Città del Messico, Palacio de Bellas Artes
“IL TROVATORE”
Dramma in quattro parti su libretto di Salvatore Cammarano, dalla tragedia El trovador di Antonio Garcia-Gutierréz
Musica di Giuseppe Verdi
Il conte di Luna JORGE LAGUNES
Leonora JOANNA PARIS
Azucena EDINEIA DE OLIVEIRAS
Manrico WALTER FRACCARO
Ferrando RUBÉN AMORETTI
Ines SANDRA MALIKÀ
Ruiz GILBERTO AMARO
Un vecchio zingaro ROBERTO AZNAR
Un messo ALEJANDRO RAMIREZ CORENO
Coro e Orchestra del Teatro de Bellas Artes
Direttore Federico Santi
Regia Mario Espinosa
Scene Gloria Carrasco
Costumi Jerildy Bosch
Luci Ángel Ancona
Coreografia Alicia Sánchez
Città del Messico, 20 giugno 2013
La direzione artistica del Teatro de Bellas Artes, affidata dal 20 giugno a Ramón Vargas, si è aperta con un nuova produzione de Il Trovatore verdiano diretta da Mario Espinosa e con la presenza dello stesso Vargas nel ruolo di protagonista che ha però cancellato tre delle cinque rappresentazioni previste, a causa di un intervento chirurgico. A sostituirlo è stato chiamato il tenore italiano Walter Fraccaro, che ha dimostrato di possedere il timbro, il colore e il volume adeguati per affrontare il ruolo di Manrico. La voce di Fraccaro, nei passaggi più veementi, ha saputo sostenere il volume dell’orchestra, ma ha anche evidenziato limiti stilistici, mostrandosi piuttosto lontano da raffinatezze ed eleganza che dovrebbero caratterizzare la vocalità di Manrico. Fraccaro ha superato le difficoltà con una certa facilità, ma è anche stato un interprete dal fraseggio assai generico.
Il soprano statunitense Joanna Paris ha reso in modo corretto il ruolo di Leonora. La voce è timbricamente gradevole, anche se piuttosto rigida nelle agilità e opaca nelle mezzevoci. La Paris, che comunque saputo destreggiarsi nel non facile ruolo, ha mostrato anche ottime capacità sceniche. Il triangolo amoroso è stato completato dal baritono Jorge Lagunes, un Conte di Luna musicalmente corretto e di buona presenza scenica. Tuttavia la voce è parsa a tratti flebile e inficiata da un’emissione gutturale, che gli ha impedito di sfoggiare un fraseggio adeguatamente ricco e sfumato. Una durezza vocale che lo ha reso estraneo dall’essere un vero interprete verdiano.
Le cose non sono andate meglio anche con l’Azucena del mezzosoprano brasiliano Edineia de Oliveiras, troppo giovanile e anche scenicamente impacciata (sembrava piuttosto la figlia di Manrico). Spenta vocalmente, la de Oliveiras ha portato a termine la rappresentazione destando ben poca emozione e togliendo al personaggio il basilare potenziale drammatico che Verdi aveva attribuito al ruolo della zingara. Adeguato il basso spagnolo Rubén Amoretti (Ferrando). Corretti gli altri: Sandra Malikà (Ines), Gilberto Amaro (Ruiz) Roberto Aznar (Gitano) e Alejandro Ramirez Coreno( Messaggero) nei rispettivi ruoli si sono mantenuti “a galla”.
La parte musicale è stata affidata all’italiano Federico Santi che ha realizzato una lettura di rilevo, elegante, in grado di bilanciare con attenzione le voci, soprattutto nei momenti che richiedevano “rallentamenti” per sostenere certe imprecisioni in taluni assieme, o il controllo del volume orchestrale, mai soverchiante nei confronti del canto. Alla ricchezza coloristica, al fuoco della musica verdiana non ha corrisposto l’allestimento scenico “post apocalittico” di Mario Espinosa (con le scene di Gloria Carrasco e i costumi di Jerildy Bosch). Ci si è presentata un’ambientazione futuribile, caotica, con pianeti minacciosi stile “Melancholia” di Lars Von Trier. Una lettura incoerente e distruttiva del Trovatore. In questo mondo senza vita, morto, ci si è chiesto quale senso abbiano le passioni amorose e la sete di vendetta dei personaggi…