Aix-en-Provence, Festival di Pasqua 2013, Teatro Jeu de Paume
Mezzosoprano Angelika Kirchschlager
Violoncello Gauthie Capuçon
Pianoforte Jérôme Ducros
Frank Bridge: Three Songs; Conradin Kreutzer: Das Mühlrad; Heinrich Proch: Antwort; Karl Gottlieb Reissiger: Abendständchen an die geliebte; Franz Schubert : Auf dem Strom; Saverio Mercadante: Il sogno; Johannes Brahms: Zwei Gesänge; Jules Massenet: Elégie op.10. Nuit d’Espagne; Jacob Fabricius: Extase; Camille Saint-Saëns: Boléro.
Aix-en-Provence, 6 aprile 2013
In una cupa giornata piovosa, ci siamo consolati con un luminoso raggio di sole giunto da questo bellissimo concerto, tenutosi nella splendida cornice del Teatro del Jeu de Paume, un piccolo scrigno costruito nel 1756. La voce mezzosopranile di Angelika Kirchschlager accompagnata al pianoforte da Jérôme Ducros si fondeva perfettamente con il suono vellutato del violoncello di Gauthier Capuçon. Quest’ultimo è stato sempre attento ad amalgamarsi con gli altri solisti e ad emergere adeguatamente e con sicurezza quando la partitura lo consentiva. Non ci è sfuggita l’intensità, il colore del vibrato, un archetto sempre “alla corda” anche nei piani, un suono sempre adeguato alla formazione di un trio. Jérôme Ducros conosciuto per le sue esibizioni come solista nelle grandi sale da concerto o festival rinomati, si è confermato come un artista sensibile, dotato di uno stile sobrio dal tocco delicato e perlato. Anche lui è stato capace di un sapiente dosaggio di sfumature e colori come pochi pianisti sanno fare.
Il nome di Angelika Kirchschlager è assai noto non solo nell’ambito del mondo dell’opera ma anche in quello della musica da camera, un genere nel quale mostra una grande dimistichezza e sensibilità nel fraseggio sempre accuratissimo. Le pagine interpretate in questo concerto, erano assai diverse e coprivano l’arco di un secolo, permettendoci di farci apprezzare una vocalità estremamente flessibile, attenta ai differenti stili dei compositori eseguiti. L’eccellente pronuncia le ha permesso di affrontare le diverse lingue mantenendo una proiezione naturale del suono sempre estremamente omogenea. Vanno poi evidenziate le sue qualità espressive che hanno dato sempre il giusto carattere emotivo ai brani. La Kirchschlager ha conquistato il pubblico che, totalmente ammaliato, immobile, solo alla fine è esploso in un scroscio di applausi e di “bravi”. Un bis inatteso come conclusione: una trascrizione del “primo preludio per due violini” di Dmitri Sostakovich, composizione ricca di seduzione e tenerezza dove il violoncello ha dialogato con il canto e il pianoforte come accompagnamento. Evidentemente non essendo previsto un testo, la cantante con raffinatezza ha vocalizzato. Un momento musicale di grande qualità, che ci ha trasportati in una dimensione fuori del tempo. Foto Caroline Doutre