Verona, Teatro Ristori, Società Amici della Musica. 104a Stagione Concertistica
Baritono Daniel Schmutzhard
Pianoforte, Helmut Deutsch
Franz Schubert: “Die Winterreise” D. 911 Op. 89 (testi di Wilhelm Muller)
Verona, 21 Novembre 2013
Appuntamento speciale per il quarto concerto degli Amici della Musica di Verona: il 21 Novembre l’ultracentenaria associazione musicale veronese ha visto suoi ospiti il baritono Daniel Schmutzhard e il pianista Helmut Deutsch per l’esecuzione integrale del Winterreise di Franz Schubert.
I testi di Muller (scoperti da Schubert quasi per caso sulla rivista “Deutsche Blatter fur Poesie” nel 1823) narrano di un amante abbandonato e deluso il quale, consumato dal dolore, inizia una lunga peregrinazione. Si tratta della figura protoromantica per eccellenza, il Wanderer, il viandante che fa del viaggio un’allegoria del percorso della vita fino alla morte. II “viaggio d’inverno” lo conduce attraverso scene di gioie passate, fino ad un paesaggio desolato ed agghiacciante. II linguaggio figurato delle poesie – inverno, gelo, tombe – allude inequivocabilmente a un viaggio simbolico permeato di una visione esistenziale fortemente pessimistica. Il carattere dei testi poeti di Muller trova perfetto riscontro nel sentire di Schubert durante gli ultimi anni della sua vita, sprofondato in un vero e proprio inverno esistenziale che a grandi passi lo conduceva verso una morte quantomai prematura. Ciò che nasce dalla messa in musica dei testi di Muller da parte di Schubert è un’opera di proporzioni monumentali e forse uno dei più alti manifesti del neonato sentire romantico. L’impatto emozionale è fortissimo: con grandissima semplicità di mezzi espressivi lo spettatore è messo davanti alla raggelante verità che aspetta ogni uomo alla fine del proprio viaggio. Il grandissimo merito di Schmutzhard e Deutsch, due splendide individualità che hanno si sono ritrovate in grande comunione d’intenti nell’interpretazione del ciclo schubertiano, è stato quello di mantenere sempre tesa l’atmosfera emozionale in sala. La scelta dei tempi giusti e le pause molto brevi hanno trasportato la platea in viaggio assieme agli stessi esecutori, ma anche a Schubert e a Muller, in un momento di vera e propria catarsi.
Oltre settanta minuti di musica ininterrotta, in cui i due interpreti hanno saputo mettere in luce una solidissima intesa e si sono mostrati scrupolosamente attenti al dialogo tra la linea vocale e la parte pianistica, elevato da Schubert ad un livello assolutamente paritario. Il pianismo di Deutsch è raffinato ed elegante nel rifinire le intimistiche linee melodiche schubertiane, il suono è sempre controllato e di bellissimo colore, ricercando spazi espressivi entro il totale controllo timbrico della tastiera. Nonostante abbia propeso per un’interpretazione più ricca di dettagli dinamico – interpretativi che di veri e propri slanci, Helmut Deutsch si è mostrato abile nel caratterizzare efficacemente ogni lied provvedendo a porgere vividamente i madrigalismi della scrittura, tra cui il vento, la tempesta, il corno, lo scorrere dell’acquea, l’organetto. Ottima anche la prova del giovane baritono tedesco Daniel Schmutzhard, che per primo ha percorso il “viaggio” con particolare trasporto ed espressività. Il suo canto è sempre posato, limpido e intimo in senso squisitamente schubertiano. Avvantaggiato dal sostegno di un pianista capace di respirare in sintonia con l’interprete che accompagna, Schmutzhard ha goduto delle massima libertà nel porgere le frasi con grande senso musicale e respiro. Tecnicamente impeccabile, si apprezzano in particolare le salite agli acuti, mai aggressivi ma sempre luminosi nelle sonorità di piano. Al termine del concerto -prima dei lunghi e prolungati applausi- qualche momento di un silenzio profondamento appagato.