Teatro della Fortuna di Fano:”Falstaff”

Fano, Teatro della Fortuna, Fortuna Opera Festival 2013 
“FALSTAFF”
Commedia lirica in tre atti di Arrigo Boito, dalla commedia “The merry Wives of Windsor” e dal dramma “The History of Henry the Fourth” di William Shakespeare.
Musica di Giuseppe Verdi
Sir John Falstaff  SERGIO VITALE
Ford  VALERIU CARADJA
Fenton PABLO KARAMAN
Dott. Cajus MATTEO MEZZARO
Bardolfo  COSIMO VASSALLO
Pistola EMANUELE CORDARO
Mrs. Alice Ford  ZHALA ISMAILOVA
Nannetta  MARIA ELENA LORENZINI
Mrs. Quickly ELENA ZILIO
Mrs. Meg Page ANNA KONOVALOVA
Orchestra Sinfonica G.Rossini
Coro del Teatro della Fortuna M.Agostini
Direttore Roberto Parmeggiani 
Maestro del Coro Lorenzo Bizzarri 
Regia,scene e  costumi Ivan Stefanutti 
Luci Angelo Ticchiati
Nuova produzione Teatro della Fortuna
Fano, 22 Marzo 2013

Il Teatro della Fortuna di Fano ha salutato la stagione lirica 2012-2013 con una nuova produzione di Falstaff di Giuseppe Verdi. Si è concluso  così ufficialmente  il mandato del direttore artistico Virginio Fedeli a cui subentra la neo eletta Priscilla Baglioni  che eredita questo interessante quanto ardito progetto formato quasi completamente da giovanissimi interpreti vincitori del Concorso Marcello Giordani.
Tutto nasce nelle passate due stagioni, quando il presidente e sovrintendente della Fondazione Teatro di Fano, Giuseppe De Leo, si propose di investire nelle nuove leve, nei giovani talenti del canto. Da qui la costituzione della Scuola di Canto del Teatro della Fortuna e lo svolgimento a Fano della sessione italiana del Concorso Marcello Giordani 2012. Quel Concorso era finalizzato principalmente alla costituzione del cast dell’ultima e tra le più ardite e difficili opere di Verdi appunto, la “commedia lirica” in tre atti Falstaff. L’allestimento di Ivan Stefanutti che ha firmato regia, scene e costumi è  assolutamente tradizionale. Le scene hanno un taglio intimo, di immediatezza senza nessun tipo di messaggio velato. Nel primo atto a rappresentare la taverna sovrasta la scena la sezione di un enorme botte di vino illuminata con luci dalle  tinte calde ma allo stesso  tempo incisive: è quel rifugio accogliente che trattiene gli eventi in divenire tanto quanto una botte accoglie del  vino pronto a maturarsi ed a fermentare. In casa Ford i colori si trasformano immediatamente. Lo stacco è forte. I toni del verde, del giallo accesissimo invadono la scena attraverso il fondo, lenzuola ed i costumi delle comari: l’intrigo e l’inganno non potrebbero che avere nella tavolozza del regista che i colori più aspri ed acidi. Ed ecco che nel finale le tinte diventano lunari, artefatte. Il secolare albero cavo è circondato da satiri, fate e personaggi fiabeschi illuminati dal chiarore della luna. Ed è in questa scena forse più che nella altre che si sente lo spettacolo. Nonostante le buone intenzioni purtroppo certe fissità, certe rigidità della regia hanno contribuito a rendere lo spettacolo alquanto noioso e scontato. Da dire che fatte le dovute eccezioni gli interpreti non aiutavano affatto.
