Sergey Vasil’yevich Rachmaninov (1873-1943): Vocaliz (Vocalise), Op. 34, No. 14 / Pyotr Il’yich Tchaikovsky (1840-93):” La dama di picche“: Otkuda eti slyozï (Act 1, Scene 2) Nikolay Andreyevich Rimsky-Korsakov (1844-1908):
3 “La Sposa dello Zar”: V Novgorode (Act 2); Ivan Sergeich (Act 4) /Sergey Vasil’yevich Rachmaninov: Ne poy krasavitsa, Op. 4, No. 4 (orch. Ruben Stepanyan);“Francesca da Rimini”: O, ne rïday, moy Paolo, ne nado (Scene 2) /Pyotr Il’yich Tchaikovsky: “La Dama di Picche”: Uzh polnoch’ blizitsya… Akh, istomilas’ ya (Act 3, Scene 2); Kabï znala ya , Op. 47, No.1 (orch. Odysseus Dimitriadi); Ya li v pole da ne travushka bïla?,op. 47, No. 7; “Eugene Onegin”: Scene della lettera: Puskay pogibnuya (Act 1, Scene 2). New Russia State Symphony Orchestra, Dmitry Yablonsky (direttore). Registrazione: Studio 5, Russian State TV & Radio Company KULTURA, Mosca 28 agosto- 3 settembre 2011. T.Time:60.04 –1 CD Naxos 8.572893
Da qui l’ascolto dell’album
La Naxos pubblica in questo CD una raccolta di brani russi – tanto operistici quanto cameristici – affidati al soprano Dinara Alieva anch’essa proveniente da quel ricco vivaio di voci che sono le regioni intorno al Caucaso. La giovane cantante azera (classe 1980) si è rivelata al concorso moscovita dedicato a Galina Višnevškaija nel 2006 e a livello internazionale con il terzo posto al concorso “Operalia” organizzato da Placido Domingo nel 2010; dal 2008 fa parte della compagnia stabile del teatro Bolš’oj e negli ultimi anni ha iniziato ad esibirsi seppur saltuariamente anche in Occidente. L’ascolto del presente recital testimonia una cantante dotata di un materiale vocale di prim’ordine e con ancora importanti possibilità di miglioramento soprattutto sul piano espressivo tenendo anche in considerazione che un recital discografico non è forse il contesto ideale per un più approfondito studio sui personaggi e sulla loro dimensione espressiva.
La voce della Alieva è quella di un tipico soprano lirico pieno dotata di particolare robustezza nei centri che lasciano intuire una facile evoluzione verso il repertorio lirico-spinto. Il colore vocale e caldo, morbido, dai riflessi bruniti – caratteristiche non insolite nei soprani lirici di scuola russa – l’emissione corretta anche se il settore acuto risente di un certo vibrato tipico delle voci slave. I centri sono ampi e ricchi di suono così come il settore grave che si rivela particolarmente robusto, la voce sale bene agli acuti fatti salvi quelli più estremi in cui si percepisce una certa durezza.
La scelta dei brani proposti suscita invece qualche perplessità. In questo caso si sfugge con intelligenza l’eccessiva eterogeneità di tante proposte discografiche ma l’impressione è che non tutti i brani scelti siano ideali per mettere in evidenza le doti della cantante. Fra i brani operistici a suscitare maggiori dubbi sono le due arie di Marf’a dalla “Tsarskaja nevesta” (“La fidanzata dello Zar” di Nikolaij Rimskij-Korsakov. La Alieva canta con notevole gusto riuscendo anche a schiarire la propria vocalità rendendola più luminosa ed agile ma resta il senso di una naturale mancanza di propensione a questo repertorio. La parte è pensata per un soprano di coloratura capace di unire il taglio patetico del ruolo a notevoli doti acrobatiche mentre l’Alieva resta un lirico pieno anche se con una certa facilità nel canto di coloratura e non è casuale che le note più faticose siano proprio gli acuti di queste arie.
