Milano, Teatro alla Scala di Milano, stagione lirica e di balletto 2012-2013
“IL LAGO DEI CIGNI”
Coreografia Rudolf Nureyev da M.Petipa/L. Ivanov
Ripresa da Maina Gielgud
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Odette/Odile NICOLETTA MANNI
Il principe Siegfrid CARLO DI LANNO
La regina madre DANIELA SIEGRIST
Rothbart ANTONIO SUTERA
Orchestra del Teatro alla Scala
Solisti e Corpo di ballo del Teatro alla Scala
Direttore d’orchestra Paul Connelly
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Milano, 17 ottobre 2013
Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, nel ventennale della scomparsa di Rudolf Nureyev, riprende le rappresentazioni iniziate nel mese di luglio della versione de “Il Lago dei Cigni” con la coreografia del grande artista russo. Questa edizione, rappresentata per la prima volta nel 1984 all’ Opéra de Paris, abitualmente definita “freudiana”, è quella prescelta dal teatro scaligero per il proprio attuale repertorio. In questo “Lago” Nureyev immaginò che tutta la vicenda fosse vissuta dal principe Sigfrido non nella realtà ma nella sua immaginazione e nel desiderio. Il coreografo dichiarò: «“Il lago dei cigni” è per me un lungo sogno del principe che, nutrito di letture romantiche che hanno esaltato il suo desiderio di infinito, rifiuta la realtà del potere e del matrimonio che gli impongono la madre e il precettore. È lui, quindi, che, per sfuggire al malinconico destino che gli si prepara, fa entrare nella sua vita la visione del lago. Nella sua mente nasce un amore idealizzato e la proibizione che esso comporta: di qui il cigno nero e Rothbart, figure speculari, trasposizioni negative del cigno bianco e del precettore. Quando il sogno svanisce la ragione del principe non potrà sopravvivere». Nel mese di luglio del 1990 “Il lago” di Nureyev approda per la prima volta alla Scala, ed egli stesso interpreta il duplice ruolo Wolfgang/Rothbart, non potendo più danzare Sigfrido: questa sarà l’ultima volta che il teatro milanese lo vede ballare nel suo capolavoro. Rothbart, all’interno della drammaturgia del balletto, diviene un ruolo ampio: un personaggio impegnativo da danzare, quasi quanto quello del principe. Il 17 ottobre scorso i ruoli di Odette/Odile e di Siegfried sono stati ballati rispettivamente da Nicoletta Manni, 22 anni, diplomata alla Scuola di Ballo della Scala e da Carlo di Lanno, 20 anni di Napoli. Soprattutto la Manni ha dominato l’intero spettacolo, sia dal punto di vista dell’interpretazione che da quello della qualità tecnica. Bellissima e commovente nel pas de deux dell’atto secondo, olimpica e sensuale in tutta la “scena del cigno nero”. La sua Odile inchioda ed ipnotizza il Principe con un solo lancio di sguardi. Tutto il corpo è teso alla seduzione; la figura, ipersensibile come quella di un animale, acquista un speciale scintillio. Questo ragazza, che a gennaio 2013 ha superato l’audizione presso la compagnia di ballo del Teatro Alla Scala classificandosi al primo posto, ha un bellissimo aplomb, linearità pulita e “punte” salde in una figura minuta. Bellissimi i suoi arabesques en pointe e i développés alla seconda. Il Principe di Carlo di Lanno, di bellissima presenza ed affascinante nei momenti più lirici, incarnava perfettamente il giovane tormentato, anche se dovrà con il tempo maturare l’aspetto più virtuosistico del personaggio. Sicurissimo artisticamente il Primo ballerino Antonino Sutera nei panni di Wolfgang/Rothbart . In questa versione del balletto il personaggio è parte attiva nel pas de deux, che diviene un pas de trois con una variazione anche per il precettore/mago. Nell’assolo di bravura di Rothbart, Sutera ha dimostrato in primo luogo di avere un notevole patrimonio tecnico, linguistico ed espressivo, oltre a sfoggiare una presenza in scena da far impallidire il carisma di alcuni. Accanto a questi artisti, da segnalare gli interpreti del passo a tre (Lusymay Di Stefano, Walter Madau, Vittoria Valerio), senza dimenticare i solisti delle danze del terzo atto (ciarda, spagnola, tarantella e mazurka). Fra questi Adeline Souletie, Massimo Garon, Beatrice Carbone, Stefania Ballone, Riccardo Massimi, Deborah Gismondi e Federico Fresi, che si dimostra come sempre un grande interprete. Da ricordare, fra i componenti del corpo di ballo, la tecnica e la presenza, sempre generosa, di Christian Fagetti, che il 14 e il 15 ottobre ha interpretato anche il ruolo di Rothbart. Questo tipo di ballerino ci insegna che si balla anche con lo sguardo ed il sorriso. Magistrale l’interpretazione offerta dal corpo di ballo, soprattutto quello femminile, che è stato perfetto nei sincronismi dei complessi passi di danza. Ad incorniciare la bellezza dello spettacolo sono state le scene essenziali di Ezio Frigerio ed i costumi sontuosi di Franca Squarciapino. La direzione dell’orchestra scaligera affidata a Paul Connelly è stata corretta, ma sicuramente non da ricordare come una delle migliori interpretazioni della musica di Čajkovskij. Foto Brescia/Amisano © Teatro alla Scala