Airs d’Opéras comiques – Grétry & Philidor. Arie da “La Fausse Magie” (Grétry), “Mélide ou le Navigateur” (Philidor), “Anacréon chez Polycrate”, “Richard Coeur-de-Lion” (Grétry), “La Belle Esclave” (Philidor), “Céphale et Procris” (Grétry), “Les Femmes vengées” (Philidor), “Tom Jones” (Philidor). Orchestra The Academy of St. Martin in the Fields direttore Sir Neville Marriner. Scene e arie da opere di W.A.Mozart, J.P.Rameau, H.Berlioz, I.Stravinsky, A.Honegger. Registrazioni:1969-1981. 2 CD Decca – 4807700.
Il panorama dei recital lirici è molto variabile per qualità ed interesse passando fra proposte decisamente più originali ed altre che sebbene apprezzabili per la qualità complessiva si limitano a riproporre interpreti e brani fin troppo noti. La recente pubblicazione Decca dedicata al soprano francese Christiane Eda-Pierre appartiene – pur con qualche distinguo – alla prima categoria sia perché la cantante – nata in Martinica nel 1932 ed allieva a Parigi di Charles Panzéra (destinatario di numerose composizioni di Fauré, Honneger, Milhaud) – pur poco nota in Italia è stato uno dei maggiori soprano coloratura della sua generazione sia per il repertorio proposto che in linea di massimo presenta scelte coraggiose è stimolanti. Il cofanetto consta di due parti distinte. Di particolare interesse la prima contenente un apposito riversamento in CD di una raccolta di arie tratte da opéra-comique di André Gretry (1741- 1813) e François-André Danican Philidor (1726 – 1795) incise nel 1979 con l’Academy of St.Martin in the Fields diretta da Sir. Neville Marriner.
Si tratta di brani praticamente sconosciuti al pubblico, ai più risulterà famigliare solo “Je crains de lui parler” dal “Richard Coer-de-Lion” di Gretry per la citazione che ne fa Čajkovškij nella “Pikovaja dama”, ma che mostrano tutta la ricchezza e la varietà espressiva raggiunta dal genere nella seconda metà del XVIII secolo oltre a rievocare come d’incanto le atmosfere di una Francia fra ultimi splendori dell’antico regime e Primo Impero dove non sembra trovarsi traccia delle inquietudini rivoluzionarie. La Eda-Pierre è perfetta in questo repertorio, la voce estesa e squillante sale con estrema facilità nel settore acuto e le doti di coloratura rispondono pienamente alle richieste di un virtuosismo spesso funambolico richiesto dai brani ma al contempo la sua voce mantiene – cosa non sempre ovvia in questo tipo di repertorio – una cifra profondamente femminile che esalta al meglio il retrogusto galante di molti brani mentre la perfetta dizione conferma quanto le ragioni linguistiche siano sempre essenziale nel repertorio francese. Difficile proporre una scelta fra i brani, tutti da ascoltare con interesse, si può forse ricordare la contrapposizione fra l’aperto virtuosismo, prossimo a quello dell’opera seria di “Plus d’une ennemi dans non empire” dal “Céphales et Procris”, e la rilettura in chiave galante e rococò dell’aria tempesta in “Comme un éclair” da “La fausse Magie”o l’ampio lirismo di “O toi qui ne peut m’attendre” da “Tom Jones” ma si tratta solo di possibili spunti.
La seconda parte è invece composta da estratti da incisioni complete e da alcuni brevi composizioni lideristiche, seppur meno originale anche questa sezione non manca di spunti di interesse.
Pur ottimamente cantanti gli estratti da “Die Entführung aus dem Serail” – l’edizione è quella integrale diretta da Marriner nel 1978 – risultano forse meno stimolanti propria per la maggior frequenza di ascolto anche se non si può non ammirare la perfetta sintonia fra la purezza elegiaca del canto della Eda-Pierre e la trasparenza della resa orchestrale. Discorso in parte simile per i brani de “Benvenuto Cellini” di Berlioz anch’essi provenienti da un’edizione ben nota agli appassionati quale quella diretta da Colin Davis nel 1972 da cui sono estratti sia la grande aria di Thérese dal I atto “Entre l’amour et le devoir” tanto i duetti con Cellini (un Nikolaj Gedda in grande spolvero). Lo stesso Berlioz è poi rappresentato da due estratti da “Béatrice et Bénédict” sempre diretti da Colin Davis (1977) fra cui emerge l’ottima esecuzione dell’aria di Hero “Je vais le voir” mentre il notturno con Ursule è limitato nella resa dall’anonima prova di Hellen Watts. Si torna al Settecento francese con le due arie di Vénus dal “Dardanus” di Rameau (incisione del 1980 con la direzione di Raymond Leppard) che forniscono un interessante confronto con i brani della prima parte nel quadro di una più organica visione della vocalità francese del secolo. La parte cameristica consta di un’aria da concerto di Mozart, la K580 “Schon lacht der holder Frühling” composizione della piena maturità mozartiana perfetta per esaltare la componente virtuosistica della voce della Eda-Pierre ed una serie di brevissime composizioni per canto e pianoforte di Stravinskij su testi del poeta simbolista russo Kostantin Balmont e su liriche tradizionali giapponesi che nella loro estrema brevità e semplicità poco aggiungono all’insieme. In chiusura arriva un’autentica rivelazione. Due estratti da “Le roi David” di Arthur Honneger inciso nel 1987 sotto la guida di Serge Baudo per la casa discografica ceca Supraphon rivelano una musica di rara bellezza e suggestione incomprensibilmente quasi sconosciuta.