, Arvo Pärt, Pergolesi… eseguita in modo squisito da Stefano Montanari. A sentire alcuni pareri dei presenti in sala, si sarebbe sentita la mancanza di “velocità”… Insomma, come se le “velocità” fosse l’unica risposta alla danza attuale; chi scrive, ha invece trovato il lavoro complessivamente omogeneo, amalgamato pur nella ricchezza di referenti e ben pensato per l’organico veronese. Di questi tempi, non è poco, anzi… Foto Ennevi – Fondazione Arena di Verona