Collegno, Lavanderia a Vapore – Stagione di danza 2013-2014
Balletto Teatro di Torino
“CIAIKOVSKIJ SUITES”
Il Lago dei cigni, La Bella Addormentata nel bosco, Lo Schiaccianoci
Musica P.I. Ciaikovskij
Coreografia Matteo Levaggi
Luci Fabio Sajiz
riprese da Massimo Mennuni
Costumi Maria Teresa Grilli, Corpicrudi
Danzatori Kristin Furnes Bjerkestrand, Denis Bruno, Marco De Alteriis, Manuela, Maugeri, Vito Pansini, Viola Scaglione
Collegno (Torino), 22 febbraio 2014
Quando sono andata a vedere Ciaikovskij Suites alla Lavanderia a Vapore di Collegno avevo qualche pregiudizio, pensando agli artisti che prendono spunto dai classici e le cui proposte partono già con un 50 % di possibilità a loro favore (come si potrebbe infatti non apprezzare un’antologia dei tre celebri balletti di Ciaikovskij?). E invece ho per la mia soddisfazione trovato artisti veri, autentici professionisti, con una creatività in crescendo (così credo, visto che si tratta di una compagnia ancora giovane).
Lo spettacolo, a partire dai tre titoli ciaikovskijani, si articolava in tre parti: tutte perfettamente riuscite, sia tecnicamente sia interpretativamente. Nella prima (su musiche tratte dal Lago dei cigni) dominava un messaggio mistico, relazionato a un ceppo di legno conteso dai danzatori nel corso dei vari brani. In sintesi, un modo per rappresentare l’esperienza di chi abbraccia la vita e la sua bellezza. Nella seconda parte (su musiche dalla Bella addormentata nel bosco) la coreografia derivava da una produzione originale del Balletto Teatro di Torino del 2011 (Le Vergini), ispirandosi comunque al dettato originale di Marius Petipa. La terza parte, su musiche dallo Schiaccianoci, è stata la più rilassata e divertente (perché ambientata in una palestra olimpionica, con atleti in allenamento), anche se a livello di danza e di coreografia tutte e tre erano eccellenti. Ci si rendeva conto del lavoro preparatorio nel salone e si percepiva il rigore della lezione e del maestro: gli elementi che permettono a un corpo di ballo di diventare un unico corpo nel momento di danzare insieme, e consentono ai singoli artisti – quando arriva il momento di essere solisti – di porgere quei colori e quelle diverse sfumature che caratterizzano ogni danzatore.
Non sembrerebbe, ma un teatro dagli spazi e dai volumi modernissimi e bellissimi come la Lavanderia a Vapore di Collegno, invece di aiutare, mette a dura prova chi ci lavora: l’estrema vicinanza degli artisti al pubblico rischia di fare abbassare la magia, fa risaltare tutto (nel bene come nel male); e, quel che più conta, i ballerini sono in basso, pur così vicini, e non in alto sul podio, come si è abituati ad apprezzare chi porge una performance artistica o culturale. Quando dobbiamo assistere a una rappresentazione di genere informativo, politico, culturale e la guardiamo o ascoltiamo dall’alto, la nostra percezione è infatti condizionata dalla superiorità dell’esecutore: la sua posizione gli offre già un grande vantaggio, induce ad ammirarlo e a idealizzarlo. A Collegno, al contrario, ogni spettatore è come un testimone, una “spia”, un vicino degli artisti che guarda tutto molto da vicino; li può persino sentire respirare, li può vedere nella preparazione di ogni movimento, con una sensazione nuova e incredibile. Per i danzatori è tutto più difficile, per noi del pubblico tutto più intenso. Emozioni nuove di questo tipo sono possibili nello spazio della Lavanderia a Vapore di Collegno, dove il Balletto Teatro di Torino esalta quell’unica dimensione in grado di salvare l’uomo di oggi: la bellezza.