Montecarlo, Théâtre de l’Opéra, Stagione Lirica 2012/2013
“AMICA”
Opera in due atti di Paul de Choudens (sotto lo pseudonimo di Paul Bérel)
Musica di Pietro Mascagni
Amica AMARILLI NIZZA
Giorgio ENRIQUE FERRER
Rinaldo LUCIO GALLO
Camoine ANDRÉ HEYBOER
Magdelone ANNIE VAVRILLE
Coro dell’Opéra de Monte-Carlo
Orchestra Philharmonique de Monte-Carlo
Direttore Gianluigi Gelmetti
Maestro del Coro Stefano Visconti
Regia Jean-Louis Grinda
Scene Rudy Sabounghi
Costumi Teresa Ancone
Luci Laurent Castaingt
Monte-Carlo, 22 marzo 2o13
Composta espressamente per il Teatro dell’Opéra di Monte-Carlo, Amica andò in scena, con grande successo, sotto la direzione musicale dello stesso Mascagni. Due mesi dopo, il 13 maggio, in versione italiana, verrà rappresentata all’Opera di Roma. Malgrado l’accoglienza favorevole, questo “dramma famigliare” che racconta la tragica rivalità amorosa di due fratelli innamorati della stessa donna, scomparve ben presto dalle scene liriche. Anche all’Opéra di Monte-Carlo non era più stata rappresentata dopo la prima del 1905 e ora viene riproposta in un nuovo allestimento Il ritorno sulle scene monegasche di Amica è stata curata dal regista, ma anche sovrintendente del Teatro, Jean-Louis Grinda che ha presentato uno spettacolo semplice, realistico e funzionale allo svolgimento della trama. Di taglio cinematografico, si avvale di proiezioni che coprono l’ intera esecuzione dell’Intermezzo ( ben oltre 13 minuti di musica). Drammaturgicamente, la regia ha messo in risalto con grande naturalezza i rapporti che intercorrono fra i tre personaggi, connotando in particolar modo di un infantile entusiasmo il personaggio di Giorgio, che sembra lottare fra il suo mondo cristallizzato e debole e l’ incapacità di crescere e diventare uomo adulto.
Amica è un’opera estremamente composita e impegnativa sia per l’orchestra che per i cantanti. Qui è stata affidata alla direzione d’orchestra Gianluigi Gelmetti, nominato da poco direttore stabile del teatro monegasco. Una concertazione, quella di Gelmetti, poco convincente, che ha dato una lettura approssimativa, priva di colori, estremamente e continuamente “sopra le righe”, priva di eleganza nel cercare di evidenziare gli elementi più compositi della partitura. Con tale guida, coro e orchestra seppure di ottimo livello non hanno potuto esprimersi al meglio, apparendo piuttosto sottotono, incolori.
Il ruolo della protagonista è stato affidato al soprano Amarilli Nizza. Di questa cantante apprezziamo la bella figura scenica e la solidità vocale che le permette di reggere una tessitura così perigliosa e tesa come quella di Amica. Dobbiamo però imputarle una carenza di scavo nella parola, in un francese difficilmente comprensibile, e una notevole disparità fra la corposità del registro centrale e quello acuto che appare sovente sfocato, “indietro”. Al tenore Enrique Ferrer (Giorgio) l’encomio d’aver retto una parte impossibile per chiunque e d’aver reso scenicamente tutti i particolari della fragilità del personaggio del fratello debole. Consigliamo però al giovane tenore di tornare ad un repertorio più adeguato alle sue corde, evitando così pericolose tensioni a una vocalità che, comunque, abbisognerebbe di un maggiore e più approfondito lavoro tecnico, in quanto dei tre cantanti la sua voce è apparsa quanto mai fragile. Successo personale per il Rinaldo, forte e volitivo, del baritono Lucio Gallo. A suo agio in questa tessitura ostica, ha sfoggiato un centro caldo e omogeneo e acuti saldi e brillanti. Il personaggio (al quale sono forse affidate le frasi più belle dell’intera partitura), reso a tutto tondo, ha brillato per completezza scenica e vocale. Hanno completato egregiamente il cast il solido Maitre Camoine di André Heyboer e la Magdelone di Annie Vavrille. Foto Alain Hanel © Opéra de Monte-Carlo