Firenze, Teatro Goldoni:”The Fairy Queen”

Opera Network, Maggio Fiorentino Formazione, Ensemble San Felice 
THE FAIRY QUEEN
Masque  in cinque atti da “A midsummer night’s dream” di William Shakespeare.
Musica di Henry Purcell  
Attori:
Titania /Quince   ELIA NICHOLS
Flute / Thisbe   SUZANNE DA SILVA
Oberon / Duke  ERIC NICHOLSON
Lysander /Snug / Lion  MATIAS ENOCH ENDREK
Demetrius / Snout / Wall  FRANCESCO RENZONI
Hermia / Prologue  CAROLINA GAMINI
Helena / Starveling / Moonshine  MEGAN DONOVAN
Bottom / Pyramus  ANDREA BRUNO SAVELLI
Robin   RODRIGO OCAMPO
Indian boy  GIAM MARCO NORSE
Cantanti:
Drunken Poet /Winter / Hymen   LEONARDO SAGLIOCCA
Second Fairy /Naiade 1 / Spring / Chinese Woman 1  VERONICA JOO
Third Fairy / Corydon   DARIO SHIKIMIRI
Fourth Fairy  / Dryade 2 / Juno  CLAUDIA MUNTEAN
Fifth Fairy / Night / Dryade1 / Attendant to Oberon 1 /Chinese Woman 2   CARLA A.M. SANABRIA
Sixth Fairy / Attendant to Oberon 2 / Autumn    SERGIO C. HERNANDEZ
Seventh Fairy /Mystery / Naiade 2 / Summer    CHIARA BRUNELLO
Secrecy  FLORIANA D’AURIA
Sleep  MARTIN NG
Mopsa / Chinese Man  FRANCESCO GHELARDINI
Attendant to Oberon 3  MASSIMILIANO DAMIANI
Phoebus RODRIGO OCAMPO
Coro   BATRIZ OYRZABAL PINAN, MONIQUE HOUBEN
Danzatori: Alice Bandini, Yoaf Bosidan, Claudia Landone, Gian Marco Norse, Anna Maria Paoletti, Chiara Prina, Elisa Scarselli  Ensemble Barocco di Maggio Fiorentino Formazione
Direttore Federico Bardazzi
Regia e costumi Vivien Hewitt
Coreografia Roberto Sartori, con la partecipazione degli allievi del corso di Maggio Danza, direzione Giorgio Mancini
Scene realizzate dal corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
su progetto di Gabriele Del Medico e Sebastiano Di Falco, attrezzeria di scena e abiti di scena realizzati dagli scenografi e dai costumisti di Maggio Formazione. Attori di F.E.S.T.A. Theatre
Firenze, 29 settembre 2013 
Alla fine di un lungo periodo di preparazione e allestimento, è stato portato in scena questo ponderoso progetto da parte Maggio Fiorentino Formazione in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’Ensemble San Felice, Opera Network e altri organismi di produzione e diffusione artistica e musicale del territorio toscano. Una grande squadra di artisti e tecnici è riuscita a offrire al pubblico fiorentino un spettacolo molto gradevole, pur con mezzi molto ridotti. Senza apparati scenografici elaborati ma servendosi di una équipe di eccellenti attori, di ottimi danzatori e giovani cantanti, le idee sceniche innovative e brillanti della regista Vivien Hewitt hanno incontrato la solida e sensibile interpretazione musicale del direttore Federico Bardazzi, alla guida di un ensemble di strumentisti davvero di prim’ordine. L’idea registica sicuramente vincente è stata quella di togliere alla parte recitata il paludamento di una ambientazione “archeologica” e trasportarlo in un moderno ventunesimo secolo, in cui i giochi e le trasformazioni sono un esercizio di conoscenza e comprensione “dell’altro”, una scatola cinese di metamorfosi e scambi di ruolo puramente psicologici. Il lavoro che la Hewitt ha fatto soprattutto sui cantanti ha dato un buon risultato complessivo nella loro espressività scenica, per cui lo scorrere di questa lunga narrazione non ha avuto mai momenti di stallo.