Per la parte musicale troviamo una buona ed incisiva direzione musicale del maestro Roberto Parmeggiani che ha condotto con evidente impegno ed energia l’Orchestra Sinfonica G. Rossini. E’ palese la competenza di un direttore che fa suonare l’orchestra con precisione e pulizia, che cerca di dosare sonorità e tinte (forse un po’ eccessive nei forti) che sostiene i cantanti (molto spesso invero neppure grati di cotanta disponibilità) offrendo un’esecuzione attendibile di una partitura di rara difficoltà. Se poi l’ingresso di qualche cantante, l’intonazione e la giusta attenzione sul palco non è sempre perfetta, la bacchetta di Parmeggiani non ne ha avuto nessuna colpa.
Il baritono casertano Sergio Vitale nel ruolo del crapulone  Sir Jhon Falstaff ha sfoggiato senza dubbio mezzi interessanti, sebbene in verità non del tutto adeguati per reale peso  e colore a questo personaggio. Possiede un timbro pastoso ed  è apparsa sin dalle prime battute una notevole preparazione e precisione nel canto che ha incorniciato con una recitazione spigliata, condita dalla giusta esuberanza e simpatia.Un falsetto a dire il vero discutibile,ma è certo che è un giovane artista che sentiremo spesso. Valeriu Caradja  interpretava un Ford, insicuro ed alle volte alquanto approssimativo. Più di una volta ha dato la sensazione di essere troppo preoccupato di  ricordarsi la parte o le direzioni registiche, dando meno attenzione al personaggio ed alla qualità del suono, inficiando così quella giusta disinvoltura che il canto richiederebbe. Certo  guadagnava punti con un organo vocale di pregio ed armonioso ed un timbro baritonale incisivo. Un giovane cantante di indiscusso talento comunque da coltivare e da seguire con attenzione. Purtroppo la performance di Pablo Karaman non si è discostata molto da quella già descritta nel Don Giovanni nel ruolo di Don Ottavio. Il tenore spagnolo ha una fonazione imprecisa e con mancanza di sostanza nel registro grave. Ed anche nel registro più acuto il  suono non riesce mai a liberarsi ed aprirsi, rimane “schiacciato” e “vuoto”, privo di colore e del giusto peso. E’ un vero peccato che un giovane dalle evidenti potenzialità abbia ancora questi limiti. La Alice di Zhala Ismaialova ci è parsa  priva di particolari seduzioni timbriche ed espressive. La voce in verità, sarebbe coloristicamente molto interessante, ma è carente  di comunicativa e personalità interpretativa. Il fraseggio è banale, esprime veramente ben poco ed è sostenuto da un senso del ritmo molto sui generis e con un’ attitudine poco gradevole a cantare quasi tutto forte. Le cose vanno un  po’ meglio sul piano della presenza scenica e sulla recitazione, anche se piuttosto manierata. Anna Konovalova (Mrs Meg Page) ha purtroppo fatto sfoggio di una  voce assolutamente disordinata e sgradevole per tecnica, emissione, assenza di musicalità. Il registro grave è artefatto, le note acute gridate, il centro “vuoto” con un “parlato” esibito oltre ogni ragionevole limite di gusto. La Quickly di Elena Zillio (che ha sostituito in extremis la coreana  Hye Young Choi infortunatasi in scena) ha ancora una volta dimostrato di essere scenicamente una vera fuoriclasse. Parliamo di una grandissima professionista che nonostante l’evidente usura del mezzo vocale, ha saputo con una sola prova di regia ed una sola musicale regalarci una performance magistrale imponendosi con evidente autorità, infallibile senso del teatro ed una simpatia travolgente. Diligente ma poco significativa sotto il profilo vocale Maria Elena Lorenzini (Nannetta) che ha comunque  compensato il  vibrato presente nella sua voce (evidente nel registro acuto) con una presenza scenica gradevole ed una interpretazione misurata e non è poco. Tra le parti di fianco, ha spiccato il Dr.Cajus del  bravo Matteo Mezzaro. Degni di nota anche Cosimo Vassallo ( Bardolfo) e Emanuele Cordaro (Pistola).  Accoglienze cordiali per tutti gli interpreti. Foto Amati Bacciardi.