Aix-en-Provence, Grand Théatre de Provence, Festival di Pasqua 2013
Orchestre National de l’Opéra de Paris
Direttore Philippe Jordan
Violino Veronika Eberle
Violoncello Danjulo Ishizaka
Pianoforte Martin Helmchen
Ludwig Van Beethoven: Triplo concerto per violino, violoncello e pianoforte op.56
Richard Strauss: “Ein Heldenleben poema sinfonico op.40
Aix-en-Provence, 30 marzo 2013
La città di Aix-en-Provence, già famosa per il suo festival lirico, ha inaugurato quest’anno il “Festival di Pasqua”. Il concerto del 30 marzo prevedeva un ospite di riguardo: il direttore d’orchestra Philippe Jordan dirigeva l’orchestra di Parigi di cui è attualmente il direttore musicale in un interessante programma, il triplo concerto di Ludwig Van Beethoven e il poema sinfonico “Ein Heldenleben” di Richard Strauss.
La prima parte del triplo concerto di Beethoven ha visto come interpreti tre giovani solisti: la violinista tedesca Veronika Eberle, che suona su un violino Stradivarius del 1700, il violoncellista germano -nipponico Danjulo Ishizaka (anche lui su un violoncello Stradivarius del 1696 ) che ha sostituito la prevista Marie-Elisabeth Hecker e il pianista Martin Helmchen. L’allegro dell’introduzione è stato diretto con precisione, calibrato negli accenti che danno il mordente e il carattere a questo movimento. I tre strumenti solisti hanno dialogato e risposto con ritmo perfetto dello “staccato”. Si è particolarmente apprezzata la purezza del suono della violinista il cui temperamento ha trascinato gli altri concertisti.
Il secondo movimento apre con un “solo” del violoncello eseguito in “piano”e che, malgrado un suono un po’ soffocato, ha fatto risaltare la sensibilità di Ishizaka. Gli incatenamenti eseguiti con morbidezza e musicalità sono stati sostenuti da un’orchestra attenta ai solisti. Il finale è stato eseguito in un tempo vivo che ha fatto emergere il lato solistico della scrittura e degli strumenti. Il suono sicuro del pianista ha fatto ascoltare il contro-canto del “rondò alla polacca” senza sovrastare con eccessi, sfociando in un ritmo frenetico ben sostenuto da un’orchestra capace nel dar rilievo al suono solista. Un’interpretazione brillante malgrado temperamenti diversi, e diretta con precisione e varietà di colori.
Nella seconda parte il programma ha presentato il poema sinfonico “Ein Heldenleben” di Richard Strauss. In questo poema sinfonico, il compositore passa dalla tenerezza del violino solo, alle intonazioni più ironiche, per lasciare gli ottoni scatenarsi in un dialogoare di suoni possenti. Fin dall’inizio della partitura entriamo nel vivo del soggetto con gli attacchi netti e gli accordi di grande modernità. Philippe Jordan ha concertato con molta chiarezza ed energia questo lavoro che ci offre momenti d’enfasi ad altri più nostalgici con qualche colpo d’occhio sarcastico e a volte inquietante, ma sempre con gusto romantico. I cambi di tempo sono stati eseguiti con sicurezza e la qualità della direzione di Jordan risulta dai suoni rotondi, gli attacchi precisi, suono morbido, varietà nei colori sonori; anche gli strumenti a corda non mostrano mai suoni forzati. I suoi gesti ampi e precisi restano gli stessi tutto lungo l’opera, malgrado il suo coinvolgimento lo sentiamo un po’ lontano dall’orchestra che ha diretto in un modo un po’ schematico “quadrato” (senza dubbio questo è un difetto di giovinezza).
È una vita d’eroe un po’ “borghese” quella che ci ha offerto. Senza quel tocco di “follia” che anima spesso la musica di Richard Strauss. Il violino solista si è fatto apprezzare dal punto di vista tecnico, ma anch’esso ci è parso limitato in humor e fantasia nel suono. Foto © Caroline Doutre