La compagnia di attori contava su vere punte di diamante come uno efficacissimo Eric Nicholson, vero maestro di teatro nel ruolo di Oberon e del Duca, o la brillante figura di Elia Nichols nel ruolo di una moderna “Mrs.” Quince (che dirige un boot-camp aziendale con tanto di t-shirt arancione per tutti uguale) e una affascinante fata Titania. Accanto a loro l’ottima interpretazione del ruolo di Bottom da parte di Andrea Bruno Savelli, dall’energia fisica coinvolgente. Il quartetto di amanti Helena, Hermia, Lysander e Demetrius ha avuto quattro giovani e bravi interpreti, rispettivamente Megan Donovan, Carolina Gemini, Matias Enoch Endrek e Francesco Renzoni. Così come efficaci e puntuali sono stati gli interventi nel ruolo di Robin del tenore Rodrigo Ocampo, che ritroviamo a suo agio pure nella parte musicale nel ruolo di Phoebus, e molto ben delineata la presenza scenica di Suzanne Da Silva nei ruoli di Flute e Thisbe. Ad aggiungere grazia ed energico movimento il gruppo di danzatori di Maggio Danza nelle semplici ma molto efficaci coreografie di Roberto Sartori.
La lettura musicale di Federico Bardazzi è stata molto accurata nella scelta di una sempre varia tavolozza di timbri nei quali si sono distinte le ottime partecipazioni di prime parti strumentali, come Marco Di Manno al flauto, Marco Noferi all’oboe, François de Rudder al fagotto o Luigi Cozzolino al violino, per citarne solo alcuni dei principali. Un grande plauso va pure al settore del “continuo”, vera colonna portante di questa partitura così complessa. La musica si è ben innestata nel ritmo teatrale grazie ad un buon lavoro di squadra e alla sicura direzione di Bardazzi sempre pronta a rilanciare con slancio i tempi brillanti e a creare una atmosfera di “sogno” negli andamenti lenti.
Tra i dodici giovani cantanti impegnati in vario modo a sostenere ruoli diversi e tutte le parti corali, in prima fila mettiamo l’esecuzione vocale e musicale del contraltista Francesco Ghelardini, dal timbro molto bello e dallo stile barocco ineccepibile, sia nelle linee distese dell’intervento di Mopsa che duetta brillantemente con Corydon che, soprattutto, nell’interpretazione dinamica dell’uomo cinese. Ghelardini è un professionista sicuro, musicista e cantante di alto livello. Il progetto “formativo” professionale del Maggio Fiorentino contava poi su un gruppo di artisti tutti di talento e con risultati di tipo vocale e musicale eterogenei, anche se nel complesso sempre abbastanza buoni. Tra le voci femminili si sono distinti i soprani Carla Alejandra, Madrid Sanabria, Veronica Joo e Claudia Muntean, che hanno sostenuto con sicurezza vocale ma soprattutto simpatica verve scenica diversi personaggi, particolarmente la Sanabria nella parte della Notte e della donna cinese, la Joo quale brillante prima Naiade e la Muntean davvero brava nella parte di Giunone. Il mezzosoprano Chiara Brunello ha un timbro di voce molto bello e sonoro, più sicuro nel settore medio-grave, che si è apprezzato soprattutto nel ruolo della seconda Naiade e dell’Estate. Il mezzosopranista Floriano D’Auria ha avuto un breve ma molto efficace intervento nella parte del Segreto. Dei tenori, oltre al bravo Ocampo già citato, si segnala la brillante esecuzione dei passaggi di agilità da parte di Sergio Cabrera Hernandez, specie nella parte dell’Autunno, anche se la sua vocalità necessita ancora di un affinamento tecnico sui passaggi di registro, e il bel timbro scuro della voce di Massimiliano Damiani, ascoltato però solo brevemente tra gli aiutanti di Oberon. Le voci gravi contavano sulla presenza scenicamente e musicalmente efficace di Leonardo Sagliocca: la vocalità di Sagliocca, tuttavia, ha delle discontinuità, essendo molto bella, sonora e morbida nel centro, ma non molto a fuoco nel settore grave e a volte rigida in quello più acuto. Messi a posto questi aspetti tecnici sarebbe un artista davvero interessante. Il baritono Dario Shikimiri, di buona vocalità e ben preparato musicalmente, ha cantato con bella linea le sue parti ma è risultato intimidito dalla parte più teatrale. Bella la scena del Sonno nella voce di basso di Martin Ng. Nel suo complesso uno spettacolo ben riuscito e pieno di momenti belli e divertenti.