Luglio Musicale Trapanese 201, 65° Stagione d’Opera, Teatro Giuseppe Di Stefano – Villa Margherita, Trapani
“NABUCCO”
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Temistocle Solera.
Musica di Giuseppe Verdi
Nabucco CARMELO CORRADO CARUSO
Ismaele GIUSEPPE VENEZIANO
Zaccaria CHRISTIAN FARAVELLI
Abigaille ALESSANDRA REZZA
Fenena SARA PALANA
il Gran Sacerdote di Belo FULVIO VALENTI
Abdallo ALFREDO RUSCICA
Anna LIDIA LUNETTA
Orchestra “Mediterranea Symphony Orchestra”
Coro Lirico Siciliano
Direttore Francesco Ledda
Regia Carlo Antonio de Lucia
Scene Maria Luisa Curatolo
Costumi Sartoria Pipi
Trapani, 12 Luglio 2013
Spettacolo inaugurale della 65° edizione del Luglio Musicale Trapanese nell’ambito delle celebrazioni verdiane, questo Nabucco eseguito all’aperto nella magnifica cornice del teatro di Villa Margherita a Trapani. Di assoluta tradizione ma molto belle visivamente e soprattutto funzionali le scene pensate da Maria Luisa Curatolo e assai ben amalgamate con spazio naturale offerto dalla vegetazione secolare della villa ed i bei costumi forniti dalla sartoria Pipi. La regia di Carlo Antonio de Lucia narra l’opera probabilmente senza grandi idee originali ma, va detto a suo merito, senza inutili scossoni ed in modo chiaro, lineare ed aderente alla vicenda. Il maestro Francesco Ledda alla guida di un’orchestra volenterosa ha trovato la giusta cifra espressiva dei vari momenti della partitura sostenendo adeguatamente i larghi cantabili o lanciandosi con il giusto impeto nelle cabalette e nei concertati ma lasciando alla fine della sua interpretazione di questa partitura la sensazione di una frammentarietà priva di una sintesi complessiva e di un disegno unitario. Buona la prova del coro impegnato onorevolmente in una parte onerosa ed arcinota.
Protagonista assoluto della serata nel ruolo eponimo il baritono Carmelo Corrado Caruso. Nobile ed autorevole nel portamento e efficacissimo ed intenso nella recitazione, ha cantato la parte con bella voce, omogenea e sempre morbida in tutta l’estensione, rendendo le diverse sfaccettature del personaggio quali la paternità, la ferocia del guerriero, l’astuzia del monarca in modo sempre credibile ed aderente alla musica, commovente nell’aria e sicuro nella cabaletta e trovando il momento magico della serata nel finale secondo, quando alla frase “ah perché dal ciglio una lagrima spuntò”, a dispetto dei rumori di sottofondo del teatro all’aperto, per alcuni istanti è calato tra il pubblico un ineffabile e profondissimo silenzio prima del lunghi e meritati applausi di fine atto. Del pari ottima l’Abigaille del soprano Alessandra Rezza. Sicura scenicamente e musicalmente ha cantato la parte con voce ampia ed omogenea, dizione chiara, impeccabile nelle agilità e con senso della parola scenica sempre appropriato e soprattutto aderente alla partitura e ad una illustre tradizione interpretativa italiana. Le sue intenzioni esecutive e la non comune bellezza del suo registro medio hanno avuto modo di brillare particolarmente soprattutto nel duetto con Nabucco, fondendosi splendidamente con il timbro del baritono. Molto valido nel complesso è apparso l’Ismaele del tenore Giuseppe Veneziano il quale a dispetto di una recitazione un pò impacciata e convenzionale ha offerto una interpretazione assai convincente sul piano musicale di questo difficile ed ingrato ruolo, cantato con bella voce ampia ed un fraseggio sempre vario, appropriato ed interessante. Incolore vocalmente e interpretativamente e priva di regalità ma, va detto, nei limiti della correttezza la Fenena di Sara Palana e molto validi musicalmente e scenicamente Fulvio Valenti, Alfredo Ruscica e Lidia Lunetta rispettivamente il Gran Sacerdote di Belo, Abdallo e Anna.
In ultimo, lo Zaccaria di Christian Faravelli. Sorvolando sulle possibilità di risolvere dignitosamente le indiscutibili difficoltà tecniche di uno dei ruoli più impervi scritti per basso e su alcuni evidenti problemi di intonazione, quello che è risultato alla fine della recita nella realizzazione di questo personaggio che è probabilmente il vero protagonista dell’opera, è stata purtroppo la assoluta mancanza di qualsivoglia intenzione interpretativa sia musicale che scenica. Infine, spiace in po’ dover leggere sui bei e ricchi manifesti che annunciavano lo spettacolo che il Nabucco è un’opera in tre atti e che non sia stato possibile limitare i rumori del traffico adiacente alla villa che in qualche momento hanno disturbato non poco l’ascolto. Alla fine lunghi e calorosi applausi per una serata piacevole, viva e molto densa di emozioni.