Marsiglia, Théatre dell’Opéra – Stagione Lirica 2012/2013
“L’ITALIANA IN ALGERI”
Dramma giocoso in due atti su libretto di Angelo Anelli
Musica di Gioachino Rossini
Mustafà ALEX ESPOSITO
Elvira EDUARDA MELO
Zulma CAROL GARCÍA
Haly PATRICK DELCOUR
Lindoro FRÉDÉRIC ANTOUN
Isabella MARIE-ANGE TODOROVITCH
Taddeo MARC BARRARD
Orchestra e Coro de l’Opéra de Marseille
Direttore Giuliano Carella
Regia e costumi Nicola Berloffa
Scene Rifail Ajdarpasic
Luci Gianluca Antolini
Marsiglia, 4 gennaio 2013
Questa coproduzione tra il teatro di Avignone e Marsiglia ha presentato uno spettacolo nel quale l’abilità registica di Nicola Berloffa dà vita al virtuosismo paradossale rossiniano; regia che unita alle scene di Rifail Ajdarpasic mostra una lettura classica dell’opera, ma ricca di fantasia e immaginazione. La scenografia, un insieme ben congegnato, è un periatto, che via, via crea ambienti di un Oriente stilisticamente non definito, ricco di coloratissimi dettagli: piccole palme dorate o un grande abat-jour, volutamente al limite del kitsch che hanno l’ovvio scopo di sdrammatizzare ogni situazione. Un solo appunto per la scenografia sta nell’essere costruita molto avanti verso il proscenio e di conseguenza riduce il campo d’azione, ma ad una attenta lettura di questa inusuale prospettiva si intuisce che l’intenzione è quella di creare un ambiente chiuso: un harem per l’appunto. A questa visione contribuiscono le luci intimiste di Gianluca Antolini.
L’intelligente gioco registico muove i cantanti-attori in un incessante gioco scenico che non stanca mai gli astanti. Va detto che a questo ritmo, hanno dato un rilevante contributo la direzione di Giuliano Carella, che ben conosce la partitura e l’orchestra del Teatro che lo ha seguito con entusiasmo. Il Maestro Carella non ha mai lasciato cadere la tensione e tutti lo hanno veramente seguito “a bacchetta”!
Marie-Ange Todorovitch è Isabella. Cantante abile e intelligente in questo genere di ruoli, grazie ad un brillante gioco scenico, riesce a far dimenticare i limiti di una vocalità non del tutto adeguata alla scrittura di contralo rossiniano: il registro grave un po’ troppo “di petto” e di conseguenza è parso povero di proiezione. La voce però è complessivamente robusta, omogenea nel centro e sicura negli acuti. Eduarda Melo ha saputo far emergere il ruolo secondario di Elvira. Divertente finanche nei suoi piagnistei ha apportato freschezza e spontaneità e una voce dotata di acuti luminosi e svettanti che sono emersi nei vari “insieme” con perfetta intonazione. Carol Garcia (Zulma) ha fatto sfoggio di una voce grave timbrata, ben presente nell’equilibrio vocale degli “insieme”. Alex Esposito (Mustafà) è considerato una delle voci rossiniane attualmente più accreditate in campo internazionale. E’ stato un interprete più che mai adeguato sotto ogni punto di vista: ha alternato atteggiamenti da vero babbeo a quelli da bambino viziato e capriccioso. Il tenore canadese Frédéric Antoun è stato un valente Lindoro. Attore adeguato al ruolo, possiede una voce piacevole. Le note più estreme del registro acuto risultano facili, i vocalizzi sono morbidi e leggeri. Ha mostrato una buona musicalità grazie ad un corretto uso delle mezze voci eseguite sul fiato che gli hanno permesso di variare le dinamiche. Il Taddeo impersonato dal buffo Marc Barrard è stato ricco di humor, strampalato, ma con una vocalità sempre controllata, omogenea e intonata. Patrick Delcour è stato un Haly di bella presenza, anche se non è parso a proprio agio con la scrittura rossiniana che non risolve con la giusta leggerezza vocale. La sezione maschile del coro dell’Opéra si è dimostrato ancora una volta una compagine omogenea, musicalmente precisa, attenta negli attacchi. Uno spettacolo complessivamente ben riuscito. Foto Christian Dresse