Madrid, Teatro Real: “Così fan tutte”

Madrid, Teatro Real, Stagione Lirica 2012/2013
“COSÌ FAN TUTTE” ossia La scuola degli amanti (K 588)
Dramma giocoso in due atti. Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Fiordiligi ANETT FRITSCH
Dorabella PAOLA GARDINA
Guglielmo ANDREAS WOLF
Ferrando JUAN FRANCISCO GATELL
Despina KERSTIN AVEMO
Don Alfonso WILLIAM SHIMELL
Coro y Orquesta Titulares del Teatro Real
Direttore Sylvain Cambreling
Maestro di coro Andrés Máspero
Regista Michael Haneke
Scene Christoph Kanter
Luci Urs Schönebaum
Nuovo allestimento con Théâtre La Monnaie, Bruxelles
Madrid, 28 febbraio 2013
Massima attesa per l’allestimento del regista Michael Haneke fresco di premio Oscar. L’affermato regista si è scusato davanti al pubblico del Teatro Real mediante un comunicato scritto nel quale spiegava i motivi della sua assenza durante la prima: era a Los Angeles per la cerimonia di consegna degli Oscar. E come non scusarlo, considerato che cinque erano le nomination per il film Amour: ed è tornato a Madrid con una delle preziose statuette, l’Oscar al miglior film straniero. Alla rappresentazione cui abbiamo assistito, abbiamo avuto modo di godere della sua presenza. Gli applausi sono stati molti. Haneke non lascia nessuno indifferente nel cinema e lo stesso è avvenuto con la sua proposta della mozartiana Così fan tutte. La chiarezza visiva e il buon gusto hanno dominato la scena senza però apportare eccessivi elementi innovativi fino al finale. Haneke segue in modo molto cinematografico tutta la trama suggerita da Da Ponte, instaurando un ritmo che contribuisce al perfetto ingranaggio dell’azione fino a sorprenderci negli ultimi momenti. Ed è qui dove ci dà i modelli per riflettere sulle relazioni umane ed i suoi nascondigli poiché i compagni si “scambiano” e non c’è una definizione chiara di dove si dirigano i sentimenti di ogni personaggio. L’ambiente che ha creato, unito alla personalissima lettura di Sylvain Cambreling, ha fatto però sì che ci si allontanasse da certi canoni mozartiani.
I cantanti si sono integrati nel gioco registico con personaggi più o meno riusciti. Don Alfonso, William Shimell, ha manipolato tutti abilmente e ha fatto di Despina la sua marionetta preferita, ma ha ottenuto che la sua interpretazione vocale fosse marcata da una certa rigidità. Si è distinto il tenore argentino Juan Francisco Gatell, offrendo un Ferrando di una bellezza eccezionale, di grandi possibilità ed un’interpretazione esente da quella dolcezza sciroppata alla quale si aggrappano alcuni tenori che fanno sì che il personaggio perda verve ed interesse. La sua partner, Fiordiligi, il giovane soprano Anett Fritsch, ha mostrato una voce fresca, ben posizionata e con un canto facile benché non particolarmente virtuoso. La coppia formata da Dorabella (il mezzosoprano Paola Gardina) e Guglielmo (il basso-baritono Andreas Wolf) ha cantato correttamente ma senza apportare alcunché di ragguardevole all’interpretazione.  La Despina del soprano svedese Kerstin Avemo si è ben adattata alla regia pur mostrando una vocalità spesso poco duttile. La direzione di Cambreling ha esaltato ogni bellezza timbrica dagli strumenti. Questa forma di lavoro con l’orchestra ha prodotto un certo colore romantico nell’interpretazione di questo Mozart, deviando dallo stile come abbiamo già ricordato, ma molto in consonanza con la proposta scenica che va un po’ oltre la concezione di “gioco” divertente tra i personaggi ed approfondisce le relazioni personali ed i sentimenti. Alla fine, quei “giochi” non sono altro che il fedele riflesso della nostra vita quotidiana.