Verona, Arena
Arena di Verona 2013: Lo spettacolo sta per iniziare
Con Andrea Bocelli e Placido Domingo e la partecipazione di Lana Kos, Maria José Siri, Monica Zanettin, Sanja Anastasia, Anna Malavasi, Fabio Sartori, Giorgio Berrugi, Carlo Bosi, Saimir Pirgu, Ambrogio Maestri, Mario Cassi, Gabriele Viviani.
Conduttrice Antonella Clerici
Direttori d’orchestra Julian Kovatchev, Marcello Rota
Orchestra, coro, corpo da ballo e tecnici dell’Arena.
Verona, 1 giugno 2013
Più popolare di così si muore! L’Arena di Verona mantiene la sua vocazione di luogo per eccellenza della lirica popolare. Questa sorta di anteprima della stagione lirica che inizierà ufficialmente il prossimo 14 giugno (che RAI 1 trasmetterà in prima serata il prossimo 10 giugno), concepito in origine per celebrare i 100 anni di opera lirica in Arena, è stato anche un contenitore che ha accolto momenti celebrativi legati ai bicentenari di Wagner e Verdi, un tributo a Luciano Pavarotti, con l’esibizione di un O Sole Mio corale da parte di sei giovani tenori che si sono formati presso la Fondazione intitolata al celebre tenore, un omaggio a Maria Callas, con una toccante Casta Diva interpretata da Monica Zanettin innalzata fra fumi e luci sulla tribuna centrale. Non meno commovente le parole tributate alla scomparsa di Franca Rame che avrebbe dovuto partecipare alla serata con Dario Fo.
Simpaticamente presentato e condotto da Antonella Clerici che riusciva a mantenere l’atmosfera distesa nonostante le lunghe pause per i cambi, e una temperatura tutt’altro che estiva, quasi proibitva per chi canta, scambiando battute con il pubblico delle gradinate. Con il forfait, per seri motivi famigliari, di Josè Carreras, il compito di fare brillare la serata è passato tutto sulle due star rimaste, Placido Domingo e Andrea Bocelli. Soprattutto quest’ultimo si è accollato il peso maggiore, iniziando con E lucevan le stelle, per poi alternarsi con una lunga schiera di altri artisti (oltre al corpo di ballo, coro e orchestra areniani) e concludere la serata con “L’Inno di Mameli”. Una carrellata di brani di celebri brani di Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini e Leoncavallo. Tripudio per il Nessun dorma cantato da Bocelli e diretto da Domingo, che ha anche ricordato il suo debutto italiano, proprio in Arena con “Turandot” nel 1969. In veste di baritono Domingo si è poi esibito con grande maestria nel Dio di Giuda dal “Nabucco” (ruolo che sosterrà questa estate in Arena) per poi cimentarsi con Bocelli nel duetto da “I Pescatori di Perle” “Dal tempo al limitar”.
Le esigeneze televisive di questa serata, hanno fatto sì che tutta l’attenzione registica fosse concentrata sullo spettacolarizzare il pubblico delle gradinate, direttamente coinvolto nella grande scena corale dell’atto IV di “Carmen”, con un gran sventolare di fazzoletti bianchi (ovviamente distribuiti all’entrata) e con fogli colorati, bianchi, rossi e verdi che, sulle note dell’Inno di Mameli, hanno composto un enorme tricolore, in una grande profusione di luci. Meno efficace la regia scenica che ha visto un ridotto uso di elementi scenografici e movimenti ridotti al minimo ( il coro pressochè sempre rimasto ammassato in avanti o in file laterali). Le stesse esigenze di ripresa, hanno portato a un uso pesante di amplificazione del suono che ha portato a un volume pressochè unico (ovviamente in forte) di ogni brano, privato di ogni sfumatura. Così la “furtiva lagrima” era esattamente uguale al “Nessun dorma”, cos’ come l’arpa aveva la stessa corposità del trombone! In questo contesto, pensiamo che siano stati ben pochi ad accorgersi che la wagneriana “cavalcata delle Walkirie” era registrata. Sicuramente il montaggio delle riprese riuscirà a rendere comunque spettacolare il tutto. Un ultimo appunto: dopo cento anni di “Aida” in Arena, l’orchesta e il coro (fermo in proscenio) riescono ad essere fuori sincrono nella scena del trionfo!