Molto più convincenti sono al riguardo gli estratti dalle opere di Čajkovškij di cui vengono proposte le due arie di Liža dalla “Pikovaja dama” (“La dama di picche”) e in chiusura del CD la scena della lettera di Tat’jana da “Evgenij Onegin”. Apprezzabili risultano in specie i brani dalla prima opera e soprattutto la grande scena della Neva la cui atmosfera cupa e carica di foschi presagi trova perfette risonanze nel timbro brunito della Alieva mentre nella prima aria forse manca un po’ di freschezza giovanile. La parte è sul piano vocale ideale per i mezzi della cantante con la voce chiamato a dispiegarsi su una tessitura sostanzialmente centrale mentre gli acuti pur di grande effetto non salgono mai fino agli estremi della tessitura mentre la corposità della voce della Alieva le permette di superare con slancio la massa orchestrale, particolarmente imponente specie in “Akh, istomilas’ya”. Sul piano espressivo la lettura proposta rientra nella tradizione russa che di Liža tende a far prevalere soprattutto la componente tragica – optando al riguardo anche per voci più corpose e drammatiche.
La grande scena della lettera di Tat’jana pone difficoltà diverse e non pienamente risolte. Vocalmente il ruolo non presenta particolari difficoltà ed infatti sul versante del canto la prestazione della Alieva risulta pienamente convincente è però sul piano espressivo che il personaggio gioca molte delle sue carte e qui appare evidente un bisogno di maggior approfondimento. L’intero sviluppo della scena è accompagnato dai continui stati emotivi della fanciulla, reso vivo e mutevole da un gioco di emozioni contrastanti che ne fanno forse il tratto di maggior fascino; se è vero che è difficilissimo cogliere tutte le sfumature di una pagina così ricca al riguardo – e forse solo la Višnevškaija nell’incisione con Chaikijn del 1955 è riuscita a rendere completamente – troppo riduttiva risulta una lettura come quella della Alieva che tende a risolvere tutto con il canto – molto buono per altro – risultando troppo generica nell’accento anche se va considerato che l’incisione risale al 2011 quando il ruolo era stato affrontata a teatro solo una volta e lontano dai grandi palcoscenici.
Splendidamente riuscita – pur nella sua brevità – l’assolo di Francesca nella “Francesca da Rimini” di Rachmaninov (“O, ne rïday, moy Paolo”) in cui il timbro morbido e carezzevole della Alieva è perfetto per la malinconia del brano e dispiace solo che non si sia dato maggior spazio alle opere di Rachmaninov, conosciuto a torto solo per le composizioni pianistiche ma autore di straordinaria musica vocale.
Il programma operistico è affiancato da alcune romanze originariamente pensate per canto e pianoforte e qui presentate in trascrizione orchestrale – realizzata da Ruben Stepanyan e Odysseus Dimitriadi – che le rendono molto prossime ai brani operistici presentati. Per quanto riguarda il “Vocaliz” op. 34 n. 14 di Sergeij Rachmaninov valgono le stesse considerazioni fatte per le arie di Rimskij-Korsakov in relazione all’assenza di un’autentica propensione all’astratto virtuosismo richiesto dal brano. Molto più riuscite le successive romanze dello stesso Rachmaninov (“Ne poy krasavitsa” op. 4 n. 4) e di Čajkovškij (“Kabï znala ya” op. 47 n. 1 e “Ya li v’pole da ne travushka bïla” op. 47 n. 7) caratterizzati da una dimensione sostanzialmente lirica e da un canto spianato che si apre in larghi squarci melodici che risultano perfetti per la voce della Alieva e anche l’aspetto espressivo risulta convincente evocando quelle atmosfere di languida eleganza che subito evocano atmosfere di tolstojana memoria. La cantante è accompagnato dalla New Russia State Symphony Orchestra diretta da Dmitry Yablonsky che non va oltre una generica correttezza e manca sia di quella ricchezza cromatica che si desidererebbe in certi brani sia la capacità di cogliere la forza espressiva di alcuni passaggi come la grande scena dell’”Eugenij Onegin” dove la direzione piatta e povera di colori non aiuta di certo la resa espressiva della cantante. Il risultato finale è un prodotto spesso discontinuo ma che ha il merito di far conoscere una cantante dotata di mezzi vocali di sicuro interesse e per la quale non si può escludere una prossima affermazione sulla scena internazionale.