Fano,Teatro della Fortuna:”Rigoletto”

Fano, Teatro della Fortuna, Stagione Lirica 2014
“RIGOLETTO”
Opera in tre atti di Francesco Maria Piave, tratto da Le Roi s’amuse di Victor Hugo.
Musica di Giuseppe Verdi
Il duca di Mantova GIANLUCA TERRANOVA
Rigoletto MAURO BONFANTI
Gilda LAURA GIORDANO
Sparafucile 
CARLO MALINVERNO
Maddalena MARIANA PENTCHEVA
Giovanna 
LARA ROTILI
Il conte di Monterone GIAMPIERO CICINO
Marullo GIACOMO MEDICI
Matteo Borsa GILBERTO MULARGIA
Il conte di Ceprano ROBERTO GATTEI
La contessa, sua sposa OLGA MARIA SALATI
Un usciere di Corte GIANNI PACI
Paggio della duchessa VALENTINA CHIARI
FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “V.Bellini” e Coro Teatro della Fortuna “M. Agostini
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Maestro del Coro Carlo Morganti/Mirca Rosciani
Regia e Scene Alessandro Talevi
Costumi Manuel Pedretti
Luci Giuseppe Calabrò
Nuova Produzione Fondazione Teatro delle Muse/Fondazione Teatro della Fortuna
Fano, 21 Febbraio 2014

Portato già  in scena al Teatro delle Muse “Franco Corelli” di Ancona, Rigoletto di G. Verdi è stato il secondo titolo d’opera del Fortuna Opera Festival. Questo spettacolo è stato una sorta di progetto pilota, fortemente voluto a livello regionale, primo esempio di collaborazione e coproduzione tra teatri marchigiani, sulla via indicata e perseguita dal Consorzio Marche Spettacolo nei suoi prime tre anni di vita, in relazione allo sviluppo di una rete lirica delle Marche quale risposta ad un cambiamento strutturale nel panorama della lirica intanto regionale e poi nazionale. La regia e le scene di Alessandro Talevi ricordavano un cantiere dismesso di una non ben precisata periferia urbana: luci rosse di segnalazione, un’insegna di uno squallido motel a ore “Ceprano” e, su un crocicchio, una poco probabile icona mariana vistosamente illuminata. Una struttura che, attraverso l’uso di reti metalliche, crea le varie ambientazioni dell’opera (palazzo del Duca, la casa di Rigoletto, ecc.). Il tutto ci è parso scarsamente aiutato dalle  luci piuttosto approssimative e “impastate” di Giuseppe Calabrò. Che dire? Parlare di una scelta scenografica vincente sarebbe azzardato, ma si apprezza il tentativo ed il modo sempre coerente dello sviluppo delle vicende in scena. Droga, malavita, degrado sono forse lo specchio di tutto il mondo interiore di alcuni dei protagonisti dell’intera vicenda in contrasto con la purezza di Gilda. Una visione registica che ha però mostrato il fianco a delle debolezze nella gestione degli interpreti spesso rigidamente impacciati. Efficaci i costumi di Manuel Predetti ben integrati nella visione registica di di Talevi. Francesco Ivan Ciampa è il vero protagonista della serata. A lui è affidata la concertazione, che ha saputo gestire  con grandissima perizia mostrando e valorizzando non solo  la tensione drammatica ma anche gli squarci più lirici ed intimi della partitura. Ed ecco, ad esempio, nel preludio una interiorizzazione assolutamente verdiana, la confortante serenità donata al primo incontro tra Rigoletto e Gilda, nella quale l’orchestra “Rossini” è capace di bei rallentandi e momenti in cui il direttore è stato capace di respirare coi  cantanti e li ha favoriti al meglio delle loro possibilità. Equilibratissimo nella gestione dei tempi, è  riuscito comunque a tenere con forte autorevolezza l’intero impianto.
Mauro Bonfanti è stato un Rigoletto corretto per intenzione e per fraseggio, anche se talvolta cede ad atteggiamenti piuttosto enfatici. La voce, di bel colore,  pare timbricamente piuttosto chiara per il ruolo e così anche il temperamento scenico mostra dei limiti di incisività, ma ha tutti i mezzi per poter maturare il ruolo in avvenire. Ha una bella voce ed un bel portamento.  Abbiamo comunque ascoltato un Rigoletto professionalmente valido.  Gianluca Terranova (Il Duca di Mantova) ha una voce sempre a fuoco e dal bellissimo colore che nonostante qualche difficoltà di passaggio dal centro agli acuti ha saputo gestire con grandissima capacità tecnica e slancio. Ha regalato al pubblico grandi momenti di passionalità sia scenica che vocale, ed il pubblico ha risposto con altrettanto impeto premiandolo spesso con applausi a scena aperta.  Laura Giordano è un soprano  che dire “leggero” è poco. La sua Gilda è sempre risultata rigidamente impersonale. Bambollegiante nel “Caro nome” deficitario nell’intonazione e impreciso tecnicamente: pressochè inesistenti i picchettati, i trilli, le mezzevoci  e  peggio ancora la dimensione emotiva del tentativo di miglioramento nel secondo atto (“Tutte le feste al tempio”) dove si è assistito a un piuttosto debole tentativo di dolorosa interiorizzazione  interpretativa, ma che nei fatti non ha né commosso, né coinvolto. Gilda è senza ombra di dubbio un personaggio vocalmente e teatralmente più complesso e della “solita” adolescente infatuata: qui ne abbiamo avuto solo un pallido ritratto. Carlo Malinverno è stato un energico Sparafucile, dal timbro scuro e vibrante. Procace fisicamente, assai meno vocalmente, la Maddalena di Mariana Pentcheva, mentre Giampiero Cicino è stato un buon Conte di Monterone. Brava Lara Rotili (Giovanna). Generalmente corretti: Giacomo Medici (Marullo), Roberto Gattei (Il Conte di Ceprano) e Gilberto Mulargia (Matteo Borsa). Il Coro Lirico Marchigiano “V.Bellini”, insieme al Coro Teatro della Fortuna “M. Agostini, preparato dal Maestro Carlo Morganti e da Mirca Rosciani ha superato sé stesso. Sala gremitissima ed applausi entusiastici a tutti gli interpreti ed al direttore da un pubblico partecipe e coinvolto. Foto Amati & Bacciardi