Opera Philhadelphia, Academy of Music, Stagione Lirica 2012 /2013
“SILENT NIGHT”
Opera in un Prologo e due atti, libretto di Mark Campbell, ispirato al film Joyeux Nöel di Christian Caron.
Musica di Kevin Puts
Nikolaus Sprink, an opera singer WILLIAM BURDEN
Anna Sørensen, his lover KELLY KADUCE
Lieutenant Horstmayer CRAIG IRVIN
Kronprinz, son of Kaiser Wilhelm II ALBERT J.GLUCKERT
Jonathan Dale ZACH BORICHEVSKY
William Dale, his brother BRANDON CEDEL
Father Palmer TROY COOK
Lieutenant Gordon GABRIEL PREISSER
The British Major THOMAS SHIVONE
Lieutenant Audebert LIAM BONNER
Ponchel, his aide-de-camp ANDREW WILKOWSKE
The General HAROLD WILSON
Madeleine, Lt. Audebert’s wife ANGELA MORTELLARO
German Officer CHRISTOPHER HODGES
Coro e Orchestra Opera Philhadelphia
Direttore Michael Christie
Regia e drammaturgia Eric Simonson
Scene Francis O’Connor
Costumi Kärin Kopischke
Luci Marcus Dilliard
Projection Designer Andrzej Goulding
Sound Design C. Andrew Mayer
Philhadelphia, 8 febbraio 2013
Il recentemente ribattezzato Opera Philadelphia ha rilanciato il suo marchio e il suo logo impegnandosi per dieci anni a mettere in scena nuove opere americane e ha il nuovissimo, opulento teatro dell’Accademia musicale in cui presentarle e con Silent Night di Kevin Puts forse ha messo in piedi una produzione che segnerà l’affermazione di un importante compositore operistico sulla scena mondiale. Come molte grandi opere, Silent Night racconta storie personali su uno sfondo storico molto significativo, in questo caso l’insensata carneficina della I^ Guerra Mondiale e le storie di tre soldati, un francese, uno scozzese e un tedesco che riescono a mettere in atto una tregua di Natale che ebbe luogo durante la Battaglia del Belgio nel 1914.
Basata sulla sceneggiatura del film di Christian Carion per il film francese Joyeux Noel e qui affidata alla regia del Premio Oscar per il Miglior Cortometraggio Eric Simonson, quest’opera rappresenta il compimento di un processo cominciato quando i compositori operistici come Korngold hanno portato i suoni orchestrali post-Strauss all’orecchio del pubblico americano attraverso Hollywood, una volta lasciata la Germania.
Il compositore Kevin Puts, che ha vinto il Premio Pulitzer per la Musica nel 2012 con quest’opera, integra abilmente vari stili per dar forma a questo dramma. La scrittura orchestrale è lussureggiante, superbamente costruita e ben realizzata dal direttore d’orchestra Michael Christie, che ha debuttato con Silent Night nel novembre 2011 alla Minnesota Opera di cui è Direttore Musicale. Grandiosità, tocchi di eleganza, emozioni commoventi, ma anche humor si sono presenti in questa partitura. Il crescendo che ha portato alla scena in cui i nemici in combattimento con riluttanza si riuniscono e decidono di osservare un momento di pace per celebrare il Natale è stato realizzato in maniera sublime sia sul piano musicale che scenico.
Ciò che rende speciale quest’opera non è soltanto la bella musica, ma anche la chiara e commovente narrazione del librettista Mark Campbell. Pur radicandosi nella genesi cinematografica di Joyeux Noel, Campbell e Puts riescono ad andare oltre. Invece di finire l’opera con la scena profondamente toccante e potenzialmente sentimentale della tregua natalizia, i due esplorano le storie umane e personali dei personaggi attraverso il contrasto inquietante creato dalle distanti esplosioni e dal desiderio di vendetta. Solo il tempo ci dirà davvero se quest’opera diventerà un classico, ma queste scelte coraggiose elevano una buona storia a teatro di rango.
Lo sguardo cinematografico del regista Eric Simonson, riesce a mettere insieme una narrazione chiara e delle immagini d’impatto. Le difficili scene di battaglia, quelle corali, così come i momenti individuali sono stati delineati chiaramente e i cambi di scena resi fluidi dall’imponente scenografia rotante creata da Francis O’Connor, illuminata in modo evocativo da Marcus Dilliard. I video di Andrzei Goulding, hanno dato un tocco di modernità ad un palco tradizionale. Il suono di C. Andrew Mayer era l’anello debole, forse perché la sonorità del Teatro non è quella di una grande sala cinematografica, ma gli effetti sonori nell’opera sono problematici. I costumi di Karin Kopischke erano molto efficaci. Come i film di Quentin Tarantino, Silent Night racconta molta della sua storia nelle lingue originali dei suoi personaggi: inglese con accento scozzese, francese e tedesco. Ad eccezione del Francese, le performance linguistiche sono state accettabili e una nota simpatica è stata rappresentata da giochi linguistici inseriti qua e là.
Efficaci e ben eseguite le prove canore nelle sezioni, narrative, ma non hanno mai decollato. Mancava fluidità, espansione e incisività nei momenti clou. Raggiungere una grande intensità lirica nello stile riccamente orchestrato di Puts non è un compito facile, come ben sa chi ha familiarità con Die Zwerg di Zemlinski o con Die Tote Stadt di Korngold. Il baritono Liam Bonner sembrava avere avuto il suo grande momento nella triste meditazione del luogotenente francese Aubert del primo atto, ma non è riuscito ad elevare il suo soliloquio, per limiti di espressività e una debolezza nel registro medio-basso. Il suo Generale, impersonato da Harold Wilson, al contrario ha cantato in modo espressivo con presenza scenica e uniformità di emissione. Fra i soldati scozzesi, Troy Cook ha ben interpretato la parte, ma la sua voce baritonale è stata offuscata dall’ingombrante inno per cornamusa di Padre Palmer. La voce tenorile brillante e attraente di Zach Borichevsky ha dato l’idea della giovinezza e la sua sete di vendetta alla fine del primo atto è stato un momento di grande impatto. Il cantante d’opera tedesco arruolato per l’occasione, Nikolaus Sprink è quello che ha avuto il compito più arduo e ha ricordato i famosi difficili ruoli tenorili di Zemlinsky e Korngold. Il tenore lirico William Burden pur riuscendo a sostenere la tessitura non ha dimostrato di avere la potenza e le risorse per dar vita pienamente alla passione insita nel suo ruolo. Kelly Kaduce, compagna di Sprink sul palco e nella vita, ha una voce lirica gradevole e ben proiettata. La scrittura vocale è per lei piuttosto pesante e, soprattutto il registro acuto è parso talvolta stridulo. Il mezzosoprano Angela Mortellaro nel ruolo di Madeleine, la moglie del luogotenten Aubert, ha una voce robusta e promettente, la linea vocale non è però omogenea e non è riuscita a trasformare la sua lunga Dona nobis pacem a cappella nel numero culminante, come era nell’intenzione del compositore. Se per realizzare quest’opera siano necessarie delle vere voci drammatiche o se Puts deve sviluppare meglio la sua scrittura vocale lo sapremo solo quando verranno messe in scena altre produzioni di quest’opera e ci auguriamo ce ne saranno molte. Silent Night è ciò che dovrebbe essere l’opera: una storia convincente, ben raccontata con della musica che cresce in intensità e giunge ad alti livelli. Viene dall’America, ma è un’opera di respiro mondiale.