Recital di Alexei Volodin

Catania, Teatro Massimo Bellini, Stagione Sinfonica 2014
Pianoforte, Alexei Volodin
Johann Sebastian Bach
: Variazioni Goldberg, BWV 988
Maurice Ravel:”Miroirs”, cinque pezzi per pianoforte
Frédéryck Chopin:Andante spianato e grande polacca brillante, op. 22
Catania, 9 febbraio 2013

Ripresa la normalità della programmazione sinfonica al Teatro Massimo, possiamo dedicare alle questioni dell’arte lo spazio che per diverse volte abbiamo dovuto riservare a problematiche di altro genere. Una vera fortuna, perché il concerto del pianista russo Alexei Volodin è di quelli che meritano di essere indicati come esemplari per il presente e memorabili per il futuro.Assoluta perfezione tecnica unita a una notevole sensibilità espressiva: e l’accoppiata spesso non si trova neanche in artisti acclamati come virtuosi, ma  attenti quasi unicamente alle questioni tecniche e non a quelle poetiche che ispirarono i compositori.
Il programma scelto dal solista pietroburghese è stato di massima difficoltà tecnica  (Le variazioni Goldberg, i “Miroirs” di Ravel, l’opera 22 di Chopin). Viluppi di note così arditi che la mano destra dell’esecutore spesso doveva scavalcare l’altra in una continuità di bassi che si prolungano in acuti e viceversa. E tuttavia chi ascolta da lungi e non vede i prodigi sulla tastiera, non può agevolmente immaginare l’agilità acrobatica dell’interprete, perché ne coglie solo l’esecuzione da cui emana l’ardita ispirazione barocca, o romantica, o decadente che la ha determinata. Del Kantor sassone si coglie con emozione lo spirito religioso che dai temi ecclesiastici trasmigra verso melodie che ne sono la rifrazione nella vita ordinaria; del francese si nota con commozione l’instabile movimento, il marezzare delle superfici sonore in bagliori rapidi di sentimenti che si rincorrono tra di loro, in una instabilità che fu propria della fine Ottocento e degli anni che seguirono. In Chopin l’impeto e la poesia delicata spesso si congiungono a distanza di poche battute come avvenne nel secolo romantico quando i patrioti battaglieri erano anche sentimentali poeti.
Tutto questo si è avvertito chiaramente e gli applausi del pubblico catanese sono stati calorosi e prolungati con una non convenzionale richiesta di bis. Perché l’intreccio di musica e passioni che ha avvinto l’attenzione dell’uditorio, si voleva ancora sperimentare in altri temi, in nuove prospettive. E generosamente il pubblico è stato accontentato. Musiche di Chopin, scelte tra le più celebri, ma eseguite con quella tinteggiatura che si è appena lodata, con quelle sfumature che sono tanto difficili da trarre dalla tastiera. La memoria di chi scrive correva alle memorabili serate di diversi decenni addietro quando un altro grande pianista, conterraneo del giovane Alexej (Nikita Magaloff) rendeva evidenti i menomi palpiti della ispirazione romantica.Dunque un bellissimo concerto in cui un’arte raffinatissima ha cancellato magicamente gli amari contrattempi delle cronache musicali recenti.